Key points concerto The Meffs 16 ottobre 2025
- Where: la venue, il suo fascino
- Who: chi sono The Meffs
- What: lo show, inclusi gli opener
Where: la venue, il suo fascino
Immaginiamo per un attimo di star scendendo a rapidi passi una ripida scala illuminata da luci al neon, in direzione di una porta antincendio color tortora, dietro la quale si trova una stanza grande poco più di un appartamento di medie dimensioni; entrati all’interno, colpisce da subito la coltre di nebbiolina profumata proveniente dalla macchina del fumo, che sbuffa come il Brucaliffo dalla sua postazione sul piccolo palco situato alla sinistra dell’entrata. Sempre sul palco, è montato l’unico impianto luci della sala, sufficiente appena per illuminare gli strumenti, in attesa paziente di canalizzare tutta la furia di chi stasera li prenderà in mano, e per far risaltare le crepe che segnano come rughe le pareti sporche e scrostate, testimoni silenziose di tante serate fatte di musica ad alto volume, passione, sudore ed eccitazione. Anche se la descrizione potrebbe ingannare, non ci troviamo al CBGB’s di New York nel 1976, bensì nella suggestiva palestra Visconti, la più piccola delle due venue destinate alla musica dal vivo dal circolo Arci Bellezza di Milano, dove giovedì 16 ottobre Virus Concerti ha portato il duo punk rock inglese The Meffs.
Who: chi sono The Meffs
Originari dell’Essex, la vocalist/chitarrista Lily Meff e il batterista Lewis Meff, al secolo Lily Hopkins e Lewis Copsey, sono i portabandiera di quel che viene definito “Frantic Britpunk”: attivi dal 2019, The Meffs incarnano lo spirito del Punk nella sua forma più pura, in cui i groove diretti e velocissimi della batteria sono sovrastati da una chitarra dal suono saturo e slabbrato, suonata con rabbia e in modo tecnicamente primitivo. Il cuore pulsante della musica della band è però rappresentato dai testi e dalla voce di Lily, che strilla nel microfono tutta la sua impotenza nel vedere la Gran Bretagna andare in pezzi, massacrata da anni di politiche sociali sbagliate, portate avanti da cosiddetti statisti incapaci o in malafede.
Con i due ep “Broken Britain” (part 1 e 2, pubblicati rispettivamente nel 2022 e nel 2023) e il full lenght d’esordio “What a Life”, uscito l’anno scorso, The Meffs si sono fatti notare come una delle realtà della scena inglese più interessanti, in grado anche dal vivo di restituire a chi ascolta un sound sorprendentemente potente, pur essendo solo in due: non a caso, sono spesso definiti dai fan louder than a four-piece, come abbiamo avuto modo di constatare di persona durante la serata milanese oggetto di questa recensione. Volete leggere la nostra intervista esclusiva al duo?
What: lo show, inclusi gli opener

Il concerto è aperto dai meneghini Take Death: formatasi dalla fusione tra i progetti underground Hawaii Zombies e Trenitrenitreni, la band è caratterizzata dal continuo scambio di ruoli sul palco e da sonorità pesantemente influenzate dalla musica di numi tutelari del Rock alternativo più crudo come Ramones e Libertines, oltre che da armonie di stampo Doo-wop e dalla scena inglese degli anni ‘60, come ben dimostrato dalle citazioni beatlesiane nell’opener “You Wanna”.


Il pubblico, incuriosito, comincia ad avvicinarsi timidamente al palco, con i Take Death che pian piano iniziano a far battere il piede ai presenti al ritmo di brani punk scatenati ed elementari come “Beer on the Floor”, “Girlfriend”, introdotta da un bell’arpeggio crunch della chitarrista e cantante Giulia, e la conclusiva “Park”.


The Meffs – Dopo essersi gustato l’antipasto, per il pubblico è giunto il momento di passare alla portata principale. Lily Meff sale sul palco e, salutando i presenti, imbraccia la sua Telecaster bianca, mentre Lewis si siede dietro alle pelli: tempo di un fistbump di buon auspicio tra i due, che il riff di “Look at You”, elegante come il suono di una motosega impegnata ad affettare una lastra d’acciaio, riempie la sala della palestra Visconti di quell’elettricità rock’n’roll che da sempre contraddistingue le band provenienti dal Regno Unito.

Complici le dimensioni contenute del locale, c’è la possibilità per The Meffs di interagire spesso e volentieri con gli spettatori, invitandoli ad esempio a partecipare al botta e risposta della successiva “Stamp it Out” o prendendosi un po’ di tempo per raccontare del massacrante viaggio in auto che, in circa sedici ore, li ha portati dalla terra di Albione alla capitale meneghina, prima di lanciarsi a testa bassa nel frenetico groove di “So Modern”.


Lily Meff è una frontwoman con i fiocchi, oltre ad essere una musicista carismatica: si aggira costantemente sul palco con fare predatorio, fissando le persone direttamente negli occhi mentre incanala tutta la sua rabbia nel microfono e nella chitarra, che suona con la stessa attitudine di un animale feroce intento a massacrare la sua vittima; si agita, salta, ammicca ai fotografi sottopalco, con un malefico ghigno da Joker perennemente stampato in volto che diventa ancora più largo dopo aver coinvolto la platea in un circle pit, con lei al centro a suonare il riff tritasassi di “Deathwish”. Lily è depositaria di quella energia maligna ma al tempo stesso magnetica propria di personaggi come Keith Flint, che viene infatti omaggiato da The Meffs con una cover rocciosa di “Breathe” dei Prodigy.


Un momento memorabile dello show è sicuramente quello che ha caratterizzato l’esecuzione di “Business”: dopo aver espresso la propria soddisfazione per la possibilità di esibirsi in un locale come l’Arci Bellezza, in cui l’atmosfera raccolta favorisce lo scambio di energia con il pubblico, Lily invita due volontari a salire sul palco, con l’intenzione di iniziarli all’antico rito del crowdsurfing. Una ragazza bionda dalle braccia tatuate e un ragazzo barbuto con una kefiah legata in vita raggiungono i due musicisti inglesi, per lanciarsi poi sulle mani pronte dei presenti quando The Meffs decidono di mettere ancora una volta alla prova l’impianto di amplificazione, intasandolo con il loro Punk Rock tagliente.


Siamo agli sgoccioli: un accorato monologo della cantante riguardo alle pericolose politiche messe in atto dai leader del primo mondo introduce quello che forse è il brano che più di tutti racchiude lo spirito aspramente critico del duo britannico, quella “Broken Britain, Broken Brains” che, nel 2022, ha fatto entrare di diritto The Meffs nella lista dei nomi più caldi di quello che, ad oggi, potremmo definire come il Rinascimento del movimento Punk, prima di concludere il set con la velenosa invettiva di “Clowns”.


The Meffs hanno dimostrato, anche stasera, di avere tutto ciò che serve per poter essere una voce importante del panorama rock più politicizzato: testi socialmente impegnati e venati di urticante ironia British, uno stile musicale schietto, crudo, senza fronzoli, che omaggia e allo stesso tempo aggiorna la storia del Punk inglese, e una leader carismatica e coinvolgente come poche altre sulla scena. Non vediamo l’ora di scoprire quali sorprese ci riserverà in futuro questa coppia di scanzonati fuorilegge dalla lingua tagliente.
Articolo di Alberto Pani, foto di Silvia Sangregorio
Set list Take Death Milano 16 ottobre 2025
- You Wanna
- Beer on the Floor
- Girlfriend
- Chair
- Better Days
- Fever
- Sunshine X
- Park
Set list The Meffs Milano 16 ottobre 2025
- Look at You
- Stamp it Out
- So Modern
- Everything’s Gone
- Fire
- Breathe (Prodigy cover)
- Wasted on Women
- Deathwish
- Disorder
- Only Human
- Stand Up, Speak Out
- Business
- Budget Luxury
- Broken Britain, Broken Brains
- Clowns
