
Buona la prima il 27 giugno, sia per il Festival Tener-A-Mente, che si svolge nel teatro Duse del parco del Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera (Bs), casa del Vate Gabriele D’Annunzio, sia per il duo Hermanos Gutierrez, che finalmente arriva a suonare in Italia, per la prima volta. Concedetemi una breve premessa. In un recente articolo, Benjamin Leclercq sul quotidiano francese Libération sottolineava come l’epoca dei grandi festival sia in declino. La cosa è stata accennata anche in conferenza stampa, alla presentazione di questa nuova edizione di Tener-A-Mente.

Le persone sono alla ricerca di buona musica e, allo stesso tempo, di una dimensione umana dove sia ancora possibile vivere una vera esperienza artistica ed emozionale. Il concerto dal vivo è tutto questo, quando non si trasforma in evento mondano e commerciale. Una cosa è certa: il festival del Vittoriale si conferma una kermesse di altissima qualità artistica, in un luogo che è capace di emozionare per la bellezza della location – la vista lago e la casa del Vate – e per la dimensione che il Duse permette ancora di vivere in diretta. Lo percepiscono gli artisti e lo vive il pubblico, creando così una relazione che ormai è difficile trovare in altri contesti.

È anche questa la prima caratteristica che emerge evidente dallo show di debutto dell’edizione 2025, soprattutto nella parte finale, quando, dopo quasi due ore di immersione in suoni del tutto esotici per questa location, le persone si sono lasciate andare a lunghi applausi. Gli artisti sono tornati, ma non per contratto, bensì perché davvero hanno sentito su di sé una carica che era impossibile non condividere. Nessuno se ne voleva andare, e questo è il senso di un’esperienza artistica: la capacità di essere catarsi e sospensione dal tempo ordinario dell’esistenza.

Hermanos Gutiérrez è un gruppo strumentale latino che si è formato nel 2015 a Zurigo dai fratelli ecuadoriani-svizzeri Alejandro Gutiérrez ed Estevan Gutiérrez. La “prima” italiana tradisce un po’ di emozione, ma i due, soli in scena con una pedana, tre chitarre e qualche percussione (un set minimale al centro del grande palco che guarda sul Lago di Garda), superato l’imbarazzo iniziale, hanno regalato musica di grande qualità.

La scaletta è la stessa degli ultimi concerti, con 15 brani che ruotano attorno a una produzione discografica che ha fatto parlare di sé in questi anni. Le atmosfere sono quelle dei Calexico, della musica del Messico, delle colonne sonore di film western, con innesti di musica country, e chitarre che ricordano Paco de Lucia. Si potrebbe continuare all’infinito per trovare assonanze di un duo che, però, ha avuto la forza di fondere suoni per realizzare nuove ed evocative sonorità.

Il risultato è stato quello di un pubblico letteralmente catturato e legato agli arpeggi e alla produzione di suoni che i due fratelli hanno messo in scena. Poche parole, quelle che servono per descrivere un po’ i brani, spesso abbinati tra loro, o per stemperare una palpabile emozione. Il resto è stato suono, senza sosta e con un ottimo ritmo che ha creato un flusso sonoro continuo, capace di sospendere spazio e tempo.

Immersi nel verde lacustre, tra leggeri fili d’aria che hanno stemperato una calura torrida mai così pungente, i Gutierrez sono stati in grado di far viaggiare tra deserti, ampi spazi del Sud America, zone del selvaggio West, e territori lontani da questa macchia mediterranea. Un mondo musicale impegnativo, non certo immediato, anche se il pubblico era consapevole di quello che stava ascoltando, segno che la scelta di puntare su concerti esclusivi ha pagato in termini di qualità della presenza di pubblico, e di quantità. Una musica, quella proposta il 27 giugno, che ha richiesto un totale abbandono per entrare in sintonia con un viaggio interiore, fatto di suggestioni, spazi mentali, ampie parti e zone aride dove ognuno di noi, presente in sala ma assente al nostro normale pensiero razionale, ha potuto trovare luoghi nei quali appartarsi con i propri pensieri.

Così, quando lo sguardo si perdeva nella natura del Vittoriale, i suoni di piccole suite come “Agua roja / Railroad Vista / Western Bronco (Desert Medley)”, oppure “El bueno y el malo / Cumbia lunar”, e il recente “Sonido cósmico / Pueblo Man”, riportavano tutti in scenari diversi da quelli che si percepivano. La magia è stata tanta, e questo è il merito di un suono compatto, evocativo e allo stesso tempo pungente, che ha saputo trasfigurare i presenti. Non è un caso, dunque, che in teatro ci fossero molti bambini in fasce, che hanno vissuto con piena armonia questa musica. Li ascoltavo durante la gravidanza, mi racconta una mamma con il padre che tiene in braccio il piccolo, di pochi mesi, che sorride a questi suoni mentre ne viene coccolato.

“Esperanza” e “El desierto” chiudono la parte ordinaria del concerto, con l’esecuzione perfetta di due brani capaci di portare il pubblico ben lontano dal luogo in cui ci si trova seduti. Il caldo del Garda diventa il caldo del deserto, e attorno sorgono spettri che non sono più le ombre lunghe dei cipressi, ma quelle di un deserto che rimanda al mondo di “Butcher’s Crossing” di John Edward Williams, o alla serie evento Breaking Bad. A quel punto decido che è giusto provare a vivere la magia, sul finale, dei due bis che strappano lunghissimi applausi (sinceramente, in tanti anni di Vittoriale, ne ho sentiti pochi di così lunghi), per le strade solitarie di Gardone.

Mi alzo, percorro in solitaria parte dei viali del Vittoriale sulle note di “El camino de mi alma”, e devo dire che davvero ho percepito un mondo che non mi apparteneva. La discesa, fra le piante alte, è sulle note di “El sol avenue”, brano breve e intenso, che non fa muovere nessuno dal Duse. Per strada ci sono solo io, circondato dal deserto attorno a me. Questa è la vera atmosfera che mi ha regalato quella passeggiata, dove le note dei Gutierrez risuonano in un paese che, per pochi minuti, diventa vero pueblo del Sud America. Magici, e per davvero, con la capacità di regalare magia. Se vi capita, andate a sentirli, con la giusta predisposizione d’animo.
Articolo di Luca Cremonesi, foto di Roberto Fontana

Set list Hermanos Gutierrez Gardone Riviera 27 giugno 2025
- Lágrimas negras / El fantasma
- Thunderbird
- Rain God
- Venganza / El jardín
- Recuerdos / Hijos del sol
- El bueno y el malo / Cumbia lunar
- Agua roja / Railroad Vista / Western Bronco (Desert Medley)
- Sonido cósmico / Pueblo Man
- Until We Meet Again
- Low Sun
- Tres hermanos
- Esperanza
- El desierto
- El camino de mi alma
- El sol avenue