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Set It Off live Milano

Nel bill della serata targata Hellfire anche TSS, Call Me Amour, Point North

Prosegue sotto la pioggia battente il mio pellegrinare 2025 sotto i palchi, e non posso che essere entusiasta di questa data targata Hellfire, che ci propone una serata alla Santeria Toscana di Milano l’11 febbraio, una di quelle date nate per strizzarti il cuore in una morsa di gioia, lacrime, sudore, pelle a pelle con persone fino a pochi istanti prima sconosciute: tanta variopinta, fresca, veloce, bellissima vita. Arrivo alle porte col mio consueto anticipo, illudendomi che avrei trovato pochi fan in coda sotto il diluvio, i più irriducibili, i più devoti, e invece sorpresa, la fila arriva già oltre la curva del marciapiede. Essendo il locale sprovvisto di photo pit, e perdendo sempre del tempo in cassa accrediti mentre gli altri prendono il volo verso la transenna che non c’è, questa cosa mi mette subito sull’attenti. Resto delle ore in piedi impalata sotto la pioggia, ad aspettare l’apertura delle porte, e quando questo avviene noto che i miei timori erano più che legittimi: sotto il palco c’è un vero e proprio bivacco, uno stuolo di fan seduti o semisdraiati a terra, con giacche e zaini a tenere il posto per gli amici fuori, e di cercare collaborazione per il limitato tempo concesso per scattare non se ne parla nemmeno. Sono appena entrata e sono già in quarta fila. Un problema questo che mi tocca più spesso di quello che sembra: così come i fan paganti, magari arrivati da lontano sostenendo spese per il viaggio e l’albergo, hanno il sacrosanto diritto di divertirsi come loro aggrada, anche gli addetti ai media avrebbero diritto di poter lavorare senza appellarsi ai santi del calendario quando il photo pit è assente.

Vi assicuro che è tutt’altro che semplice tirare fuori degli scatti accettabili in mezzo a persone che saltano, spingono, strattonano, piazzano costantemente il cellulare davanti alle lenti, e quando dico per tutto il concerto, significa tutto il concerto. Parlando da fan, tutto è molto allegro, divertente, vivace; parlando da fotografa, mi sale la carogna. Solitamente conto i tempi delle luci aspettando quella buona, in questo caso conto i tempi dei fan, per scattare quando tornano a terra dopo i salti, quando le braccia si allontanano dalle lenti. A rendere il tutto ancora più ostico, quelle di stasera sono band estremamente imprevedibili, veloci e molto mobili sul palco, anche se sono loro grata per aver cercato, quando possibile, di essere stati loro a venirmi incontro dopo avermi intercettata nella folla. Tutta questa predica per dirvi che a questo giro troverete foto condite con capelli al vento, unghie colorate, una quantità indecifrabile di micro-mossi, colori e inquadrature improbabili, e avanti comunque: andiamo a conoscere chi c’è sul palco, che si presenta quanto mai affollato da tutte le attrezzature delle quattro band del menu di stasera.

TSS

Trovano un pubblico già caldo e rumoroso i francesi TSS, precedentemente The Sunday Sadness; nati nel 2016, sono una formazione modern metal giovane e dinamica, nota per l’innovativa miscela di influenze emo, metalcore, rock alternativo, synthwave, e più recentemente anche phonk e neo metal. La loro prima significativa uscita arriva nel dicembre 2017 con il singolo “The Wrong Way”, che ha segnato il loro debutto; nel 2018 pubblicano “Lost In The Crowd”, brano che pone le basi per la loro prima performance dal vivo, a Parigi, in apertura agli Asking Alexandria.

TSS

Spettacolo, questo, che ha confermato i TSS come forza promettente nella scena musicale francese. Man mano che la band si evolve, si aggiungono anche testi in lingua madre, alcuni dei quali presenti in scaletta: il Metal, cantato in francese, ha un fascino tutto particolare, molto impattante e scenografico, elegante, un pugno in pieno petto accompagnato da una carezza.

TSS

Questi ragazzi fanno immediatamente propria l’attenzione dei fan, facendoli saltare, pogare, una forza da non sottovalutare assolutamente: la loro esibizione, accompagnata da un cartellone luminoso con il loro nome che pulsa a tempo con luci dal sapore cinematografico, è a dir poco elettrizzante. Dai riff fragorosi alle melodie più ampie, estese, i TSS tessono un arazzo di brillantezza sonora che trascende ogni confine, un mix equo di caos intenso e suoni atmosferici, e risuona, grazie al particolare blend del loro stile, con gli appassionati metal, e non solo, presenti in sala.

TSS

I due vocalist miscelano con sapienza growl e clean voice, chiamano il wall of death, e anche in mezzo al putiferio troviamo momenti di incantevoli melodie aleggiare ovunque, inaspettate, con svolte inaspettate, mentre esplorano senza sforzo i differenti stili musicali tipici di questa dinamica band. Quaranta minuti di fuoco e fiamme in veste elegante, che volano in un soffio: i TSS conquistano Santeria Toscana, Milano, e tutti i presenti.

Call Me Amour

A seguire, al loro debutto in Italia, abbiamo i Call Me Amour, formazione britannica dark elettronica emergente, ma da tenere d’occhio. I quattro musicisti fanno la loro entrata trionfale con un mix di carisma e fiducia che era impossibile da ignorare; il frontman Harry Radford, noto per le sue energiche esibizioni con la precedente band Yashin, ha trasformato il locale nel suo parco giochi personale, dando il via alla loro performance con “Happy Hell”, affascinando in tempo zero il pubblico.

Call Me Amour

Le vivide luci rosse e blu, colori non casuali, ma quelli del loro ep “Revolution”, danzano nello spazio, amplificando l’atmosfera ad alta energia che caratterizza i loro live; durante il loro set, conciso, ma d’impatto, Radford ha davvero abbracciato il suo ruolo di showman. Salta più volte tra il pubblico, scavalcando zaini, giacche, persone, interagendo con loro e immergendosi nell’energia collettiva dei fan.
Questo approccio dinamico crea un’atmosfera unica, sia intima che ribelle, con ogni interazione che lo legava ulteriormente alla folla.

Call Me Amour

Ci dice che No place I would rather be than here with you guys tonight, lasciandoci tre regole: di mostrare il nostro miglior modo di ballare e lasciarsi andare, di saltare almeno una volta, e di andarcene con un sorriso. Ci racconta di aver visitato Milano e il suo Duomo nel pomeriggio, di aver mangiato un’ottima pizza, e di essere stato colpito da come le persone siano tutte indaffarate, immerse nei loro cellulari, senza mai guardare chi hanno di fronte. Eppure, nella sua esuberanza, c’era sempre, costantemente, una palpabile sinergia tra lui, i suoi compagni di band e il suono unico che hanno meticolosamente creato insieme: dominano il palco senza sforzo e la loro presenza è accattivante.

Call Me Amour

La musica dei Call Me Amour possiede qualità cinematografica, caratterizzata da costruzioni strumentali in crescendo, che si schiantano in potenti breakdown. Gli elementi elettronici sono intrecciati con le loro fondamenta più granitiche, e aggiungono profondità e consistenza senza sopraffare la grinta grezza che definisce il loro suono centrale.

Call Me Amour

L’ultima loro canzone del set, “Girl On The Wall”, vede la condivisione da parte del vocalist di come ha scritto questo brano dopo aver assunto alcune sostanze ad Amsterdam, che lo hanno portato a vedere una lampada da tavolo come una ballerina sul muro della sua stanza.
Strofe cupe, ritornello energico, un modo perfetto per uscire col botto prima che si concludesse lo spettacolo, con l’appuntamento in area merch urlato al microfono da Radford. I Call Me Amour non sono solo un astro nascente, sono un’esperienza in attesa di essere abbracciata.

Point North

Direttamente da Los Angeles, California, arriva il terzo gruppo della serata: per la prima volta in Europa ecco gli esplosivi Point North, formazione pop punk nata nel 2017 dal vocalist Jon Lundin e dal chitarrista Andy Hersey. Il batterista Sage Weeber completerà il trio nel 2019. Una band che vanta tanta passione, energia e vibrazioni positive attraverso i loro lavori.

Point North

When all goes south, Point North è il loro mantra, e riassume molto bene ciò che ti puoi aspettare da loro, con un cuore che batte all’unisono con quello dei fan, e uno spirito che proprio non si può domare. Sorprendente come siano riusciti a mantenere alto il vigore e l’energia con la line up più minimalista di tutta la serata: un chitarrista, un batterista, un cantante, a loro non serve altro per strapazzare ben bene il pubblico. Jon Lundin, che cavalca lo stage come chi ha il diavolo alle calcagna, mette a dura prova le mie lenti, come se già la situazione non fosse abbastanza caotica.

Point North

Puntando spesso e volentieri il microfono verso i fan, assicurandosi che tutti potessero cantare con lui e che tutti si stessero divertendo, Jon è molto interattivo e conosce davvero come metter in piedi un fantastico show, come se lo facesse da secoli: il trio californiano presenta una scaletta di brani che sono inni rock, ma generosamente conditi da agganci pop, ritmi hip – hop e vibrazioni elettroniche.

Point North

Tra il pubblico c’è chi timidamente inizia a moshare, cosa notata dal vocalist che sprona tutti a unirsi e moshare anche più forte. Tra il pubblico ci sono anche io, con persone attaccate ai capelli, chi mi salta sui piedi, chi prende testate contro il mio obiettivo; Andy Hersey mi nota mentre cerco di immortalarlo e si immobilizza guardandomi, nel suo moto perpetuo, per poi riprendere a massacrarci a suon di riff vorticanti, con un sorriso.

Point North

In scaletta, tracce potenti ed emozionanti come “Into The Dark”, che nella versione da album vede la partecipazione di Kellin Quinn degli Sleeping With Sirens. “World Vs Peace”, brano uscito il 26 settembre 2024, parla della lotta tra il caos del mondo e il desiderio di pace interiore. La canzone presenta un paesaggio sonoro dinamico, con un Jon che schizza da una parte all’altra completamente tarantolato, rappresentando perfettamente l’intensità emotiva tipica di Point North, ed è stata presentata con caldi elogi su SiriusXM Octane. Il pubblico nostrano entusiasma i californiani, e Jon Lundin urla I can’t wait to be back already!

Set It Off

Ci siamo divertiti un mondo finora, ma sia chiaro che siamo tutti qua per loro, i tanto sospirati Set It Off, per i quali ora inizia una preparazione attenta e meticolosa del palco.Velocemente si porta via l’attrezzatura superflua, viene scoperta l’imponente batteria, molto sontuosa nella sua livrea lucida e total white. Una rastrelliera accoglie una vasta scelta di chitarre, che verranno utilizzate tutte durante lo show.

Set It Off

I Set It Off sono un gruppo pop punk / pop rock nato a Tampa, Florida, nel 2008 con cinque album in studio all’attivo; potremmo definirli anche orchestral pop punk, anche se i suoni di archi orchestrali vengono programmati mediante utilizzo di sintetizzatori, e non registrati per essere aggiunti nella produzione. Approfitto di questa pausa per guardarmi in giro, e quello che ho potuto osservare è che la pioggia battente non ha avuto nessun potere sulla gran folla che si è più che raddoppiata nel tempo; se non è stato raggiunto il sold out, ci siamo andati dannatamente vicini. Il pubblico, per lo più composto da giovani, adolescenti, vari ragazzini accompagnati dai genitori, era tutto sulla stessa lunghezza d’onda, i fan chiacchieravano tra loro come in una stanza piena di vecchi amici.

Set It Off

Le luci che si spengono sono il segnale dell’inizio dello spettacolo, suscitando urla e facendo scattare in alto tutti i cellulari all’unisono, come se i Set It Off dovesse essere mandati in onda in tempo reale da qualunque device in ogni angolo dell’Italia e del mondo intero. La band appare all’improvviso al lato del palco, prendendo poi ognuno il proprio posto con un gran sorriso; enorme successo e batticuori per il biondo batterista Maxx Danziger che vola ai tamburi già a petto nudo.

Set It Off

Quello che è successo dopo mi ha sinceramente impressionata, mentre camminano sul palco e immediatamente uguagliano, e poi superano con facilità, il livello di energia incontenibile che i fan avevano già generato, facendo impazzire chiunque. Il frontman Cody Carson entra per ultimo e non perde tempo, tenendo l’intera sala in pugno per tutto il resto dello spettacolo. Se dovessi fare un elenco di ciò che potrebbe definire un frontman perfetto, avrebbe il volto di Cody Carson, e lo dico perché è impossibile non notare quanto costantemente lui dia, dia tutto a piene mani, anima e corpo, con un sorriso e due fossette nelle guance che lo rendono irresistibile. Grande potenza costante, interazione spontanea e genuina con la folla, passaggio senza paura dal cantato pop punk al rap, il tutto saltando sul palco come un diavolo della Tasmania: uno dei frontman più carismatici che abbia mai visto.

Set It Off

Da questo ho potuto capire perché il pubblico fosse così entusiasta e impaziente prima del concerto: chiaramente sapevano cosa aspettarsi, e ne hanno adorato ogni dettaglio. A un concerto dei Set It Off può succedere di tutto, diceva una fan al mio fianco, e devo ammettere che è proprio stato così: c’è di tutto sottopalco, io inciampo in borse e corpi mentre cerco di mantenere l’equilibrio nel marasma, si perde cognizione di causa mentre Cody passa a stringere più volte le mani delle prime file, spuntano peluche che vengono fatti danzare nell’aria, e ai quali Cody punta il microfono come per farli cantare.

Set It Off

Il batterista Danziger, a un certo punto del set, scambia il posto con Carson che si siede ai tamburi: Maxx, una montagnola bionda di muscoli e vigore che fanno sospirare il pubblico femminile, ha il suo momento di gloria al microfono cantando “I’ll Sleep When I’m Dead”, chiedendo a tutti di accendere le torce dei cellulari. Tratta dall’album  di debutto “Cinematics”, uscito il 18 settembre 2012 per Equal Vision Records, questa traccia presenta un’apertura teatrale inquietante, un brano pieno di frustazione con frasi come  I’m stuck self – torturing / my meds are failing me / internal clock in smithereens / can’t fix this, I’m hopeless.
Disarmante, è acclamata a gran voce dai fan, mentre Maxx passa e si accuccia vicino alle prime file, mani che si allungano per accarezzarlo, mentre lui sorride fissandoci negli occhi.

Set It Off

Rafforzano poi la loro forza con una versione ustionante di “Killer In The Mirror”, amatissimo brano dall’album “Midnight (The Final Chapter )” rilasciato il 4 giugno 2021 via Fearless Records, è una canzone che simboleggia un cambiamento nell’evoluzione sonora della band, e che descrive nel dettaglio il nuovo atteggiamento feroce, crudo, emozionale del vocalist, nei confronti della pura sopravvivenza nella vita.
This is a song about failure, never be afraid to look at it, never be afraid to face it, è il messaggio di Cody agli astanti in delirio, mentre i suoni illustrano il lato più triste di questa canzone.  People will try to hurt you / but you’ll make it out alive everytime. Che brividi, che sensazioni, quanti occhi lucidi attorno a me; la musica, che martella le pareti, sicuramente si sente oltre i limiti fisici della venue.

Set It Off

Chiaramente ci avviciniamo al termine del concerto, Cody lo comunica ai fan scatenando un coro di voci deluse, ma quando si alzano per acclamare Set It Off! Set It Off! Set It Off! Lui si ferma, ansante e lucido di sudore, per assorbire tutto quell’amore e quella forza trascinante. I fuckin’ told you! I fuckin’ told you it was going to fly!  Ci urla l’emozionato cantante, ed è proprio vero, stasera il tempo si è cristallizzato e rimaniamo tutti costernati dalla velocità con cui, invece, è volato.

Set It Off

Si compie il rito del lancio di bacchette e plettri, io sto in piedi per miracolo quando un fan mi si lancia addosso per tentare di riceverne uno, altri assaggeranno direttamente il pavimento; delirio per recuperare le set list cartacee, ma nel cuore mi resta l’immagine di un Cody Carson che se ne va ridendo come un bambino felice, con in testa una coroncina da principessa, dono delle prime file. I Set It Off ci mandano tutti a nanna con un grande sorriso, madidi di sudore, dopo aver scambiato lacrime ed emozioni col vicino di concerto, dopo aver respirato la loro musica positiva e divertente con lo stesso ritmo. Il nuovo anno è appena iniziato, mettete questi artisti nella vostra wish list e andate a uno dei loro concerti, vi assicuro che ne sarete felici.

Articolo e foto di Simona Isonni

Set list Set It Off Milano 11 febbraio 2025

  1. Wolf In Sheep’s Clothing
  2. Fake Ass Friends
  3. The Haunting
  4. Evil People
  5. Creating Monsters
  6. Kill The Lights
  7. Lonely Dance
  8. Hypnotized
  9. I’ll Sleep When I’m Dead
  10. Parasite
  11. N.M.E.
  12. Win Win
  13. Killer In The Mirror
  14. Why Worry
  15. Punching Bag
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