
Finalmente ha inizio, anche per me, il 2025 sottopalco, quello dei pit inesistenti, delle luci più o meno buone e delle ossa scricchiolanti sotto i surfer di turno. Vi vedo che pensate Ci siamo, è tornata coi suoi demoni e i suoi incisivi sparsi per la sala anche quest’anno: siccome non solo sono tornata, ma mi sento anche magnanima, vi lascio il tempo di riabituarvi ai miei Speriamo di uscire vivi di qui e vi porto, l’8 febbraio, al Forum 19 di Veruno, dove ci si sente a casa anche se è la prima volta che ci si mette piede, come nel mio caso. Stasera va in scena il signor Prog, quello per palati e soprattutto orecchie raffinate, in un concerto che si sorseggia come il più pregiato dei vini, lentamente e con passione. È la festa degli amici del Ver1 Musica con la presentazione del doppio DVD The Best of… 2DAYS PROG +1 – edizione 2024. Arrivo sotto la pioggia battente, ed entrata nella sala vengo subito accolta dal popolo del Veruno Festival, conosciuto lo scorso settembre 2024 (i nostri report giornata1 e giornata 2) e ritrovato come se ci si fosse salutati il giorno prima.

Ad accogliermi sulla porta, con tanta simpatia e un grande sorriso c’è anche il primo artista che si esibirà da lì a poco, ovvero Dino Fiore insieme al suo progetto strumentale Fleurfolia, che si spinge oltre i confini consolidati del Prog Rock con un risultavo nuovo, originale e tutt’altro che scontato.

Dino Fiore, bassista autodidatta dal 1972, autore, compositore, responsabile a & r presso la label Aenima Recordings, ha calcato i palchi di tutto il mondo e partecipato ai festival prog più prestigiosi, oltre alla presenza nei teatri italiani; fondatore, insieme a Paolo Ferrarotti, de “Il Castello Di Atlante”, uno dei gruppi progressive italiani più longevi, una chicca da intenditori attiva dal 1974. Un artista di enorme esperienza e grande cuore che sia prima che dopo il concerto ha una parola e un sorriso per tutti, firma autografi, ogni fan lo ferma per stringergli la mano.


Sul palco, Dino Fiore ci dà una chiara dimostrazione della sua sensibile creatività, a suo agio con Emanuele Bodo alla chitarra e Mattia Garimanno alla batteria, musicisti di alto livello con i quali interagisce e lavora in affiatamento e complicità assoluti, in una esibizione ricca di sfumature, abilissimi a creare panorami sonori diversi che rendono il tutto piacevole all’ascolto e che incuriosiscono il pubblico traccia dopo traccia. Vorrei essere musicista, ora, per potervi descrivere quell’arma a sei corde, quel motore potentissimo che Dino porta tra le mani e col quale concepisce suoni che riempiono la sala intima e raccolta del Forum 19, facendola vibrare fisicamente.

Io stessa dirò a Fiore Mi hai fatto tremare la pancia! Perché ragazzi, quello era. C’era da sperare che non venisse giù qualcosa; non è semplice in soli tre elementi riempire di suoni un locale in questa maniera corposa, fisica, ma loro l’hanno fatto con grande facilità. Tanti brani che entusiasmano gli ascoltatori come la toccante “Chernobyl” o il nuovo singolo “The Wise” sono cristalli preziosi da custodire gelosamente nel ricordo di un live senza sbavature e senza tentennamenti anche nei molti passaggi altamente tecnici.

Alla fine del concerto, mentre si prepara il palco per la formazione successiva, c’è ancora tempo di chiacchierare con Dino Fiore: Per fortuna che ci siamo noi vecchietti a tirare avanti! Vecchietti un corno. Meno male che ci sono persone così, di grande esperienza e umanità, a far conoscere alle nuove generazioni le caleidoscopiche sfumature di questo immenso mondo musicale.

Nel frattempo, sul palco, i mitici Il Bacio Della Medusa stanno prendendo i loro posti per il concerto elettroacustico, come loro stessi l’hanno definito. Nati a Perugia nel 2002, patrimonio nostrano del Prog inizialmente legato alla scena storica degli anni 70, vedi PFM o i De De Lind, e gli Ange d’oltralpe, nel tempo sviluppa un inconfondibile linguaggio proprio, più moderno, più viscerale.

Eccellenti arrangiamenti, testi ispirati e poetici, da ascoltare con attenzione, atmosfere teatrali da pelle d’oca: questo il biglietto da visita de Il Bacio Della Medusa che dalla prima nota si impossessano dell’attenzione di tutto l’auditorium, mentre passano da atmosfere malinconiche e oscure al Prog sinfonico più puro con una disinvoltura stupefacente.

Io, che li vedo per la prima volta, ricevo il bacio della Medusa direttamente sul cuore al secondo brano in scaletta, “Confessione d’un amante”, tratto dal concept album “Discesa agl’inferi d’un giovane amante”, uscito nel maggio 2006, il secondo della loro discografia e considerato da fan e critica uno tra i migliori album di Prog italiano degli ultimi 40 anni.

Ispirato al V canto dell’ Inferno dantesco, come l’intero album da cui proviene, questo brano è un’oasi tra le pene più indicibili, una struggente dichiarazione d’amore sostenuta dall’espansiva malinconia degli strumenti, che mi fa desiderare di chiamarmi Francesca solo per sentirmi dedicare tanta passione.

Ogni musicista, dotato di una tecnica sopraffina, riesce a trovare durante tutto il concerto il suo spazio per emergere e brillare, con i suoni eleganti e soavi del violino di Erika Bastianelli, del flauto traverso e del sax di Eva Morelli, delle tastiere del bravissimo Diego Petrini, che a seconda del caso suona anche la batteria. Contemporaneamente: mano sinistra ai piatti, mano destra ai tasti. Io, che faccio fatica a prendere due appunti mentre parlo al telefono, resto a bocca aperta davanti a tanta coordinazione.

Sonorità immense, che dialogano costantemente con la ritmica del basso acustico di Federico Caprai e le chitarre di Andrea Morelli, fratello di Eva. Degna di nota la performance vocale di Simone Cecchini: carica di pathos, magnificamente duttile ed espressiva, si fa ricordare la per versatilità che raggiunge picchi quasi teatrali, e la disinvoltura con cui Simone riesce a modulare e cambiare tonalità, e la duttilità del suo cantato trasmette con precisione le emozioni vissute dai soggetti narrati.

Un talento vocale ricco, provocatorio e imponente, ma a differenza del modo in cui alcune band si lasciano trasportare dalla voce costante, lui sa quando rilassarsi e lasciare che sia la musica a occupare il palco. Lo fa spesso, ci sono lunghi passaggi strumentali. Tempi e stili si alternano perfettamente, armoniosamente, tra ballate sognanti e accompagnamenti tipici del Prog sinfonico.

Tutta la scaletta, che ci propone ghiotti bocconcini della discografia de Il Bacio della Medusa, presenta testi poetici, scritti e interpretati con enfasi da questi ottimi artisti. Tutti i presenti sono assorti e rapiti davanti a questo viaggio sonoro eccezionale, accompagnato da giochi e lampi di luce, e sono lunghi e calorosi, carichi d’affetto, gli applausi dei fan vecchi e nuovi che iniziano ad avvicinarsi al palco per i saluti, o per farsi firmare dischi e set list cartacee, quando il concerto volge al termine.

Baciati dalla Medusa, penso osservandoli in disparte, ma stavolta la Medusa non li ha trasformati in pietra, ma ha preso in mano il loro cuore, restituendolo pieno di meraviglia. Miracoli che solo la Musica può fare: fuori l’aria profuma di pioggia, fa freddo, ma in questo momento il mondo non se ne accorge e ruota attorno alla bellezza della band. Quando esco nella notte per rientrare a casa, il mio sguardo nota il familiare campanile del paese, che mi riporta a festosi ricordi di tarda estate: ci rivediamo a settembre, Veruno!
Articolo e foto di Simona Isonni


Set list Il Bacio Della Medusa Veruno 8 febbraio 2025
- Preludio: Il Trapasso
- Confessione D’Un Amante
- Il Vino
- La Sonda
- 5 e 1/4: …Fuori Dalla Finestra Il Tempo è Dispari
- Animatronica Platonica
- La Dolorida
- Zio Klaus
- Dentro Monika Qualcosa Non Va
- Cantico Del Poeta Errante
- De Luxuria, Et De Ludo, Et De Taberna
- Simplicio