
Il 28 febbraio è atterrato sulla Terra, precisamente al Locomotiv di Bologna, il tour di “3021”, il nuovo album di Angela Baraldi (la nostra recensione) tra futuro e presente, tra Roma e Saturno. Non mi abituerò mai al fatto che nei club la gente arrivi solo all’ultimissimo minuto riempiendo la sala. Con tanta apprensione ogni volta sono sul luogo un’ora prima e mi dico di essere probabilmente l’unico ansioso. Questa sera ho superato me stesso. Sono arrivato così in anticipo che quando consegno il cappotto al guardaroba del locale ricevo il mio bigliettino per ritirarlo: sono il numero 1. Ovviamente, non posso che essere il numero uno degli ansiosi. A bordo sala però vedo un ragazzo vicino al palco, esattamente dove volevo mettermi io. Come ha fatto? Sono arrivato qui per primo e lui è già lì!
Non vi ho spiegato il motivo di tanta ansia nell’arrivare prima, stasera. Oggi Giovanna, la fotografa che mi accompagna solitamente, non c’è, così in redazione ci siamo inventati questa mattana: se la Baraldi non puoi fotografarla, disegnala. So sempre bene come ficcarmi nei guai. Così, dentro di me, mi sono portato dietro il mio alter ego fumettista ed entriamo in due con un solo pass. Non ci scopriranno mai. A quel punto mi serviva una posizione per trarre alcune pose della cantante e della band. Come fossi un fotografo.
Mi avvicino al ragazzo a bordo palco; siamo solo io, lui e la ragazza dietro il banco dei dischi (che ora non vi svelerò chi è). Guardo il tipo, spero che si sposti perché voglio mettermi proprio dove è lui per scrivere e nel caso schizzare qualcosa di nascosto. Poi vedo che il ragazzo fa sopra e sotto dal backstage: ma allora è della crew!
- Scusa, posso chiederti un favorissimo? – gli dico
- Sì, dimmi pure – risponde gentile
- Ti posso chiedere se posso fare una foto alla scaletta?
- Sì, certo, vado a prendertela.
Torna.
- Mmm, è scritta male, scusaci – mi fa
- Ma figurati, grazie. Sei quindi della crew, immagino
- Bè, in realtà sono il batterista della band.
Non facevo una figuraccia così da quella volta che vidi il pullman degli Arcade Fire a Treviso, anni fa, e chiesi a un ragazzo uscito dal mezzo se la band fosse lì. Due ore dopo lo vedo dietro la batteria. Non ce la posso fare con i batteristi.

- Com’è? Sei emozionato? Oggi è la prima data – gli chiedo
- Be’, sì, abbiamo provato però siamo carichi. Io poi in realtà sono arrivato dopo nella fase del disco
- Cioè?
- Angela e (Federico) Fantuz hanno composto i brani e poi sono arrivato io
L’attesa, per me che sono arrivato prima, è abbastanza lunga, la passo ad ascoltare Van Morrison che hanno messo su. Guardo i dettagli sul palco: un fantasmino di pezza sulla tastiera Juno DS, tre chitarre tra cui una Fender bianca, un succo d’arancia vicino al pedale voce, un calice di vino non finito poco vicino. Provo a immaginare il soundcheck, le pause, le risate e non solo. La sala si riempie, il momento arriva. Un quarto alle dieci.
Mi sono chiesto come mai non ci fosse un gruppo spalla e appena salgono sul palco i soli Angela Baraldi e Federico Fantuz inizio a capire.
- Vi servirò qualche antipasto prima di cominciare. Con Fantuz – dice la cantante con il suo calice di vino in mano. Continua – Questo è un pezzo molto lontano. Ci tengo a dire che la dedico a Dani.

Così, in questo viaggio spaziale appena iniziato, ecco che il 1993 dell’album “Mi vuoi bene o no?” arriva nel 2025 con il brano “A pieni nudi”, canzone che la Baraldi portò a Sanremo nello stesso anno e che ebbe una vita precedente, pare, con il titolo “Il matto” suonato insieme a Dalla. Fondamentalmente Angela e Fantuz nella prima fase SONO il gruppo spalla del loro stesso spettacolo: uno show studiato bene che secondo me inizialmente è volutamente scarno per introdurci ad alcune sonorità di “3021” che sarà eseguita da lì a poco.
- Vado via? Non è vero che vado via. Sono appena arrivata. – la cantante introduce così il secondo brano in scaletta, “Tornano sempre” dall’omonimo precedente disco a cui molti sono rimasti tutt’ora legati.
I toni sono bassi in questa versione quasi folk; una chitarra stoppata e un gioco di pedaliera alla voce nei ritornelli. Una versione da strada. Angela è tornata dallo spazio sulla polvere della strada terrestre.
- La prossima che vi canto è dedicata al Duca Bianco. Si chiama “1000 poeti” e l’ho scritta proprio quando se n’è andato.
Continua così, su questo mood scarno e polveroso un altro brano di “Tornano sempre”. Così bella, narrata e sognata. La cantante è tornata dallo spazio per riportarci sulla Terra un po’ della polvere stellare di Bowie. Torniamo per un momento dal 3021 al 2016, quando il Duca è partito definitivamente per l’Universo.
- Sempre dal disco “Tornano sempre”, questo brano è dedicato a Federico Aldrovandi, ma anche a chi combatte per lui, a sua madre. Il brano è “Tutti a casa”.
Poi Angela smorza i toni, rubandoci una piccola risata
- “Tutti a casa” l’ho scritta prima della pandemia, eh
Il brano è solenne, accompagnato da qualche tocco di slide. Guardo il suo volto, lei interpreta le storie che canta con le sue stesse espressioni. Le racconta, ecco, ci entra dentro pienamente. Poi ho una suggestione: durante il brano sento un’armonica che in realtà non c’è. Forse me l’ha suonata in testa qualche fantasma presente nella canzone.
- Bene, col catrame nero abbiamo finito – dice, introducendo il prossimo colpo
In “Sono felice” Angela balla come se non importasse più nulla, come se non ci fosse più nulla da perdere. E allora balliamo, balliamo, fino alla fine del mondo, tanto di mondi ce ne sono altri nell’universo, Angela è tornata per ricordarcelo. Nella parte finale lei si piega vicino al chitarrista e durante un passaggio si guardano e ridono: credo che ci sia stato qualcosa di studiato durante le prove che non è andato come pianificato ma che funziona comunque. Un loro segreto, un mio sospetto.
- Ora voglio chiamare sul palco i miei nuovi amici, Giovanni Fruzzetti (basso e synth) e Daniele Buffoni (batteria), ritrovati insieme ad Ale Sportelli che fa i suoni. Sapete cos’è un effusiometro? Io no, ma ne avevamo uno vicino ad Atri a pochi chilometri. E ora, vi presento un blues padano, roba da “bassa” e centrali elettriche.

Ecco quindi “Mickey Mouse” in una versione più corposa e quadrata. Lo spettacolo ora da scarno diventa elettrico. Poi Angela si avvicina al bassista e vedo che gli sussurra un ci sei? Deve essere tanta l’emozione per questa prima. La band sta coordinando la partenza della navicella. Così parte un girotondo di arpeggiata per “Uomo”; i brani di “Tornano sempre” sono ancora freschi, sembrano usciti ieri. Molto interessante vedere che al vecchio repertorio da ora defluiranno le tracce del nuovo disco.
- E ora vi porto con me sulla luna. Arrivo. – la Baraldi va via.
Gli strumentisti iniziano da soli “3021” poi lei torna per interpretare il tanto atteso singolo di cui ci siamo tutti un po ‘ innamorati; ci ha colpito tanto, è stata una fiondata improvvisa arrivata da una galassia più scarna ed essenziale. Le luci giocano con lei mentre canta e continuano dentro me le suggestioni visive: la vedo ragazza, la vedo donna, la vedo ragazza. Che strano questo brano con queste luci. Il viaggio nel tempo funziona. Una soundtrack per hotel in statali deserte che sfuma sui piatti non appena lei conclude cantando quell’ormai famoso adesso qui sarà tanto tempo fa. Credo che il brano all’inizio sia stato un po’ insicuro ma poi si è ritrovato. Calcoliamo che è la prima data del tour, ci saranno cose e dettagli da affinare: è normale.

Questa è per un amico, dice introducendo così “Cosmonauti” che inizia con una viola campionata. Le chitarre sono dure, il brano è molto sicuro, abbiamo una Baraldi nuova di zecca con il suo gruppo nuovo. Tutto diventa quasi surf, il finale evolve in un rock da ballo con del flanger sul basso.
- Questo è il primo concerto di questo disco – dice Angela – ci saranno amici ma anche gente spietata che ci dirà “avete fatto cagare”. Noi al contrario partiamo da chi amiamo, da qui, da Bologna, in questo luogo che adoro. La prossima però l’ho scritta a Roma
E iniziamo a passeggiare tra statue di angeli scheggiati in “Bellezza dov’è”, un brano di uno splendore d’altri tempi come scritto nella recensione ma come confermato anche dal vivo. Sognante, decadente, fragile e prezioso, un vaso delicato consegnato al pubblico. Spero rimanga sempre in scaletta anche nei prossimi tour. La Baraldi sorride a fine brano: ha sentito che è arrivato. La bellezza è stata consegnata.

Invito un’amica sul palco: Suz! Ecco la ragazza di cui scrivevo che era dietro al bancone dischi. Praticamente prima ero solo in sala con un musicista della band e una special guest dello spettacolo. La poliedrica musicista e cantante si mette così davanti al computer e synth e accompagna la Baraldi nella ritmata “Preghiera della sera”, la canta per conto suo tutta a memoria da dietro la postazione.

- Voi li ascoltare ogni giorno i notiziari? La prossima l’ho scritta dopo un notiziario, si chiama “Cuore elettrico”. La dedico ad Allan Poe; leggendo questi racconti dell’orrore mi sembrano meglio della realtà
Il brano è ancor più bello che in studio; è più intimo, caldo, c’è un gioco di piano e tocchi di batteria. Poi è la volta di “Corvi”: arriva con dei delay alla chitarra molto carichi, imponente, credo sia uno dei pezzi più belli dal vivo. Segue la quasi psichedelica “La vestizione”, Parla di attesa dice la cantante. Qui la band prende prima alcune coordinate: è la prima volta anche di questo brano dal vivo. Così inizia con uno shaker e con note basse/medie di piano, le chitarre con del reverse e un’atmosfera tanto The Doors durante la quale Angela sorseggia il suo vino, balla, scruta il pubblico come si fa con un orizzonte.

Poi, altri ospiti: sul palco salgono i sax di Andrea Zucchi e Tim Trevor Briscoe. “Scusate, ma li ho conosciuti stasera, non li avevo mai visti. Li ho sentiti sul disco ma mai visti. Li ho immaginati disegnati”. Quando dice quest’ultima cosa sorrido. Stasera doveva andare così: dovevo essere qui per disegnare i suoi sassofonisti. La band esegue una memorabile e divertentissima “Saturno”. Il gruppo ha eseguito tutto il disco “3021” come nella sequenza dell’album, una tendenza che sta tornando come abbiamo visto anche con Beatrice Antolini (il nostro report).

La band torna poi on stage ed esegue come bis una travolgente e decisamente rock “Josephine” da “Tornano sempre” ma non solo.
- Ora vorrei omaggiare dei gruppi amici miei che hanno solcato queste terre.
Ecco quindi “Sono buono” degli Skiantos (non ricordano mai Freak Antoni, aggiunge la Baraldi) e “Io sto bene” dei CCCP. La cantante abbandona il palco prima degli strumentisti. La prima data del nuovo tour è andata. Un buon mix tra “Tornano sempre”, “3021” e un paio di cover molto sentite dal pubblico. Non smetterò mai di sperare che la Baraldi riprenda anche quei bellissimi inediti che ha cantato nel disco dei Post-CSI, ma immagino che quella sia parte di un’altra storia che comunque le appartiene. Sarà interessante vedere se ci saranno ulteriori sviluppi in scaletta durante il tour.
Articolo di Mirko Di Francescantonio, disegni di Kain Malcovich
Set list Angela Baraldi Bologna 28 febbraio 2025
- A piedi nudi
- Tornano sempre
- 1000 poeti
- Tutti a casa
- Sono felice
- Mickey Mouse
- 3021
- Cosmonauti
- La bellezza dov’è
- La Preghiera della sera
- Cuore elettrico
- Corvi
- La vestizione
- Saturno
- Josephine
- Sono buono (cover Skiantos)
- Io sto bene (cover CCCP)