Il 12 ottobre, in una Milano ancora avvolta da un caldo autunnale fuori stagione, la Santeria Toscana 31 ha ospitato per la prima volta in Italia i Better Lovers. Un nome già carico di peso specifico, se si pensa che dietro al progetto ci sono ex membri di Every Time I Die, The Dillinger Escape Plan e Fit For An Autopsy — tre pilastri del Metalcore e dell’Hardcore moderno. Ad accompagnarli in questa tappa, due formazioni statunitensi di spessore: i ’68, duo noise/punk guidato dal carismatico Josh Scogin (ex The Chariot) insieme a Nikko Yamada, e i Greyhaven, autori di un post-hardcore dalle venature progressive.


Alle 20:00 spaccate si apre la serata con i Greyhaven. La sala, inizialmente timida, si avvicina lentamente al palco mentre la band di Louisville inizia a scaldare l’atmosfera con precisione chirurgica.


Set compatto, sette brani in tutto: un equilibrio riuscito tra la potenza di “Burn a Miracle” e “Cemetery Sun”, entrambe dall’ultimo lavoro “Keep It Quiet”, e incursioni nei loro dischi precedenti come “Sweet Machine” e “Echo & Dust Pt.1”, dal più cupo Empty Black.


Una mezz’ora di suoni tesi e stratificati che, senza strafare, prepara perfettamente il terreno per ciò che verrà dopo.


Alle 20:50, circa, è il turno dei ’68, e il cambio di marcia è immediato. Scogin e Yamada salgono sul palco in giacca, papillon e bretelle, e da lì in poi la logica lascia spazio all’istinto. In meno di un minuto si capisce che non è un live qualunque, ma una performance a metà tra concerto e opera teatrale.


Scogin è un vortice, urla, suona, lancia battute e chitarre e, in un momento memorabile, smonta pezzo dopo pezzo la batteria di Yamada mentre quest’ultimo continua a suonare impassibile, come se niente fosse.


Un gesto che riassume perfettamente lo spirito del duo: imprevedibile, tecnico, ma soprattutto vivo. Quaranta minuti di sana follia organizzata, in cui la sala, più calda, si lascia trascinare in un turbine di groove e rumore.


Pochi minuti prima delle 22:00, le luci si abbassano e un collage sonoro introduce il main act: “Love Is All You Need” dei Beatles, “Somebody to Love” dei Queen, frammenti di romanticismo distorti da interferenze radio stile jingle pubblicitari. Una satira sonora dell’amore come prodotto da consumo, che lascia spazio al boato del pubblico quando i Better Lovers entrano in scena.


La band spara 14 brani in poco meno di un’ora, senza tregua. Il set attinge dall’ep “God Made Me an Animal” (l’omonima traccia manda in delirio la platea), dall’album “Highly Irresponsible” e dall’ultima uscita Don’t Forget to Say Please.


Zero tempi morti, giusto qualche respiro, è una vera e propria sequenza di scariche adrenaliniche, tra riff serrati, urla feroci e un muro di suono che travolge tutto.


Nel pit si alternano circle pit e mosh continui, ma sempre con un’energia positiva, quasi liberatoria: quella sensazione rara di trovarsi davanti a qualcosa che nasce qui e ora. Una prima volta che non si dimentica. Non era una data dai numeri giganteschi, ma chi c’era lo racconterà come una di quelle prime volte che valgono doppio.


I Better Lovers hanno dimostrato di essere molto più che un progetto collaterale tra veterani: sono una nuova forma di aggressività elegante, di caos costruito con mestiere e istinto. A fine serata, mentre la sala si svuota piano e il caldo si confonde con il vapore del pit, resta l’impressione che questa prima volta italiana sia solo l’inizio di una lunga storia d’amore, urlata e sudata.
Articolo e foto di Alberto Bocca
Set list Greyhaven Milano 12/10/2025
- Burn A Miracle
- Sweet Machine
- Welcome Party
- More and More Hands
- Sick and Lavish
- Cemetery Sun
- Echo & Dust Pt.1
Set list Better Lovers Milano 12/10/2025
- A White Horse Covered in Blood
- Drowning in a Burning World
- Superman Died Paralyzed
- Two Alive Amongst The Dead
- Become So Small
- Don’t Forget to Say Please
- Future Myopia
- Sacrificial Participant
- The Flowering
- God Made Me an Animal
- At All Times
- Love as an Act of Rebellion
- 30 Under 13
- Lie Between The Lines
