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Kenny Wayne Shepherd live Gardone Riviera

Al talento vero, puro e genuino del giovane bluesman ha fatto da contraltare una band da brividi

Per l’ultimo concerto degli ospiti internazionali della stagione 2025 del Festival Tener-A-Mente del Vittoriale di Gardone Riviera (Bs), ovvero il bluesman Kenny Wayne Shepherd, esibitosi domenica 27 luglio nell’unica data italiana estiva, credo si possa partire dalla fine. L’ultimo brano in scaletta è stato il grande classico di Jimi Hendrix “Voodoo Child (Slight Return)”. Inutile dire che per confrontarsi con un pezzo del genere serve coraggio, e allo stesso tempo, si è obbligati a darne una resa perfetta, non solo da un punto di vista formale (il minimo sindacale, insomma), ma anche per l’atmosfera, è sintomo di gran classe. D’altronde, sui quotidiani bresciani è arrivato un endorsement importante prima dello show, quello di Fabio Treves, a cui il Blues in Italia deve molto per essere stato portato ad alti livelli. Per Treves, Kenny Wayne Shepherd è tra i migliori bluesmen contemporanei, un giovane veterano che ha raccolto il testimone della musica del diavolo e lo tiene orgogliosamente in alto (intervista raccolta dal Giornale di Brescia da parte di Enrico Danesi, giornalista, critico e recensore di ottima qualità).

Vittoriale degli italiani, Davide Mombelli, KENNY WAYNE SHEPHERD

Chi era al Vittoriale lo ha potuto constatare per tutta la durata del concerto e, soprattutto, in quest’esecuzione finale di un classico puro come “Voodoo Child (Slight Return)”. Ciò che più ha colpito è stata la capacità di portare nel presente i suoni del passato, senza però farli sembrare lontani nel tempo. Il pezzo di Hendrix sembrava davvero essere stato pensato per questa platea. Pulito, senza sbavature e allo stesso tempo ricco di suono, variazioni e modulazioni. Un Blues 2.0 che, di fatto, non innova (ma serve davvero innovare nel Blues?), ma che rilegge con tanto rispetto e passione.

Se l’essenza del concerto è tutta in questo bis atteso, perché Kenny Wayne Shepherd ne ha fatto un cavallo di battaglia delle sue esecuzioni live, oltre ad averlo già inciso, non da meno è stato il resto del concerto, uno show che ha spaziato nella produzione del chitarrista originario della Louisiana, oltre ad alcune cover (non troppe rispetto alle scalette dei recenti Festival nei quali è stato ospite prima di approdare alla casa del Vate). Al talento vero, puro e genuino, ma mai sbavato e disattento di Shepherd, ha fatto da contraltare una band da brividi, e non per il vento che incombeva, con tanto di temporale e lampi, sul Duse.

Vittoriale degli italiani, Davide Mombelli, KENNY WAYNE SHEPHERD

Sul palco, e già questo basta per “tremare”, c’era Chris “Whipper” Layton (che ha suonato con Stevie Ray Vaughan e Double Trouble) alla batteria. Con lui la Kenny Wayne Shepherd Band, una sorta di E-Street Band a trazione blues, dove la predominanza di musicisti bianchi non ha fatto comunque rimpiangere l’unico musicista di origini afro-americane presente ai fiati. La sintesi è presto detta: fiati perfetti; seconda chitarra che ha dato apporto vocale e supporto ritmico eccellente; tastiere e organo degni delle migliori Blues House statunitensi, e un Kenny Wayne Shepherd che non ha dato tregua. Anche quando, come preannunciato a inizio concerto, avrebbe dovuto, e cioè per lasciare spazio alle campane del paese, dato che la comunità aveva aderito all’appello per Gaza. Chi c’era sa che non c’è stata alcuna premeditazione, ma una semplice estasi dovuta all’esecuzione magica prima di “Deja Voodoo”, e a seguire “Shame, Shame, Shame”. Il pubblico, infatti, ha regalato molto calore, con un’estasi che raramente si vede al Vittoriale per questo tipo di concerti, ma di questo parleremo fra poco.

Spazio anche per momenti più sereni, con il ritmo che è rallentato sull’esecuzione di “Imagination” e “The Middle”, la prima eseguita dopo i vortici di accordi e scale dei Blues “made in Shepherd”, e il secondo che ha visto il chitarrista della Louisiana cimentarsi in un solo lento, con il tappeto musicale della band, del tutto inatteso. Ecco, l’unica nota stonata – forse – è stata la ripresa successiva, dove “I Want You”, “While We Cry” e “I’m a King Bee” (cover di Slim Harpo) hanno rallentato un po’ troppo un ritmo che, fino a quel momento, era stato di tutt’altra natura.

Vittoriale degli italiani, Davide Mombelli, KENNY WAYNE SHEPHERD

La quiete prima della tempesta, però, e non perché il temporale che ha aleggiato tutta sera sulla nostra testa si sia scatenato, ma perché l’irrompere prima di “Blue On Black” del 2018 ha scaldato la platea, che si è ritrovata sotto il palco, e poi del pezzo di Hendrix, della durata complessiva di oltre 12 minuti, ha regalato la consapevolezza che il Blues 2.0 di Kenny Wayne Shepherd e della sua band ha davvero una marcia in più. Cerchiamo di sintetizzarlo in questo modo: una genesi attiva di un mondo ben codificato in schemi classici che possono però variare nel tempo e nello spazio.

Il Festival Tener-A-Mente chiude con Kenny Wayne Shepherd la serie di concerti degli ospiti internazionali. Dal 2026 ci sarà una ripresa a settembre, ma questa è un’altra storia. Quella di quest’anno ha superato le aspettative che, in conferenza stampa, preoccupavano le organizzatrici, dato che molti artisti stranieri non avevano messo in conto di passare dal Bel Paese. E il pubblico ha confermato tutto questo, perché oltre ai sold out, graditi e sperati, va detto che c’è sempre stata una platea molto preparata, esigente e attenta. Il Vittoriale, infatti, ha saputo regalare una stagione magica, ricca di sfumature e generi, con momenti popolari e perle di rara e unica bellezza, confermandosi come una realtà speciale nel panorama dei festival musicali italiani.

Articolo di Luca Cremonesi 
Foto courtesy del Festival – Davide Mombelli

Set List Kenny Wayne Shepherd Gardone Riviera 27 luglio 2025

  1. Woman Like You
  2. She Loves My Automobile
  3. Dirt On My Diamonds
  4. I Got A Woman
  5. Watch You Go
  6. Deja Voodoo
  7. Shame, Shame, Shame
  8. Imagination
  9. The Middle
  10. I Want You
  11. While We Cry
  12. I’King Bee
  13. Blue On Black
  14. Voodoo Child (Slight Return)
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