26/03/2025

BDRMM, Milano

26/03/2025

Gorgoroth, Bologna

26/03/2025

Jovanotti, Firenze

26/03/2025

Gabriella Martinelli, Milano

27/03/2025

Rivers Of Nihil, Milano

27/03/2025

Bambole Di Pezza, Roma

27/03/2025

BDRMM, Bologna

27/03/2025

Gorgoroth, Moncalieri (TO)

27/03/2025

Bambole Di Pezza, Roma

27/03/2025

La Crus, Milano

27/03/2025

Setak, Napoli

27/03/2025

Nuove Tribù Zulu, Roma

Agenda

scopri tutti

Remo Anzovino live Verona

“Atelier” ha la magia del live e allo stesso tempo è una riscoperta della musica del compositore, con il sapore dell’oggi

L’essenziale è invisibile agli occhi, ma lo si può sentire. In varie forme. È questo il caso della presentazione di “Atelier”, il nuovo lavoro di Remo Anzovino che, venerdì 30 gennaio, è stato alla Feltrinelli di Verona per presentare il nuovo disco uscito il 24 gennaio, in cd e vinile, per Decca Italy. Un nuovo lavoro piano solo dopo lo splendido “Don’t Forget To Fly”, suite e concept che lo ha impegnato per un lungo tour per tutto il 2024. Non volevo mettere su supporto quel concerto – ci ha spiegato prima della presentazione del disco – anche se di fatto eravamo decisi a farlo in alcuni teatri. Poi si è presentata un’occasione speciale, ed è nato “Atelier”. Un disco live, dunque, che segue “Vivo”, uscito nel 2013, album che in formazione vedeva anche il polistrumentista e rumorista Vincenzo Vasi. Se si confrontano le scalette – prosegue Anzovino nella nostra conversazione informale pre-presentazione – si vede che ci sono pochissimi brani che si trovano anche in quel disco.

Prima di tutto sono passati 10 anni, sono cambiato io, e così la mia musica. Allo stesso tempo è una questione di rispetto anche per il pubblico. Questo aspetto caratterizzerà tutta la presentazione del disco, quello cioè del rispetto per il pubblico, tema che è tornato più volte nelle parole e nelle azioni di Anzovino. Non si è sottratto, infatti, a suonare alcuni brani, come non ha mancato di raccontare momenti privati, non solo legati alla genesi del disco. Merito di Anzovino e anche di Enrico de Angelis, storico giornalista veneto, che lo ha guidato in un percorso di memoria nei 20 anni di carriera.

“Atelier”, infatti, è un live, ma non è la fedele riproposizione del tour del 2024. Si è presentata un’occasione speciale – ha spiegato al pubblico Anzovino – e cioè quella di poter suonare all’atelier del pittore e scultore Giorgio Celiberti, una delle personalità più prestigiose dell’arte italiana e internazionale del ‘900 e del nostro secolo. Una grande responsabilità, e allo stesso tempo un’occasione che poteva essere, ed è diventata, il motivo che ha guidato questo disco live che racconta 20 anni della mia carriera e della mia musica.

In scaletta 21 brani, dei quali 20 sono un excursus nella carriera di Anzovino, ai quali si aggiunge un inedito, messo come primo brano. “Chaplin” – del quale consiglio anche di vedere il video – era in un cassetto. Certe volte accade che i brani restino fuori dai dischi. Ho preso la partitura, e così l’ho suonata, ha raccontato al pubblico Anzovino. Gli altri brani spaziano fra sei album e una serie di lavori dedicati al mondo dell’arte e del cinema, uno dei marchi di fabbrica del musicista friulano. Nel disco, dunque, si ritrovano brani dei primi dischi (“Dispari” e “Tabù”), i lavori di maggiore complessità (“Igloo” e “Viaggiatore immobile”) fino al suo primo album internazionale “Nocturne” e al più recente e già citato “Don’t forget to fly”. Proprio “Tabù” è la prima composizione che Anzovino ha regalato al pubblico in sala, accomodato in mezzo a libri, grazie ad una tastiera messa a disposizione dalla libreria Feltrinelli.

I primi brani ho dovuto non solo suonarli, ma fare anche un lavoro di riscrittura. Non erano nati per piano solo, ma c’erano altri strumenti. Uno degli esempi è “Igloo” – altra composizione che Anzovino ha eseguito in sala – che vedeva Franz Di Cioccio della Pfm alla batteria, ha raccontato il musicista.  Accanto a questi brani, ecco i suoi temi cinematografici più importanti, la musica che ha valorizzato film dedicati ad artisti quali Monet, Van Gogh, Gauguin, Borromini e Bernini, Frida Khalo, fino alle meraviglie del Museo Egizio di Torino. Un aneddoto ricco di generosità, dato che Di Cioccio si è messo al mio fianco, ed io ero giovane e ancora non conosciuto. Questa sua generosità mi ha colpito, come quella di Oliviero Toscani, ha spiega Anzovino a De Angelis. L’aneddoto relativo al grande fotografo, recentemente scomparso, è legato alla copertina di “Viaggiatore immobile” del 2012, quarto album di Anzovino. Però, mi sia concesso, questo racconto credo sia giusto che resti tesoro di chi c’era a Verona. Basti però sapere che Toscani, a quell’epoca al vertice della sua attività creativa, ha investito su un giovane, e cioè Anzovino, certamente con grande generosità, ancora una volta facendo quello che sapeva fare, e cioè vedere oltre. Oltre un giovane che stava emergendo e che, oggi, è uno dei musicisti italiani più apprezzati e stimati in ambito musicale e artistico. Toscani ci aveva visto giusto.

Il legame con l’arte, infatti, non è solo per la scelta della location, ma anche per lo stesso oggetto disco. L’immagine di copertina è una fotografia delle due sere di registrazione nell’Atelier di Celiberti, un luogo tanto intimo quanto affascinante che ha conquistato di diritto non solo il titolo, ma anche la copertina dell’album. Lo stesso artwork nasce dallo speciale rapporto tra i due artisti: il titolo è scritto a mano da Celiberti e il packaging esclusivo dell’album – sia lp che cd – contiene al suo interno una copia di “Emozioni d’amore”, l’opera originale immortalata nella foto di copertina di Paolo Grasso.

Al termine della presentazione Anzovino ha realizzato il firma copie, ma quello che ha colpito è stato il suo rispetto verso il pubblico. Non solo per via dei brani che ha eseguito, e non solo per quanto si è messo a nudo, nel racconto, stimolato con sapienza dall’intervistatore, ma per via della cortesia con la quale ha ascoltato ogni parola di chi gli si avvicinava, mostrando come il rapporto arte e vita non sia solo una questione estetica, ma prima di tutto etica. “Atelier” ha la magia del live e allo stesso tempo è una riscoperta della musica di Anzovino con il sapore dell’oggi. Un viaggio che serve fare, credetemi, non come sottofondo delle nostre giornate, ma parte integrante di esse. Un disco, “Atelier”, che si attacca alle nostre ore, ai nostri minuti e ai nostri secondi, rendendo tutto questo scorrere di attimi decisamente più bello, e degno di essere vissuto.

Articolo di Luca Cremonesi, foto di Roberto Fontana

Il tour di Anzovino

  • 14 marzo FIRENZE – Sala Vanni
  • 15 marzo TORINO – Chiesa di Santa Pelagia
  • 17 marzo MILANO – Teatro dei Filodrammatici
  • 25 marzo PALERMO – Teatro Agricantus
  • 27 marzo CATANIA – Zo Centro Culture Contemporanee
  • 4 aprile BOLOGNA – Teatro San Leonardo
  • 16 aprile PADOVA – Sala dei Giganti
  • 10 aprile NAPOLI – Auditorium Novecento
  • 12 aprile ROMA – Spazio Rossellini
  • 3 maggio BARI – Teatro Forma
© Riproduzione vietata

Iscriviti alla newsletter

Condividi il post!