
12 giugno. Stacco dalla conferenza stampa / intervista, e sono in tribuna stampa, in attesa del secondo concerto dei Modà della mia vita. Il primo è stato a Bresso, nel 2003, all’Indian Saloon, ormai chiuso, dove la carriera di Kekko, allora un giovane forse più vaschiano ma già proiettato verso il genere emozionale supportato da un suono che nel Rock ha sempre le sue radici, ha avuto il suo momento chiave, a leggere Wikipedia. Poi li ho visti passare in televisione, sentiti alla radio, ho colto il loro “posizionamento” come band dal suono rock e dall’anima romantica. Ed eccomi qui da sincero non ascoltatore dei Modà forse per snobismo o forse perché noi metallari i sentimenti siamo pronti ad accoglierli a piccole dosi, una ballad ogni tanto, e non canzone dopo canzone in un concerto intero, a presenziare a un secondo momento chiave della loro carriera, ventidue anni dopo.

Beh, io non so se queste canzoni le metterò in playlist, ma ragazzi, che show. Chi avrebbe detto che per sentire un concerto rock sanguigno a San Siro avrei dovuto vedere i Modà? Dopo un inizio con due violini (veri) sul palco entra la batteria di Claudio Dirani alle 21:11 e da questo momento questa band non smette di dare tutto, con Stefano Forcella al basso motore incessante e con Enrico Zapparoli che si alterna con Diego Arrigoni in assoli shred, sweep picking, tutto il repertorio metal fra Les Paul, Stratocaster, Kramer e chitarre acustiche, con momenti di sola chitarra sul palco, struggenti o virtuosistici, e soprattutto lui, Francesco Kekko Silvestre (la “e” per un errore all’anagrafe) con i suoi occhiali neri e il cambio fra t-shirt nere e bianche e camicie di seta che esegue tutto i repertorio a memoria ancora senza il gobbo e dando tutto a livello emozionale e sonoro fino all’ultimo acuto; e ne raggiunge di note, io purtroppo non ho l’orecchio assoluto ma ho sentito note dell’estensione del soprano, e senza una sbavatura o un momento di incertezza. No, Kekko, posso non essere un fan delle canzoni, ma per l’esecuzione ho sentito artisti internazionali blasonati anche più giovani di te non reggere un decimo di quello a cui ho assistito stasera.

I momenti clou dell’esecuzione sono stati l’arrivo di Nicola Nite appena uscito dai Tazenda, amico di sempre e cognato, che dopo aver eseguito a fronte palco in duetto “Cuore e Vento” si porterà al centro della seconda fila del palco a cantare e suonare la chitarra acustica per il resto del concerto, la proposta di matrimonio di due persone del pubblico invitate sul palco, l’intensità di “Cash” canzone per l’amico perduto in un incidente in moto, gli assoli su “Come hai sempre fatto”, forse brano più epico del concerto.

Uno spettacolo dalle vibrazioni irripetibili, perché quando una band ha una storia, il suo seguito non è alla ricerca della sensazione del momento ma di una connessione, e dall’altra parte c’è un artista che cerca una conferma, canta la sua rivalsa in “Vivo da re”, un brano Rock vero, e lo struggimento su “Sono già solo”, dedica “Non ti mancherà mai il mare” alla figlia Gioia con un abbiamo vinto Giogiò.

Andando avanti è soddisfatto, si sta godendo il bagno di folla, saluta Milano e macina un brano dopo l’altro, ha i crampi, si idrata, ferma tutto quando gli sembra che qualcosa non vada fra il pubblico, fa dare acqua a chi ha sete, e poi prova a celebrare nuovamente il brano della delusione di Sanremo, “Non ti dimentico” e l’urlo della folla dà ragione al suo amor proprio, lo motiva. Ringrazia tutti quelli che hanno lavorato dietro le quinte e davanti, si dice e dice alla sua band che se sono arrivati fin lì hanno fatto qualcosa di buono nella vita. Ringrazia e celebra il manager nemico-amico Lorenzo Suraci.

Si rivolge al suo pubblico con la responsabilità di chi ormai potrebbe essere padre di tante persone qui dentro vi chiedo solo una cosa… in un mondo di cose inutili cercate di appassionarvi a qualcosa di vero prima di eseguire “Viva i romantici” e finire in ginocchio fra gli spari di coriandoli e tornare a prendere gli applausi vincente con i pugni all’aria, mostrando i muscoli come un wrestler, come un atleta che incassa come sa incassare ma non si arrende, un Rocky della musica italiana suonata e cantata bene e dal profondo del cuore.
Articolo di Nicola Rovetta
Foto credit Francesco Prandoni
Set list Modà Milano 12 giugno 2025
1. Intro concerto / Tutto non è niente
2. Vivo da re (con intro)
3. Sono già solo
4. Non ti mancherà mai il mare
5. Cuore e vento (Con Nicola Nite)
6. Non è mai abbastanza
7. Medley Rock: (Forse non lo sai – Sogno nel cassetto – Uomo diverso – Dimmelo – Cuore di cemento – Passione maledetta)
8. Cash
9. Salvami
10. Come hai sempre fatto + Soli end
11. Interludio – Anche stasera
12. Gioia
13. Quel sorriso in volto
14. Quelli come me
15. Forse
16. Medley lento (Stella cadente – Bellissimo – Il foglietto col tuo nome – Se si potesse non morire – Quello che non ti ho detto (Scusami) – Favola)
17. Non ti dimentico
18. Per una notte insieme
19. Tappeto di fragole
20. La notte
21. Come un pittore
22. Arriverà
23. In tutto l’universo
24. Viva i romantici