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Finneas live Gardone Riviera

Pop melodico di buona fattura, suonato dal vivo con classe

Non starà facendo di certo la storia della musica Finneas Baird O’Connell, in arte semplicemente Finneas, che mercoledì 9 luglio ha tenuto il primo concerto da solista della sua carriera al Duse del Vittoriale degli Italiani, a Gardone Riviera. Un debutto che coincide anche con l’unica sua data in Italia per il fratello di Billie Eilish, con la quale aveva suonato in Italia, evento ricordato dal cantante durante la serata. Finneas, che oltre ad aver lavorato con la sorella ha prodotto ed è stato autore per Justin Bieber, Selena Gomez, Camila Cabello, Benny Blanco e John Legend, ha regalato un concerto piacevole e onesto, sorretto da una giovane band che ha offerto una buona performance, non memorabile, ma di sicuro pulita e orecchiabile.

Nel senso, penso sia chiaro a tutti e tutte quello che ci siamo dovuti sorbire per un lungo e interminabile decennio, sia sul fronte nazionale che internazionale. Ora, quando ormai non sono rimaste che macerie e scorribande alla maniera di Ken Shiro, non resta che provare a ricostruire. Il mondo sotterraneo ci pensa con i suoi mezzi, mentre l’ambito commerciale e mainstream punta su personaggi positivi come Finneas che, visto in scena, ha tutte doti positive. Sa cantare, sa tenere il palco, smuove emozioni nei più giovani e nelle più giovani, fa ballare mamme e figlie, strappa abbracci fra giovani coppie e regala un Pop melodico di buona fattura, suonato dal vivo con classe.

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Pianoforte e chitarre, oltre a una presenza scenica da bravo ragazzo, con jeans e capello biondo composto – e non paglia e fieno alla Cobain – fanno di Finneas il giusto segmento B dell’iconica sorella. Il giovane cantante non può non citarla, come d’altronde, una volta che le lampade sono accese dalla galleria, il cielo illuminato dalla luna, l’omaggio al Piave risplende fra i cipressi e l’equino di Paladino si staglia sul Garda fin troppo illuminato, Finneas, si diceva, non può non confessare la sua emozione nel suonare, riassumo, in un luogo così bello e significativo, che produce belle emozioni.

Una lunga cavalcata di 19 brani, senza bis – se non un mp3 dei redivivi Oasis che accompagna i fan all’uscita – sono la carta d’identità di Finneas che certifica la sua carica pop dal secondo brano in scaletta, e cioè “Lotus Eater”. L’apertura, affidata a “Star Fucker”, ha tratto in inganno perché sembrava che la serata andasse nella direzione del cantautorato. E invece il Pop, con qualche timido tentativo di sfociare nel Rock, c’è. Senza eccedere, come d’altronde sarà tutta la sua performance: un concerto non da mediano, e tanto meno di chi vuol essere un duro, o uno spericolato alla Steve McQueen. Niente di tutto questo appunto, ma semplicemente sul palco c’era un bravo ragazzo che presentava le sue storie d’amore sotto forma di canzone.

Insomma l’americano che tutti desideriamo di incontrare, che ringrazia, è gentile e sa stupirsi del fatto che non esistono solo gli States. Il trittico “Angel”, “The Kids Are All Dying” e “A Concert Six Months From Now”, certifica il suo atteggiamento artistico di ragazzo per bene, che si rovescia su un pubblico che con fatica viene fatto sedere e che vuole ballare. “A Concert Six Months From Now” e “2001” sono il momento acustico che non può mancare in uno spettacolo costruito, comunque, per emozionare con le sette note, fatto che accade dalla notte dei tempi. Che questo poi, oggi, passi anche attraverso la presenza scenica e uno storytelling che un tempo era la forza di magazine come “Cioè” (i fratelli e le sorelle di… che fanno cose, vedono gente, hanno storie e bella presenza…), non è poi affatto da condannare. Anzi. Finneas ha anche fatto sentire di saper cantare, come in pezzi come “Mona Lisa” e “The Little Mess You Made” dove, soprattutto in quest’ultimo brano, ha mostrato di aver studiato l’arte, di non averla messa da parte, e di saperla sfruttare al meglio con variazioni di tonalità e di crescendo ottimi.

“Family Feud”, “I Lost A Friend” e “Break My Heart Again” strappano applausi e le prime lacrime, perché chi è al Vittoriale sa che il tutto sta per finire. I cinque giovani musicisti che sorreggono Finneas (uno dei quali, alle tastiere e basso, sfodera a inizio concerto una T-shirt di Vasco Rossi, forse convinto che i giovanissimi che ha davanti al palco siano fan del rocker di Zocca, dimostrando invece di non conoscere la realtà musicale italiana, con tutte le sue cesure generazionali) dimostrano tutto il potenziale in “Let’s Fall In Love”, dove la chitarra e il basso si impegnano per suonare e non essere più solo tappetino. Lo spettacolo, almeno quello musicale, si chiude con “Fcol”, ma le emozioni dei giovani non scemano subito. Anzi, fra cori di “sei bellissimo” fino all’immancabile attesa al cancello, Finneas, da buon professionista, non cade nell’essere caciarone all’italiana. Chiude lo show dopo 19 canzoni, saluta e in modo educato, e se ne va.

Resta una buona performance che ha messo d’accordo tutti, e forse questo è il limite di un pop così giovane: che non può non piacere, nel senso di un ascolto, anche solo per distrazione, libero dal peso della quotidianità. Un concerto piacevole che conferma che il festival Tener-A-Mente sia fra i pochi che cercano nomi nuovi, lanciano sfide e provano anche a vincerle con un buon successo, come è successo con lo spettacolo di Finneas.

Articolo di Luca Cremonesi
Foto courtesy Festival Tener-a-mennte / Davide Mombelli

Set list Finneas Gardone Riviera 9 luglio 2025

  1. Star Fucker
  2. Lotus Eater
  3. Cleats
  4. Sweet Cherries
  5. What’S It Gonna Take
  6. Angel
  7. The Kids Are All Dying
  8. A Concert Six Months From Now
  9. 2001
  10. Little Window
  11. Mona Lisa
  12. The Little Mess You Made
  13. Only A Lifetime
  14. Til Forever Fall Apart
  15. Family Feud
  16. I Lost A Friend
  17. Break My Heart Again
  18. Let’s Fall In Love
  19. Fcol

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