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Palaye Royale live Milano

Maestri nel mettere in piedi uno spettacolo infernale e mozzafiato

Capita ad ognuno di noi di aspettare con impazienza, frementi come bambini la notte di Natale, un avvenimento speciale, una persona, l’acquisto di un oggetto tanto desiderato, oppure come nel mio caso, la data di un concerto: ero davvero curiosa di assistere a questo evento, conscia di quello che una band estrosa come i Palaye Royale sa offrire al suo pubblico.


Dopo essere sopravvissuta al traffico infernale dell’ora di punta nella tangenziale milanese, mentre cerco un angolo di asfalto libero per parcheggiare, mi rendo conto che la coda per entrare ai Magazzini Generali fa quasi il giro dell’isolato. Non c’è nemmeno da chiedersi se l’evento sia sold out: ovvio che lo è. Persino i passanti si soffermano ad osservare il serpentone di persone, miste per età, provenienza, un turbinio di chiome colorate, tatuaggi, abbigliamento e accessori dark, e chi saltella, chi guarda video sul cellulare e si strugge per il cantante, chi siede per terra stremato dall’attesa, chi mangia un panino sul bordo del marciapiede, qualcuno si guarda attorno incredulo che tutto questo stia succedendo davvero: molti di loro vengono da lontano, e sono lì dalla mattina.

Entro nel locale, che è già quasi pieno al massimo, trafelata e giusto in tempo per assistere agli ultimi minuti di esibizione dei primi opener, gli Starbenders, quando ormai non posso più fotografare: peccato, perchè la fantastica frontwoman Kimi Shelter e la sua band glam dai capelli voluminosi in stile anni ‘80 sfornano riff dopo riff e dominano il palco con sicurezza. Il cambio di palco per i secondi opener è abbastanza veloce ed ecco gli Yonaka: la voce della fascinosa e glitterata Theresa Jarvis delizia i presenti, riscaldando ulteriormente la folla, che in realtà non ne ha molto bisogno: sono urla e gridolini per chiunque passi sul palco, che siano tecnici, elettricisti o artisti che smontano i loro strumenti.

Il cambio per i Palaye Royale è più lungo e complesso, anche se buona parte della imponente scenografia (imponente sì, ma dove il palco lo consente lo è molto di più) è stata montata fin dall’inizio, con la batteria che domina dall’alto di una struttura ricoperta da un drappo di velluto rosso, serve un mucchio di spazio libero per le evoluzioni dei nostri cinque.

I Palaye Royale nascono a Las Vegas, fondati dai tre fratelli Remington, Leith vocalist, Sebastian Danzig chitarrista – che sfoggerà una bellissima Gretsch mancina -, ed Emerson Barrett batterista, ai quali si sono uniti il bassista e un secondo chitarrista. Inizialmente chiamati Kropp Circle, cambiarono il nome in Palaye Royale nel 2011, ispirandosi alla sala da ballo “Palais Royale” di Toronto, dove si conobbero i loro nonni. Sono stati la prima band indipendente a vincere il premio “March Madness” di MTV, sorpassando artisti del calibro dei Linkin Park.

Spesso definiti nelle maniere più disparate (Glam Rock, Art Rock, Indie e quant’altro), lo stile della band sembra rifarsi, piuttosto, a quella corrente punk chiamata Emo e che è stata il punto di riferimento di milioni di ragazzi. Nonostante i fan abbiano fatto la fila tutto il giorno e qualcuno accusi la stanchezza, dovendo uscire per respirare aria fresca, l’attesa ha fatto solo crescere l’eccitazione: i Palaye Royale tengono tutto il locale sotto una sorta di incantesimo, tutti sono impazienti di immergersi nella stravaganza artistica del Rock che sta per arrivare.

Un urlo che fa vibrare i muri e i corpi di tutti segna il loro ingresso, ipnotico, carico di teatralità nella soffusa luce rossa: l’aria si ferma mentre la voce narrante scandisce “Welcome to the Fever Dream”, uno per uno gli artisti fanno il loro ingresso e il tempo riprende a scorrere, un vortice di movimento ed eccitazione dei fan che si scatenano urlando e saltando.

Delirio totale all’ingresso del vocalist Remington: truccato, tatuato, maglia a righe e gonna scozzese, scatenato e disinibito, accoglie con entusiasmo le manifestazioni di affetto dei fan, che vanno dai cartelloni (A mezzanotte sarà il mio compleanno e sono qui solo per te, recita uno molto bello), agli accessori più bizzarri ispirati al loro stile. Insieme agli altri quattro componenti, sembra stato forgiato nell’argento vivo e non ci sarà un solo momento della serata in cui smetteranno di saltare, correre per il palco e sorprendere con evoluzioni pazzesche.

Ammetto che questa volta è stata particolarmente dura rimanere a sangue freddo per il breve tempo concesso a scattare nel pit: l’energia era viva e pulsante, contagiosa. Praticamente impossibile rimanere fermi a guardarli. Man mano che la serata avanza, il pubblico riesce a dimostrare di stare sempre sul pezzo, energici come i loro beniamini, che vorticano al ritmo di “No love in LA”, un inno pop-rock, cantando poi con entusiasmo le parole di “Broken” e “Fucking With My Head”, dove tutti letteralmente rimbalzano facendo rimbombare il pavimento.

Il carismatico frontman è pienamente consapevole dell’adorazione che i fan nutrono per lui, li esorta sempre a cantare e saltare più forte e ancora una volta li sorprende, saltando nel pit inaspettatamente dal bordo palco, e mettendosi in piedi  sulla transenna, causando un delirio di massa incontenibile tra il pubblico, gli addetti alla sicurezza che accorrono, le macchine fotografiche che si alzano ad immortalare la scena.

Remington si lascia accarezzare, stropicciare e adorare, sempre in piedi sulla transenna, trattenuto ad una caviglia dal buttafuori e dai fan dall’altra, canta sporgendosi sopra di loro, col microfono in una mano e stringendo le mani di due o tre persone per volta, persino intrecciando le dita; tutti cercano di sfiorarlo e i più lontani si accontentano di riprenderlo col cellulare: è uno scambio di emozioni bellissimo da vedere.
I tre fratelli incarnano una teatralità impeccabile, trasformando anche il più semplice e banale movimento in qualcosa di elegante e preciso.

La performance regna sovrana sopra ogni cosa, nulla è lasciato al caso, e per molti versi è più simile al teatro che ad uno spettacolo rock: i Palaye Royale sono da vedere almeno una volta nella vita.
Mentre la notte volge al termine, in un tripudio di coriandoli lanciati dai cannoni ai lati del palco, l’urlo finale arriva con “Fever Dream”: un modo più che appropriato per chiudere la serata, una traccia mistica ed esemplare tratta dall’omonimo album che ci hanno presentato in questa serata, uscito nell’ottobre 2022 per Sumerian Records,  che combina tutto ciò che sono i Palaye Royale e ciò che aspirano ad essere.

Le sfarzose rockstar danno tutto quello che hanno, fino all’ultimo, fan in lacrime ed urlanti non vorrebbero mai uscire dalla trance sognante in cui sono stati per tutto il tempo, e una cosa è certa: i Palaye Royale sono maestri nel mettere in piedi uno spettacolo infernale e mozzafiato.

Articolo e foto di Simona Isonni

Set list Palaye Royale Milano 22 febbraio 2023
1. Nightmares
2. No Love in L.A.
3. You’ll Be Fine
4. Broken
5. Fucking With My Head
6. King Of The Damned
7. Paranoid
8. Oblivion
9.Lifeless Stars
10. Punching Bag
11.Mr.Doctor Man
12.Off With The Head
13.Lonely
14.Fever Dream






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