
Roma 8 maggio. Varco la porta del Kill Joy carico di curiosità per la data capitolina del tour acustico di Todd Kerns. Ho visto l’artista varie volte sul palco con il suo progetto degli Heroes & Monsters (qui i nostri live report) e, chiaramente, ho avuto modo di apprezzare il suo basso negli ultimi dischi di Slash. Todd Kerns è uno che incarna tutto ciò che ti puoi aspettare da un rocker purosangue: capelli lunghi, tatuaggi, un’attitudine sul palco da manuale e una voce nata per cantare il Rock. Però, stasera, il nostro polistrumentista dalla corvina chioma ha scelto l’impervia via dell’acustico, quella che non ti lascia troppo margine d’errore, perché da solo sul palco ti giochi il tutto per tutto: è come fare un all-in in una mano di poker. Eh già, perché su quel palco, con un microfono e una chitarra acustica, è come essere nudi. Niente compagni di palco, niente distorsioni, niente seconde voci: sei solo tu e il pubblico che ti guarda.

Il locale ha un pubblico decisamente schierato: le magliette degli Heroes & Monsters ovunque non lasciano troppi dubbi. Come un gruppo di ultras agguerriti, si sistemano sulle file di sedie posizionate per l’occasione sotto il palco – una disposizione inusuale per il Kill Joy – che rende perfettamente l’idea dello spettacolo intimo che stiamo per vedere.

Ed ecco che sale Todd Kerns e imbraccia la sua chitarra, che gli arriva sotto il bacino – sì, avete letto bene – niente sgabelli, niente chitarra ascellare, nulla di tutto questo: Todd trasuda Rock pure con l’acustica. Si parte subito a bomba con “Raw Power” degli Heroes & Monsters, la totalità del pubblico la conosce e la canta. Una partenza perfetta per rompere il ghiaccio. La scaletta sarà un viaggio nella carriera dell’artista, passando dagli Heroes & Monsters – e infatti citerà i suoi compagni di gruppo in vari momenti della serata – a Slash, fino ai brani della sua carriera solista, come “Indian Summer”, sconfinando poi in omaggi agli artisti che lo hanno ispirato. E, a proposito di omaggi, quello a Scott Weiland, con “Fall To Pieces”, è semplicemente da brividi.

Todd Kerns non cerca troppi virtuosismi da accademia, ma utilizza molto lo strumming, dando così maggior risalto alla voce. E che voce, dannazione. Due ore senza una sbavatura, un calo, una défaillance. E non pensate che Mr. Kerns abbia scelto una scaletta facile: ha fatto cover anche di gruppi come Mötley Crüe, Guns N’ Roses, Bon Jovi o Led Zeppelin. Insomma, tutta roba che ti strizza le corde vocali a dovere e ti fa venire la tracheite solo a guardarlo.
Nel frattempo, lui dispensa sorrisi e scherza con il pubblico in un clima amichevole e talmente rilassato che ti sembra un vecchio amico – quello figo, di solito – che dopo un paio di birre tira fuori la chitarra e ti svolta la serata. Fa quei pezzi che ti divertono, a volte ti commuovono, a volte ti fanno venire i brividi e, a volte, ti riportano all’adolescenza, quando li ascoltavi nel walkman. Ed è lì che realizzi che stai invecchiando… maledetta nostalgia!

Si prepara per l’ultimo brano, ed è qui che Todd si lascia andare a una bellissima versione di “Space Oddity” di David Bowie, facendoci perdere nello spazio delle note della sua chitarra acustica. Un finale sognante, perfetto per chiudere. Todd scende e viene sommerso dalla passione del pubblico, che però, ordinatamente e in modo spontaneo, si mette in fila per una foto o un autografo.

A prescindere che suoni il basso, la chitarra, il flauto dolce, che canti o meno, Todd Kerns è un frontman naturale, uno che sembra dirti: io sono nato per fare Rock. E diamine se lo fa e anche dannatamente bene!
Articolo e foto di Daniele Bianchini
Set list Todd Kerns Roma 8 maggio 2025
- Raw Power
- Let’s Ride It
- You Time Is Gonna Come
- Fall To Pieces
- Devil in Me
- Dead Or Alive
- The Maker
- Indian Summer
- Don’t Tell Me I’m Wrong
- Say Hello 2 Heaven
- It’Always Been You
- Home Sweet Home
- November Rain
- Angels Never Sleep
- Thank You
- And You’ll Remain
- Rose/Here I Go Again
- Living On a Prayer
- It’s Not You It’s Me
- Space Oddity