
Il 4 febbraio 2025 la navicella spaziale dei Rockets atterra al Teatro Cartiere Carrara di Firenze; per quelli di una certa età, ancora il caro vecchio Teatro Tenda. Evento atteso e ampiamente promosso all’interno di un tour italiano, finalmente un vero e proprio tour, a supporto dell’ultimo album della band “The Final Frontier” (la nostra recensione), un disco finalmente con una personalità e un’anima che, piaccia o meno, è quella dei Rockets nel 2025.

Teatro non completamente pieno ma popolato da un pubblico dedicato e attento, un pubblico ovviamente maturo, i ventenni sono praticamente assenti, lo stesso pubblico che quasi 50 anni fa tributò ai Rockets, primo nel mondo, un successo forse mai eguagliato neanche in patria. Fabrice Quagliotti (la nostra intervista) ha proprio in Italia rifondato la band, che da anni ospita musicisti italiani e che ha rilanciato in questo nuovo capitolo della loro storia.

La serata riserva emozioni fra il pubblico prima ancora dell’inizio del concerto e parlo di quelle emozioni che si provano nel ritrovarsi o scoprirsi dopo anni a un concerto di una band che ai tempi di “On The Road Again”, “Plasteroid” o “Galaxy” non era così figo citare fra le proprie preferenze, all’interno dei circuiti di appassionati duri e puri. Troppo spesso etichettati come gruppo di Disco Music, in tempi in cui la Disco era comunque roba di un certo spessore o sviati nel giudizio da una immagine assolutamente debordante.

Come spesso accade il tempo riaggiusta parzialmente le cose e il teatro fiorentino contiene un pubblico eterogeneo in ordine di età e gusti musicali tutti pronti a scoprire i nuovi Rockets o assaporare un po’ di quelli d’annata. Il palco è piuttosto sobrio alcuni mezzi globi luminosi posizionati sul palco, due pedane rialzate ai lati dello stesso con in postazione rispettivamente le tastiere di Fabrice Quagliotti e la batteria di Eugenio Mori, al centro una gradinata con in cima un pannello che fungerà sia da schermo che da porta dalla quale faranno ingresso sul palco i musicisti.

Proprio da questo pannello con su proiettata l’immagine di un portello di astronave fanno ingresso sul palco alle 21:30 circa, Quagliotti, Mori, il bassista Rosaire Riccobono e il chitarrista Gianluca Martino, le note della maestosa “Anastasis” aprono il concerto, il nero e l’argento dei costumi di scena, ognuno ne ha uno diverso, così come il make up, a dire il vero piuttosto leggero, richiama al look dei tempi passati, il cantante Fabri Kiarelli fa i suo ingresso alla fine del primo brano per lanciarsi con la band in un uno due energico con “Universal Band” e “Ride The Sky” brano di apertura del nuovo album.

Sarà “The Final Frontier con ben sette brani l’album più rappresentato in questo concerto, brani che reggono tutti molto bene la dimensione live e si vanno a incastonare con naturalezza fra le perle del passato, un passato che dal vivo dimostra di essere invecchiato benissimo.

Il set ha un impronta molto rock, il cantante aggiunge spesso una seconda chitarra al suono generale, producendosi anche in pregevoli assoli, dalla sua Fabrice dirige e pennella a colpi di vocoder e tastiere l’impronta space rock alla quale siamo abituati.

Proprio Fabrice, aggiunge una nota di commozione presentando “Cosmic Castaway” nata dalla collaborazione con Alain Maratrat, dal secondo album in poi, chitarrista storico della band, impegnato in una lotta contro la malattia già da molto tempo.

In scaletta anche un paio di pezzi estratti da “Kaos” album poco considerato all’interno della discografia della band e bella sorpresa per una ottima versione di “Some Other Place, Some Other Time” da “Atomic”, album del 1982.

Giochi di luce e laser all’altezza delle aspettative che purtroppo non hanno esattamente fatto il paio con il suono che usciva dall’impianto dove il basso è rimasto quasi sempre sepolto nel mix generale così come qualche problema di livello per la chitarra di Gianluca Martino e la batteria di Eugenio Mori. Alcune pecche di carattere tecnico che non hanno comunque compromesso la resa generale di una esibizione che con una potente versione a due chitarre di “Fils Du Ciel” dallo storico album di debutto, cantata da Fabrice Quagliotti, arriva alla conclusione.

Un primo bis era ovviamente sulla carta ed ecco che la band ritorna con una fantastica versione di “Venus Rapsody” sulle cui note si muove anche una figura femminile presente sul palco con indosso uno spettacolare costume stellare, segue una “Cyber Love” nuova di pacca e la classicissima “On The Road Again” in una versione che a dire il vero non ha convinto appieno.

La band abbandona nuovamente il palco ma manca almeno un brano all’appello e tutti sono lì ad aspettarlo: “Galactica” ci investe con il suo bagaglio di ricordi, emozioni, suoni che automaticamente cristallizzano il tempo, almeno per tutta la durata della canzone.

Il pubblico è in piedi, il concerto è terminato anche se la serata non è ancora finita per alcuni, infatti la band, dopo pochi minuti, con ancora indosso i costumi di scena attraversa il teatro e va a posizionarsi all’entrata per firmare la nuova versione di “The Final Frontier” stampata apposta per il tour e in vendita a ogni data, e ovviamente per gli immancabili autografi e foto di rito.
Ora possiamo dire che i Rockets sono veramente tornati.
Articolo di Andrea Bartolini, foto di Francesca Cecconi
Set list Rockets Firenze 4 febbraio 2025
- Anastasis
- Universal Band
- Ride The Sky
- Astral World
- All 4 One
- Lost In The Rythm
- Break The Silence
- Some Other Place, Some Other Time
- Cosmic Castaway
- Electric Delight
- World On Fire
- Non Stop
- Back To Your Planet
- Stand On The World
- In The Galaxy
- Future Woman
- One More Mission
- Sci-Fi Boogie
- Sitting On A Star
- Fils Du Ciel
- Venus Rapsody
- Cyber Love
- On The Road Again
- Galactica