Ci siamo smossi fra strade che hanno smarrito i colori e si sono riempite di persone che non hanno più nulla. Lì abbiamo immaginato una realtà parallela, un mondo surreale dove soffia un vento pieno di nuova speranza. Così Lory Muratti e Andrea Fumagalli, in arte Andy, descrivono in poche parole il cuore pulsante del loro progetto “L’ora delle distanze”, che dopo alcune date per così dire di riscaldamento, ha preso vita nella sua forma live definitiva il 18 ottobre al Black Inside di Lonate Ceppino, un tranquillo paesino in provincia di Varese, per una sera sconvolto dal colorato spettacolo portato in scena dall’eccentrico duo (la nostra intervista).


“L’ora delle distanze” è un progetto di ampio respiro, la cui gestazione è durata più di vent’anni, per finalmente vedere la luce nel 2024: un viaggio nell’immaginario fluorescente di Andy, i cui quadri hanno ispirato il romanzo omonimo scritto da Lory Muratti, a sua volta accompagnato da due canzoni scritte a quattro mani, “L’ora delle distanze” e “La caduta”, uscite in vinile 45 giri con doppio lato A, che fanno da incipit e chiusura della storia raccontata nel libro.
La versione live, ribattezzata “One Night nelle Distanze”, va in qualche modo ad arricchire e completare questo percorso: la serata è infatti aperta da una cena ideata dallo chef torinese, nonché editore del romanzo, Fabio Mendolicchio, che con i suoi piatti particolarissimi ha tradotto in arte culinaria le suggestioni visive frutto della creatività dell’Andy pittore, andando a colpire i sensi del gusto e dell’olfatto quando invece libro, dipinti e canzoni coinvolgono tatto, vista e udito.


Non è tutto: Lory e Andy sono infatti i protagonisti di un talk curato dallo psicologo e cantautore Davide Gammon, in cui i due artisti spiegano la genesi de “L’ora delle distanze” e ne approfondiscono le tematiche, grazie anche a un simpatico gioco surrealista nel quale gli astanti sono chiamati a pescare da un piccolo scrigno una serie di domande, ritagliate dal testo del libro, rispondendo alle quali gli autori riescono di volta in volta a far luce su un diverso aspetto del progetto.


Dopo qualche minuto di pausa, ci si trasferisce tutti nella piccola ma ben attrezzata sala concerti della venue, dove i presenti sono in fremente attesa di scoprire cosa li attenderà in quello che è il fulcro della serata, definito dagli stessi protagonisti “Concerto Recitato”.


Alle spalle del palco iniziano ad essere proiettate delle immagini di desolate periferie urbane, mentre sul soffitto della stanza, al contrario, forme coloratissime e mutevoli appaiono come per magia sopra alle teste del pubblico sorpreso; nel frattempo, Andy sale sul palco e crea con il suo synth un paesaggio sonoro fumoso, sul quale Lory comincia il suo monologo introduttivo: concentrato a comunicare, con le parole ma soprattutto con il linguaggio del corpo, il senso di oppressione che sta provando il protagonista della storia in questo momento, l’artista racconta di un mondo grigio e monotono, annoiato dai sogni e che deve essere fatto saltare per aria.


Appare tra le sue mani una chitarra elettrica: un semplice ma efficace arpeggio in clean viene suonato e poi riprodotto all’infinito dal looper, facendo crescere la dinamica sempre di più, le note che stillano come il colore che entra in circolo al personaggio principale, permettendogli di evadere dalla quotidianità e di entrare nel mondo variopinto delle Distanze.

Al culmine della tensione, Lory e Andy eseguono a due voci il primo brano dello show, “L’ora delle distanze”, che sul groove di una batteria volutamente robotica e pesantemente riverberata, fa immergere i presenti in un’atmosfera epica e drammatica, al cui apice le due linee vocali sembrano inseguirsi per infine intrecciarsi come i rami dell’edera.
C’è un continuo alternarsi tra canzoni e stralci del romanzo, recitati da Muratti, nello show pensato dai due artisti: ora il protagonista, che nel mondo delle Distanze assume la forma del suo alter ego Fluon – creazione ed emanazione di Andy, in realtà – è impegnato a dialogare con lo stesso biondo polistrumentista, il cui personaggio ha qui la funzione di una sorta di Caronte futuristico, contemporaneamente guida, antagonista e grillo parlante per Fluon. Scopriamo che quest’ultimo non è semplicemente il visitatore di questo universo psichedelico, ma ne è anche l’inconsapevole demiurgo, in quanto esso rappresenta la manifestazione della sua creazione artistica.

I temi de “L’ora delle distanze” a chi scrive ricordano molto da vicino quelli del sogno, in particolare il campo dell’onironautica, abilità che consiste nel muoversi liberamente all’interno del paesaggio onirico, magari proprio per sfuggire a una vita che nelle ore diurne risulta essere piatta e insoddisfacente. Lory Muratti si avvicina al piano e inizia a suonare una sequenza di accordi, introducendo così “Complicità”, versione a marchio Bluvertigo di “Here is the House” dei Depeche Mode, qui proposta dai due in una toccante versione unplugged con Andy alla voce solista.

Interludio fucsia: con questa frase, Lory Muratti introduce il successivo segmento recitato dello spettacolo. È una chitarra scordata, un’ottima cura per gli anni che passano, ciò che poteva essere e non è stato. Andy accompagna le parole sibilline del collega con una melodia da carillon distorta, che sembra provenire dall’Es di Fluon, e che risuona nella sala facendo immedesimare i presenti nello stato sospeso tra sonno e veglia del protagonista. Ogni sentimento qui viene amplificato. Lory passa nuovamente al piano per eseguire la sua “Un disegno con molta acqua dentro”: la linea vocale è impegnata in un costante dialogo con il sassofono di Andy, che si cimenta in un lungo, struggente solo a chiudere il brano.

Il landscape sonoro si fa cupo, ostile, per il quarto e conclusivo atto dello spettacolo: un telefono suona con insistenza, implacabile, mentre immagini angoscianti riempiono lo schermo posto dietro ai due artisti. Andy/Caronte rivela a Lory/Fluon di aver lui stesso reso accessibile quel telefono dal mondo delle Distanze dipingendolo in una sua opera, facendone così l’unico mezzo per comunicare con il mondo esterno. Il protagonista corre verso il luogo dove si trova l’apparecchio, una torre alta fino al cielo che si ritrova a scalare salendo una ripida scala, così lunga da sembrare infinita, mentre tutto attorno a sé inizia a sgretolarsi. Quando finalmente risponde alla chiamata, il mondo stesso svanisce e lui cade, cade, cade, con la cornetta ancora in mano, mentre un rumore bianco tagliente come un rasoio fa da sottofondo disturbante. Il suono si interrompe all’improvviso e il groove trascinante dell’ultimo brano della serata, “La caduta”, fa tremare le casse dell’impianto del Black Inside, tra gli applausi del pubblico entusiasta.

Dopo i doverosi ringraziamenti, gli artisti lasciano il palco, ma solo temporaneamente: torneranno infatti, in veste di dj, per movimentare la parte conclusiva della serata con una raffinata selezione di pezzi new wave, electro e alternative rock a tema anni ’80, andando a ricreare anche qui l’atmosfera libera, sfacciata e irriverente che si respira nel mondo delle Distanze.

“One Night nelle Distanze” è un progetto particolare, creato da due artisti che fanno da sempre dell’eclettismo e dell’originalità i loro punti di forza. Gli obiettivi sono sicuramente ambiziosi, e proprio per questo lo spettacolo, nato sin dall’inizio come incontro tra più linguaggi artistici, meriterebbe una location più appropriata del pur accogliente Black Inside: magari un teatro, un club, o meglio ancora un capannone riadattato in puro stile berlinese, in grado di coinvolgere ancora di più gli spettatori nel mondo surreale delle Distanze. Buona la prima. E le successive saranno ancora meglio.
Articolo di Alberto Pani, foto di Silvia Sangregorio
Set list Lory Muratti e Andy Bluvertigo Lonate Ceppino 18 ottobre 2025
- L’ora delle distanze
- Complicità (Here is the House) – Bluvertigo cover
- Un disegno con molta acqua dentro – Lory Muratti cover
- La caduta
