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Vittorio De Scalzi “Una volta suonavo nei New Trolls”

Il libro ha il pregio di far comprendere al lettore che l’importanza dei New Trolls non è data solo dal “Concerto grosso”

Tutto quello che c’è da sapere di interessante su un gruppo pressoché unico nel panorama italiano, i New Trolls, raccontato da colui che è stato il motore del gruppo, Vittorio De Scalzi, è contenuto in un libro agile, dinamico, edito da Azzurra Music (2021), comprendente un DVD live 2005 “Il suonatore Jones”, frutto della collaborazione con Fabrizio De André, un CD con “Concerto grosso per i New Trolls” 1 e 2, un CD con tutti i brani scritti per i New Trolls ed eseguiti da Vittorio De Scalzi (voce, tastiere, chitarra, flauto traverso), Andrea Maddalone (chitarre e cori), Roberto Tiranti (basso elettrico, voce e cori), Lorenzo Ottonello (batteria e cori), Edmondo Romano (fiati vari, sax, cornamusa) e l’Orchestra Ico della Magna Grecia, diretta dai Maestri Maurizio Lomartire e Piero Romano.

De Scalzi, purtroppo recentemente scomparso (2022), è stato cantante e polistrumentista del gruppo da lui stesso fondato nel 1967 a Genova, gruppo partito da un repertorio che ricalcava la musica di quel tempo (Beatles, Rolling Stones) per poi intraprendere nel 1971 la strada del Progressive Rock, arrivando a un’opera musicale da tutti conosciuta e che probabilmente è stata il loro capolavoro: il “Concerto grosso per i New Trolls”.

Un vero e proprio concerto barocco dove alcuni delle parti principali erano assegnate alla strumentazione moderna che dialogava in modo mirabile con l’orchestra diretta dall’autore del concerto: Luis Enríquez Bacalov; una mirabile fusione fra musica classica e musica rock, nata da un’idea di Bacalov, dove parte del testo era ripreso dall’atto III scena I dell’Amleto di William Shakespeare (To die, to sleep; To sleep, perchance to dream), con una variazione lessicale che ne migliorava la musicalità, To die / to sleep / maybe to dream.

Il libro ha il pregio di far comprendere al lettore che l’importanza dei New Trolls non è data solo dal “Concerto grosso” oppure dall’altro loro grande successo, molto meno rock e più pop, “Quella carezza della sera” (1978), e lo fa ripercorrendo tutta la  loro storia, a partire dall’iniziale formazione dovuta a De Scalzi, che recupera da quattro gruppi i migliori elementi, passando per le innumerevoli collaborazioni con tanti grandi artisti, fra cui Fabrizio De André, Mina, Ornella Vanoni e il mutare delle formazioni.

Di fondo si tratta di una storia di vita raccontata in prima persona da Vittorio De Scalzi a Massimo Cotto, giornalista e scrittore oltre che dj, ricca di aneddoti, di curiosità, ma anche di dichiarazioni importanti che rivelano quanto De Scalzi fosse una persona profonda, come quando dice La musica ti aiuta a vedere i contorni delle cose, aggiunge bellezza … oppure, in relazione alla morte della figlia La musica mi ha salvato dall’impazzire. Non avessi avuto la musica, quando è morta mia figlia Alice non ne sarei uscito vivo. e, ancora, Non sono religioso in senso stretto, ma non sono nemmeno ateo. Per me un Dio c’è, anche se non so se sia Dio.

Una storia che parte dalla famiglia di De Scalzi, con Vittorio ragazzo, dal ricordo della figura di sua madre, di quella di suo padre, che gestiva un ristorante e della sua grande generosità, del rapporto con Genova, di come Vittorio si forma musicalmente e di come arriva a formare il gruppo, dell’individuazione del nome “New Trolls” dovuta alla somiglianza di Pino Scarpettini, il tastierista, con i pupazzetti scandinavi che rappresentano appunto i troll.

Si parla della soddisfazione di Vittorio nell’arrivare al Festival di Sanremo da protagonista e vedere ad ascoltarlo personaggi che prima di allora aveva visto solo in televisione, di come il gruppo riesce ad essere presente in sette edizioni del festival e produrre dodici album, ma anche delle sue esperienze musicali da singolo, così come delle esperienze non musicali, come quando a metà degli anni ’80 De Scalzi pensa di aprire una serie di ristoranti e torna dal padre per capire le tecniche di gestione, salvo poi non farne di niente e nei due anni di lontananza dal palco andare ad aprire Victor Victorio, un locale per 800 persone a Santa Zita.

Vivacizzano il libro una serie di aneddoti simpatici: come quando Vittorio insieme ai New Trolls deve partecipare a un film e si stupisce nel vedere Gassman che quando la comparsa con la quale avrebbe dovuto dialogare non riesce a recitare la sua parte, fa da solo, rimanendo muto per il tempo in cui avrebbe dovuto parlare la comparsa, o come quando al Festival di Sanremo del 1996 De Scalzi vede una ragazza che sembra emozionata, le fa coraggio e poi scopre che è Celine Dion o ancora quando, agli inizi della carriera, si trova insieme a Renato Zero a un provino della RCA dove ambedue verranno scartati e si presentano reciprocamente: “piacere, Zero”, dice l’uno, “piacere Napoleone”, risponde De Scalzi che aveva scelto questo pseudonimo, con Renato Zero che replica: “andiamo bene …”.

Altro aneddoto quando arrivano con il treno in una città delle Marche e dopo aver faticosamente caricato sul taxi di fronte alla stazione tutta la loro roba, implorando l’autista di portarli a destinazione pur essendo ormai fuori orario, scoprono che l’albergo era proprio di fronte alla stazione ferroviaria. Ancora un aneddoto simpatico quando nel 2011 De Scalzi cerca di mettere in musica le poesie di Riccardo Mannerini, morto suicida nel 1980 e per il quale aveva già musicato alcune poesie fra le quali “Senza orario, senza bandiera” litigando con la vedova perché per errore musica un testo che in realtà era della donna e non del poeta.

Il libro ripercorre anche tutti i cambiamenti che la formazione dei New Trolls subisce nel tempo così come le collaborazioni di De Scalzi con altri musicisti, in particolare con De André, con il brano “Faccia di cane” e con Anna Oxa per la quale scrive “Tutti i brividi del mondo” che venderà 600.000 copie. Viene ricordato anche il terribile incidente stradale nel quale era rimasto coinvolto Nico Di Palo, allora uno dei più grandi chitarristi al mondo, che in seguito all’incidente, dopo essere stato in coma per ventotto giorni, non potrà più tornare a suonare come prima, e che per un lungo periodo romperà il rapporto con De Scalzi, messo su da Gianni Belleno e Ricky Belloni che gli fanno credere come Vittorio avesse voluto speculare sull’accaduto quando invece aveva chiesto i danni per conto di tutto il gruppo.

Un libro molto bello, scritto con uno stile piacevole, elegante, ironico, sicuramente da leggere, e che al di là del titolo regala al lettore l’impressione di una pressoché totale identificazione di Vittorio De Scalzi con il gruppo dei New Trolls.

Articolo di Sergio Bedessi

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