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Piero Pelù live 2025

Tour per festeggiare quattro importanti anniversari che definiscono le tappe fondamentali dell’evoluzione artistica di uno dei più importanti esponenti del Rock italiano

“Il Ritorno del Diablo Tour 2025” di Piero Pelù – partito con i primi sold out ad aprile a Milano e che a grande richiesta dei fan continuerà fino al prossimo autunno con l’aggiunta di tre ulteriori e attesissime date – ha fatto tappa l’11 maggio all’Estragon di Bologna.

Chi ha seguito i Litfiba e il rocker fiorentino nella sua carriera da solista, sa che questo è un evento a cui non si può mancare per festeggiare quattro importanti anniversari che definiscono le tappe fondamentali dell’evoluzione artistica di Pelù, consacrandolo come uno dei più importanti esponenti del rock italiano.
Siamo infatti tutti qui per celebrare i 40 anni di “Desaparecido”, uscito nell’85 e considerato l’album manifesto della New Wave italiana, 35 di “El Diablo” e 30 di “Spirito” che hanno confermato la band come una delle più rappresentative e innovative della scena rock del nostro paese e 25 di “Né buoni né cattivi” che ha invece aperto la sua carriera da solista a nuovi suoni e generi determinando una svolta nella sua produzione musicale.

È difficile stare fisicamente dietro all’artista (parlo da fotografa) mentre si muove con grande slancio tra I Bandidos, cioè i musicisti che lo accompagnano, ovvero: Amudi Safa alla chitarra, Luca Martelli “Mitraglia” alla batteria, Max Gelsi “Sigel” al basso. Con loro c’è anche Antonio Aiazzi, “il Don”, storico tastierista dei Litfiba che ripercorrerà assieme al frontman la produzione musicale della band.

L’intro a tutta l’esibizione non poteva che essere “Lo spettacolo” durante la quale le danze sfrenate di Pelù iniziano incalzanti dandoci un breve assaggio di quello che si prospetterà essere un concerto carichissimo di adrenalina in cui è impossibile stare fermi.


Seguono poi “Eroi nel Vento” e “la Preda” che con il primo brano danno prova della sua imprevedibilità fisica e anche della sua grande ironia. Infatti durante il secondo pezzo ci ritroviamo tutti innaffiati dall’acqua che lui stesso sputa dopo aver bevuto dalla bottiglia; tutti noi, il pubblico vicino agli spalti e soprattutto i fotografi nel pit, tanto che il collega di fianco a un certo punto si volta nella mia direzione, mi guarda e ride pulendosi la faccia con un fazzoletto. Per quanto riguarda me, dopo un breve timore di aver fatto fuori due fotocamere mi rendo conto che questo “battesimo” le renderà ancora più preziose.

Ma Pelù è inarrestabile, non si ferma qui, si lancia sugli spalti verso i suoi fan dimostrando vicinanza affettiva e fisica a chi lo ha da sempre seguito; tutti sono in visibilio e alzano le mani facendo le corna, cantando a memoria la canzone.

Dopo la partenza con “Spirito” e “Desaparecido” dei primi tre brani, seguono “Novichok”, “Io ci sarò” e “Maledetto Cuore” tratti dai suoi album da solista “Deserti” del 2024 e “Né Buoni né cattivi” del 2000.
Commovente è in particolare l’intro a “Io ci sarò” in cui Pelù condanna violenza e patriarcato con queste parole: Io maschio del 2025 ho fallito per la mia arroganza, la mia voglia di sopraffazione e ho generato solo disastri, violenze, odio, razzismo, colonialismo, omofobia, guerre, dittature, capitalismo selvaggio, distruzione della società e dell’ambiente, sfruttamento di altri esseri umani, riduzione in schiavitù e poi il patriarcato, quel pensiero malato ancora diffuso che sono i maschi a detenere il potere nella vita privata, nella famiglia, nel lavoro, quindi io maschio ho fallito, ma con Una Nessuna Centomila il cambiamento è iniziato verso una società più giusta per tutte e tutti.

Si ritorna poi al passaggio in rassegna che celebra la sua storica band con “Il volo” (“El diablo”), che Pelù dedica a chi non c’è più e tra i tanti purtroppo voglio nominare Candelo Cabesas, Massimo Cotto, Ernesto Assante, e ovviamente il nostro amatissimo Ringo De Palma.

Segue poi la bellissima e attesissima “Istanbul” (“Desaparecido”), dedicata a due popoli dimenticati, quello Curdo e quello di Gaza che si conclude con l’urlo Kurdistan Libero, Palestina Libera!

Il brano successivo “No frontiere” ci traghetta poi verso la riconferma di ciò che a Pelù sta più a cuore e che tiene a ribadire con la sua musica, ovvero l’abbattimento di tutti i limiti alla conoscenza, all’esperienza, alla curiosità perché noi arriviamo proprio da quella curiosità, quella di mischiarci sempre con l’intelligenza e con la massima libertà di spirito; si preannuncia così “Spirito” appunto, subito seguita da “Lacio drom”, un augurio che la strada di tutti noi sia sempre la migliore possibile da qui all’infinito.

Spiazzante è il successivo e improvviso suono delle sirene antiaeree immerso in una luce rosso sangue: questo è il maledetto suono che tutti i giorni a Gaza, tutti i giorni in Ucraina sentono i cittadini, le persone normali che potrebbero andarsi a vedere un concerto e che invece devono vivere sottoterra o nelle tende, ma quei signori che stanno lanciando queste bombe non hanno studiato bene la storia, perché la storia ci racconta che ogni fottuta violenza provocata torna sempre indietro come un boomerang, parte così “Bomba Boomerang” suo pezzo solista.

Segue poi “Gigante”, tratto dall’omonimo album al termine del quale avviene un confronto diretto tra performer e pubblico, che per caricare i suoi fan in vista del brano successivo invoca Lucifero (il tecnico delle luci) per illuminare meglio le facce delle bisbocce serali; non contento minaccia loro di annaffiarli ancora così crescono, preparandoli quindi alla prossima canzone che vuole da voi il meglio, la parte più pazza che c’è dentro ognuno di voi, parte così “Toro Loco” (“Né buoni né cattivi”).

A conclusione dell’esibizione è il turno di “El diablo” cantata a squarciagola da tutti, e a questo punto Pelù si rivolge al nuovo Papa, che definisce il terzo dei Blues Brothers della storia, chiedendogli solo un’unica cosa: eliminare i nazisti dell’Illinois e non solo.

Si passa così al momento della purificazione, della catarsi sostenuta da una postilla nel testamento di Papa Francesco che mette in imbarazzo tutti i media e il Vaticano stesso e che dice: Piero, vai e purificali tutti! Tutte le peccatrici e i peccatori illuminati da Lucifero (sempre il tecnico delle luci), gli danno quindi corda, inginocchiandosi assieme al performer e ai musicisti al suono della tastiera di Aiazzi che imita l’organo. Qualcuno cerca di desistere, ma viene prontamente ripreso nonostante i legamenti e crociati, perché dice Pelù, più si va giù più ci si purifica. Al ritornello però saltano di nuovo tutti in piedi, purificati fino al suo prossimo concerto.

Dopo una breve pausa strumentale l’artista ritorna sul palco per “Lulù e Marlene” (“Desaparecido”) che i fan continuano ad intonare in coro anche una volta terminata, e poi prosegue dicendo:
Là fuori è un mondo dove le nostre libertà vengono ristrette ogni giorno con delle botte di decreti-legge che sono colpi di stato istituzionali, ricordiamocelo sempre, è la seconda volta che lo dico stasera, ma bisogna difenderle certe cose, queste cose le faceva il Fascismo di Mussolini… ops! Quanti Romagnoli ci sono stasera? Fammeli vedere, Lucifero. Quanti da Predappio? Con il pugno chiuso? Lo so ragazzi, c’è l’Emilia e la Romagna, è più rock l’Emilia o è più rock la Romagna? Bah! Chi può dirlo? …. le nostre libertà vengono sempre più ristrette però noi qui stasera che vi possiamo dire? Benvenuti nello stato libero dei Bandidos! Perché qui questa sera come tutte le sere niente è… Proibito!

Introduce quindi “Proibito” che il Don Aiazzi conclude con il suono liturgico delle sue tastiere, preludio a un’invettiva contro matrimonio, famiglia tradizionale e conseguenti avvocati, a preannunciare “Gioconda” (“El diablo”), a cui segue la gitana Tziganata” (Desaparecido) sotto la protezione di Santa Sara a cui sono devoti i viaggiatori. Un magnifico spettacolo tramite cui l’artista dimostra ancora una volta che la musica può diventare un mezzo importantissimo per sostenere i propri diritti contro le ingiustizie sociali e che non poteva non terminare con un “Bella Ciao” intonato da tutti i presenti con grande trasporto.
Grazie mille Bologna, conclude, ora e sempre Resistenza! Sempre su con la testa!

Articolo e foto Giovanna Dell’Acqua

Set list Piero Pelù 11 maggio 2025 Bologna

  1. Lo spettacolo
  2. Eroi nel vento
  3. La preda
  4. Novichok
  5. Io ci sarò
  6. Maledetto cuore
  7. Il volo
  8. Istanbul
  9. No frontiere
  10. Spirito
  11. Lacio drom (Buon viaggio)
  12. Bomba boomerang
  13. Gigante
  14. Toro loco
  15. El diablo
  16. Lulù e Marlene
  17. Proibito
  18. Gioconda
  19. Tziganata
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