16/07/2025

Satchvai Band feat. Joe Satriani & Steve Vai, Perugia

16/07/2025

Ben Harper & The Innocent Criminals, Fermo (MC)

16/07/2025

Queens Of The Stone Age, Romano d’Ezzelino (VI)

16/07/2025

Calibro 35, Vicenza

16/07/2025

The Jesus And Mary Chain, Bologna

16/07/2025

Boomtown Rats, Pordenone

16/07/2025

The Boomtown Rats, Pordenone

16/07/2025

Nick Cave, Mantova

17/07/2025

Satchvai Band feat. Joe Satriani & Steve Vai, Bologna

17/07/2025

Ben Harper & The Innocent Criminals, Forte dei Marmi (LU)

17/07/2025

Fast Animals And Slow Kids, Bologna

17/07/2025

Nino D’Angelo, Firenze

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Yard Act intervista

La band britannica aprirà il prestigioso festival “La Prima estate” il 20 giugno a Lido di Camaiore

La Prima Estate torna a Lido di Camaiore per la sua quarta edizione negli ultimi due weekend di giugno, dal 20 al 22 e dal 27 al 29 giugno. Air, Grace Jones, Spiritualized e Yard Act sono i grandi nomi che arrivano sul palco in esclusiva per il festival, per la loro unica data italiana. Con loro Nic Cester, Tony Humphries, Mogway, Peter Cat Recording Co.; per l’Italia Lucio Corsi e i Calibro 35. Un cartellone dal respiro profondamente internazionale in un palco unico a pochi passi dal mare, quel Parco BussolaDomani che ospitò tra gli altri Frank Zappa e Miles Davis salutando l’addio alle scene di Mina.

L’apertura di questo magnifico boutique festival è affidata agli Yard Act, band britannica post rock in forte ascesa, con due ep e due acclamati album all’attivo. Oltre all’imprinting molto british della loro musica, i loro testi sono spesso di natura politica e trattano argomenti come il capitalismo, la gentrificazione e la classe sociale in chiave critica, raccontati spesso con cinismo e surrealismo. Attesisissimi sul palco di Lido di Camaiore, abbiamo avuto la possibilità, grazie all’ufficio stampa che cura la comunicazione del festival, di partecipare a una tavola rotonda per giornalisti, con la possibilità di porre un paio di domande. Conosciamoli meglio nelle parole del loro frontaman.

Inizierete il vostro nuovo tour in Italia, aprendo il festival La Prima Estate, uno dei più importanti festival boutique del nostro Paese: suonerete il vostro ultimo album “Where’s My Utopia”, ma anche qualche brano precedente, o qualcosa di nuovo?

Il set del festival che abbiamo in programma per quest’estate è un solido mix di entrambi i dischi, e ci sono anche alcune nuove canzoni che usciranno più avanti nel corso dell’anno o all’inizio del prossimo. Siamo entusiasti di tornare in Italia, ogni posto in cui abbiamo suonato da voi ci è piaciuto molto. Non credo che siamo mai stati in Toscana. Credo che la cosa più vicina a voi sia stata forse Bologna l’anno scorso, quando abbiamo suonato al Locomotive Club, che è stato fantastico. Tutti i festival in Italia in cui abbiamo suonato sono stati fantastici. E la cura dei festival italiani è incredibile! Sapendo che abbiamo un warm-up per gli Spiritualized e i Mogwai, con cui abbiamo suonato a Madrid la scorsa settimana, sapendo quanto sono grandi dal vivo e che li seguiamo, penso che andremo a tutto spiano. Saremo la prima band di quel giorno e del festival, credo. Mettono prima la band migliore. Noi ci impegneremo al massimo.

Come vi sentite ad essere una delle band più influenti del decennio? Provate un senso di conforto o di responsabilità, anche per quanto riguarda i vostri testi che sono stati descritti come un po’ cinici, molto cupi e intensi?

Non lo so. È difficile da dire perché, sai, cerchi di non guardare a destra e a sinistra quello che fanno tutti intorno a te. Quindi, in termini di influenza, non ci ho mai pensato più di tanto. Voglio dire, non lo so. Ho notato alcune nuove band che sono uscite. Credo che la cosa da ricordare sia che ci sono sempre nuovi gruppi e nuovi artisti che escono e che il contributo alla musica attuale e popolare è sempre in evoluzione. E se si ha un impatto sul panorama musicale più ampio, come abbiamo fatto noi grazie all’attenzione che abbiamo avuto e al numero di persone che ci conoscono, ci sarà un effetto a cascata per cui un certo gruppo di quelle persone sarà influenzato da ciò che abbiamo fatto. Ed è questo il senso della creatività. È una continuazione. Non credo che sia una nostra responsabilità. Penso che l’influenza delle persone sia di loro proprietà. Non possiamo controllare ciò che ti influenza.

E di certo non abbiamo alcuna influenza sul fatto che le persone siano o meno influenzate da noi. Ma ritengo che sia nostro dovere non crescere in modo stagnante solo per il nostro piacere personale. Per questo spero che, se qualcuno è influenzato da noi, continui ad andare avanti, a provare cose nuove e a non accontentarsi di essere un tipo di persona e di ristagnare.

Yard Act interview

How do you feel about starting your new tour in Italy, opening La Prima Estate festival, one of the most important summer boutique festival? Are you going to play your latest album “Where’s My Utopia”, and also to any previous tracks, or even something new?

Yeah, I mean, the festival set that we’ve got for this summer is a solid mix of both records, and there’s a few new songs kicking around as well that will be coming out later in the year or early next. We’re excited to get back to Italy. Everywhere we’ve played in Italy, we’ve loved. I don’t think we’ve been to the Tuscan region before. I think the closest we’ve been is maybe Bologna last year when we played the Locomotive Club, which was great. All the festivals in Italy we’ve played have been amazing.

And the curation of Italian festivals is amazing! Knowing that we’ve got a warm-up for Spiritualized and Mogwai, who we played with in Madrid last week, actually, knowing how great they are live and that we’re following them, I think we’re going to go in all guns blazing. We’re going to be the first band of that day and of the festival, I believe. They put the best band on first. We’re going to set the bar very high.

How do you feel about being one of the most influential bands of the decade so far? Do you feel a sense of comfort or responsibility, even concerning your lyrics that have been described as a bit cynical, very dark and intense?

I don’t know. It’s tough to say because, you know, you kind of try not to look left and right at what everyone’s doing around you. So in terms of being influential, you know, I’ve not really considered it that much. I mean, I don’t know. I’ve noticed a few new bands that have come out. I think the thing to remember is that there’s always new bands coming out and new artists coming out and contributions to current and popular music is always evolving.

And if you make an impact on the wider musical landscape, as we have done because of the attention we’ve had and how many people are aware of us, there is going to be a trickle down effect where a certain pool of those people are going to be influenced by what we’ve done. And that’s kind of what creative it is. It’s a continuation of that. I don’t think it’s our responsibility. I think people’s influence is their own ownership. Like what you’re influenced by, we can’t control. And we certainly don’t have any sway in whether people will or won’t be influenced by us. But I do think it’s our duty not to grow stagnant only for our own personal enjoyment. And so I hope if anyone is influenced by us, it’s to keep going and keep trying new things and not settle on being typecast and stagnating.

Articolo di Francesca Cecconi

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