11/12/2024

The Script, Milano

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Jag Panzer, Bologna

11/12/2024

The Lemon Twigs, Bologna

11/12/2024

The Script, Milano

12/12/2024

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12/12/2024

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Counterparts live Milano

Benvenuti a una nuova puntata di “Speriamo di uscire vivi di qui”

Signore e signori, buongiorno e benvenuti a una nuova puntata di “Speriamo di uscire vivi di qui”; come di consueto, trasmettiamo dal Legend Club di Milano, dove in data 11 giugno casa Hellfire ha pronte per noi tre caustiche band pronte ad asfaltarci e a portarci per mano tra i gironi infernali che solo qua possiamo trovare. Già solo a sentire alcuni passaggi provenire dalla sala durante i soundcheck, mentre sono ancora all’esterno, c’è da farsi venire i brividi, quindi anche prima dell’inizio dei concerti so molto bene a cosa sto andando incontro … e pecco anche di presunzione, perché sarà tutto molto più di così.
All’apertura delle porte faccio il mio ingresso trionfale in una sala ancora vuota, e fresca, non del tutto cosciente che quello sarà l’ultimo momento tranquillo fino alla fine della serata; come quando stai per imbarcarti su un giro di montagne russe mai provato prima, sai che ne scenderai spettinata e sconvolta, solo non sai fino a che punto. Eccomi quindi, sorridente e beatamente ignara di tutto, a parlare coi miei vicini di transenna mentre osserviamo la quantità di casse e amplificatori sul palco.

If I Die Today

Puntuali arrivano i primi artisti della serata che fanno un rapido check della strumentazione, e si preparano a partire voltandoci le spalle; voi pensate a un inizio serata graduale, un riscaldamento fatto a piccoli passi: davvero pensate questo? Dimenticate l’acqua di rose, qua non c’è posto per le principessine: loro sono gli If I Die Today (e mai nome fu più azzeccato in una serata del genere) e iniziano la loro performance girandosi verso il pubblico con una tale veemenza, una tale rabbia furiosa ed esplosiva che la prima fila fa un balzo all’indietro quasi all’unisono.

If I Die Today

Originari di Mondovì, quattro album in studio all’attivo, dal 2005 portano il loro Post Hardcore incendiario sui palchi italiani ed europei, insieme a Sum 41, While She Sleeps e Everytime I Die per citarne alcuni, e partecipando a festival prestigiosi come il Groezrock in Belgio. Conosciuti e apprezzati per i loro live densi di adrenalina, ci presentano brani tra i più focosi della loro discografia, molti dei quali tratti dal loro ultimo album “The Abyss In Silence”, uscito il 29 aprile 2022 per Argonauta Records. Un concept album, questo, che ci parla di vita e di morte, accettazione del destino e della perdita delle persone attorno a noi come ciclo naturale della vita stessa.

If I Die Today

Questi artisti ci portano quindi in un viaggio a base di intensità struggente, un coinvolgimento emotivo e sensoriale, rafforzato dalle luci rosso sangue pressoché fisse e dal fumo onnipresente, urlato con la tipica rabbia e  disperazione  post metal che ti colpisce come un diretto in pieno petto e ti prende a manate in faccia, mentre i presenti si ritrovano con i sentimenti a nudo e non possono fare altro che partecipare, urlando a loro volta e cantando con la band, a questa evocativa e violenta espressione artistica.

If I Die Today

Pubblico che impara ben presto, me compresa, a far loro spazio quando si avvicinano alla transenna: imprevedibili, indomabili come una belva, sono un concentrato di argento vivo, un moto perpetuo sul palco da parte di tutti gli elementi, una batteria che è sempre in procinto di decollare sotto la raffica incessante di bpm inflitti alla cassa dal mostruoso batterista, e ci pettinano come e quanto gli pare e piace.

If I Die Today

L’energico frontman Marco Fresia non si potrebbe fermare nemmeno con le bombe, anzi è lui a tirarne a iosa ai presenti: ci urla la sua ribellione contro tutto ciò che di ingiusto c’è a questo mondo passando da un growl all’altro, da uno scream all’altro, salta dal palco con microfono, asta e filo al seguito per cantare in mezzo alla sala, mentre i fan dapprima lo osservano in una sorta di reverenziale  stupore, e poi iniziano attorno a lui quello che sembra un girotondo tribale, perché qua parliamo prima di tutto di istinti e sentimenti primordiali allo scoperto.

If I Die Today

Melodie corrosive, spietate e claustrofobiche sono il comune denominatore dei loro lavori, una fusione di Hardcore, Metal, Rock e un pizzico di Punk proietta il loro suono nella sua forma più feroce ed emotivamente accesa:  giù il cappello, in alto i cuori e tabula rasa sul palco, gli If I Die Today, stasera, hanno dettato legge.

Despite Exile

Alla fine della loro performance ci guardiamo in faccia l’un l’altro, rompendo le file, ansimando quasi come se fossimo stati noi sul palco a correre e gridare; l’aria si è surriscaldata, c’è bisogno di una boccata d’ossigeno che qualcuno va a cercare fuori dalla sala, sullo stage si preparano gli strumenti della band successiva: nuovi artisti, nuovo girone infernale con i Despite Exile, imponente formazione post deathcore friulana di sei elementi (di cui ben tre chitarre) attiva sui palchi italiani ed europei dal 2010, che raccolgono strette di mano, complimenti e parole d’affetto di fan arrivati da ogni dove.

Despite Exile

Il momento del loro ingresso è più o meno l’unico, insieme a quello della loro uscita, in cui gli artisti si possono vedere bene in volto, prima che tutti si venga inghiottiti  dall’oscurità, dal fumo e dalle cupe luci monocromatiche, stasera offerte in quantità generosissima, per la disperazione e sconforto di chi provava a portare a casa qualche foto che si potesse ancora chiamare così. Si apre sulle note di “Disrupt”, nuovo singolo rilasciato in data 8 marzo 2024: ingresso raffinato ed epico per questa band capitanata dal versatile e talentuoso frontman Jei Doublerice, Jacopo Durisotti all’anagrafe,  riff melodici e breakdown ricchi di groove, seppur tra i meno pesanti.

Despite Exile

Esplodono di gioia i fan durante tutta la scaletta, che raccoglie vari tra i punti salienti dei Despite Exile, per esempio le tracce estratte dal loro lavoro più recente, l’album “Wounds” uscito il 2 dicembre 2022 via Kontrolla Music Group. Brani che sorprendono sempre per la raffica di brutalità e intensità tanto irresistibile quanto barbara a volte; i fan delle file dietro iniziano ad accalcarsi in direzione transenna, richiamati da Doublerice in un bagno di sudore: Venite, venite avanti, che non fa per niente caldo qua! Del resto vuoi che non faccia un caldo del diavolo, nella bolgia dantesca di stasera? Persino il pavimento del palco luccica ricoperto da una patina umida, le luci rosse e il fumo rendono l’atmosfera surreale e infuocata, è proprio il caso di dirlo!

Despite Exile

Perfetto in questo scenario il brano “Scepter”, una manciata di minuti ritmici e violenti, affilati, caratterizzati dai rapidi cambi di registro di Jei, sempre a suo agio tra scream, growl e all’occorrenza anche nel clean, per aggiungere alle tracce un tocco di eteree sfumature.

Despite Exile

Mentre  alle mie spalle si è dato inizio a un vivace round di pogo, il potente combo friulano dà libero sfogo a tutta la sua perfezione tecnica, maniacalmente attenti ai dettagli, raffinati anche in pieno growl, con un signor batterista come Simone Cestari che martella a 300 bpm con la (passatemi il termine) seraficità di chi sta bevendo il tè delle 5 e che insieme a Giovanni Minozzi al basso, è il potente motore che manda avanti questa macchina da guerra; armati di una  scaletta che accontenta veramente tutti grazie a melodicità, passaggi  tipicamente prog con il sapiente lavoro dei tre chitarristi, molto belli anche dal punto di vista scenografico nonostante lo spazio un po’ ristretto,  elargiscono  un wall of sound corposo, ma mai impastato.

Despite Exile

Il tutto senza dimenticare l’anima death, sicuramente tecnica, ma fortemente improntata alla melodia, di questi affiatati musicisti. A mio parere Jei e i suoi Despite Exile possono andare d’accordo anche con coloro i quali non amano molto i generi musicali con le declinazioni in ” -core”, ma che hanno anima, cuore e orecchie sufficientemente aperti, in tutti i sensi, per apprezzare la qualità e l’impegno dietro questi lavori. L’appuntamento per i fan festanti è in area merch, in tanti non vedevano l’ora di scambiare due chiacchiere, pareri e opinioni con questi artisti.

Counterparts

Sempre più spettinata, ma ancora fisicamente (e sottolineo fisicamente) sana, osservo il palco cambiare aspetto e disposizione per accogliere gli headliner, ovvero i Counterparts, gruppo melodic hardcore / metalcore originario di Hamilton, Ontario, nato nel 2007. Nel loro curriculum sette album in studio, di cui i due più recenti hanno ricevuto diversi riconoscimenti da testate del settore; 4 ep, svariati video, considerati una delle più potenti band della Metalcore revival wave.

Counterparts

Era evidente fin dall’inizio che i Counterparts sono il gruppo che tutti non vedevano l’ora di incontrare, e quando il quartetto canadese fa il suo ingresso, ben carburati con birra in mano, appaiono felici, divertiti e rilassati come a casa loro nonostante fossero dall’altra parte dell’oceano. Ora che vi ho un pochino infarinati su chi siano questi artisti, prendete il vocabolario e andate a cercare la definizione della parola “detonazione”: reazione esplosiva, pressoché istantanea, caratterizzata da una velocità dell’onda esplosiva superiore a quella del suono.

Counterparts

Così, e non in altri modi, posso definire l’accoglienza che il popolo del Legend riserva loro, specialmente quando il frontman ed esperto vocalist Brendan Murphy prende le redini in mano e dice:  Hey, we’re here to have some fun, and I know we’re all a bit fucked up, so do whatever you want, jump on the stage, sing with us, surf the crowd!

Counterparts

Ed ecco che anarchia totale fu: come se ci fosse bisogno di dirlo. Per tutta la durata del concerto riceverò fan sulle vertebre  cervicali, in testa, sulla schiena, saprò il numero di scarpe di molte persone dopo averne ricevuto le suole addosso, rendendo il tutto assolutamente divertente e liberatorio quando sei un fan, ma decisamente ostico, e a tratti impossibile, riuscire a lavorare in quelle  condizioni, con un occhio al palco e uno dietro la schiena, per intercettare la potenziale traiettoria del prossimo fan catapultato sul palco. Ovviamente niente pit, ma va bene così, ci tengo.

Counterparts

Le persone si susseguono in un via vai senza fine, atterrando ai piedi dei musicisti; persino la transenna oscilla sotto lo tsunami di spinte del pubblico che si protende con tutto il corpo, allungando mani e braccia e urlando, verso Murphy, come se da lui dipendesse la loro sopravvivenza. Nonostante le battute di Murphy, che sempre ama interagire con i fan, i Counterparts sono una delle band più affidabili ed emotive che abbelliscono il Metalcore, e hanno alcuni delle fanbase più devote e profondamente coinvolte.

Counterparts

Basta guardare il mare di persone che fanno surf durante “Monument”, o partecipare all’assordante canto di “Whispers Of Your Death”  (sì, gli stessi che ho sentito io in certi momenti): brano ruggente con la potenza oceanica delle chitarre post metal, ondate che si schiantano sulla riva di voci ruggenti e percussioni punitive, mentre il doloroso e vivido  Make your cancer mine! di Brendan squarcia  l’aria e il paesaggio sonoro, urlato in risposta dal pubblico con tutta la passione possibile; anche le parole  I choked on the taste of tears, until both of my eyes ran dry  sono particolarmente potenti, quando vengono urlate da tutti in sala.

Counterparts

La scaletta comprende molti dei loro best hits, mescolati con materiale più recente tratto dall’ultimo album “A Eulogy For Those Still Here”, pubblicato il 7 ottobre 2022 per Pure Noise Records: il filo conduttore di questo album è la tristezza unita al dolore per la perdita di qualcuno, un disco pieno di sfida e resilienza, che si fa strada attraverso l’agonia in tempo reale.

Counterparts

I Counterparts creano brani vitali ed essenziali per chi ne ha più bisogno: una scarica sonora in cui eliminare il dolore e trovare conforto nelle parole di Murphy, in grado di esorcizzare i demoni nella vita di ognuno. Questo è probabilmente il loro sforzo più melodico ed edificante, che dimostra il loro talento come cantautori quanto la loro abilità nello scrivere breakdown nodosi. Lasciate che ve lo dica, non è il solito spettacolo hardcore.

Counterparts

Come una bestia ferocemente senza freni, la loro è una carica senza pietà che riporta ad accenni di Stick To Your Guns, SeeYouSpaceCowboy, e l’influenza inconfondibile dei Comeback Kid; tuttavia, i Counterparts prendono questi elementi fondendoli con la spigolosità che è il loro marchio di fabbrica.

Non so nemmeno io come abbia resistito a questa onda anomala di elettricità viva, quando il concerto arriva al termine il nostro quartetto canadese saluta, ringrazia, Brendan abbraccia chi in quel momento era sul palco; i fan vanno praticamente cacciati via a forza, aspettano un rientro inaspettato, qualche fortunato riceve la set list cartacea, bacchette della batteria, un plettro forse. Per l’ennesima volta mi ritrovo scarmigliata e probabilmente con l’espressione in volto di chi ha fatto l’appello a tutti i santi;  mentre mi trascino verso l’uscita, mi sento esattamente come scrisse Dante Alighieri alla fine del suo “Inferno”:  E quindi uscimmo a riveder le stelle. Probabilmente le emozioni contrastanti e un paio di botte in testa mi hanno reso filosofica. Parva scintilla magnas flammas excitat: una piccola scintilla scatena grandi fiamme. Ai Counterparts è bastato comparire sul palco per scatenare  un incendio nei cuori dei fan che già si preparano a seguirli nella prossima, devastante data.

Articolo e foto di Simona Isonni

Set list Counterparts Milano 11 giugno 2024

  1. Love Me
  2. Choke
  3. Bound To The Burn
  4. No Servant Of Mine
  5. What Mirrors May Reflect
  6. Your Own Knife
  7. Stranger
  8. Wings Of Nightmares
  9. Paradise And Plague
  10. Sworn To Silence
  11. Unwavering Vow
  12. Monument
  13. 07 26 2020
  14. Whispers Of Your Death
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