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Vince Pastano e Noisebreakers live Vicopisano

Concerto che ci ha rispedito a casa con il sangue un po’ più Blues

Per iniziare il mese nel migliore dei modi, il 1 marzo ci troviamo a Vicopisano in provincia di Pisa al Mood Music Pub, per ascoltare uno dei musicisti più impressionanti dei nostri tempi, accompagnato da un gruppo composto da altrettanti virtuosi musicali: Vince Pastano insieme ai Noisebreakers, per l’unica data toscana del loro min tour “Nocturnal Tour”, per la promozione dell’album omonimo da poco uscito, il loro secondo lavoro.

Conoscevo Vince di nome, ero al corrente del suo zampino nella produzione dell’icona italiana Vasco, ma non avevo mai avuto l’occasione di vederlo dal vivo con progetti solisti. Da chitarrista non potevo in nessun modo perdermelo, e insieme alla fotografa della serata raggiungiamo il locale che, con un cambio di gestione, ha sostituito lo storico Blitz Pub qualche anno fa.

Il posto è molto accogliente, con un arredo che attirerebbe chiunque è interessato al mondo della musica: chitarre appese ai muri e ai soffitti, quadretti raffiguranti i più grandi nomi musicali, e in generale un’atmosfera accogliente che ricorda l’Hard Rock Café. Nel locale è anche possibile cenare prima dei concerti, prenotando. Palco quasi al buio, davvero “notturno”, perfetto per il tour (molto meno per le foto).

Sul palco in apertura agli headliner c’è Samuele Borsò, cantautore tutto voce e chitarra fingerstyle per rompere il ghiaccio. Il genere proposto dal musicista è molto particolare per l’insieme di tecniche utilizzate sulla chitarra, mischiate a un cantato in italiano molto emotivo, ma purtroppo non riesce a catturare più di tanto l’attenzione del pubblico, ancora poco numeroso.

Sono già passate le 23 quando è finalmente l’ora dei Noisebreakers. Rimango incredulo notando come la serata non sia sold out, ma come suggerisce il bassista del gruppo Davide Barani che si sta sistemando, pochi ma buoni.

Salgono sul palco, Vince inserisce il cavo nella sua Stratocaster, il batterista Vincenzo Matozza stacca il quattro e partono con il primo pezzo, “Lou”.

Un brano perfetto come introduzione, guidato dal cowbell persistente della batteria sui quarti, una chitarra noise rock che riempie le strofe con dei suoni sorprendenti, mentre il bassista scivola sulle quattro corde con semplicità, e voce propriamente graffiata del superlativo cantante Tony Farina.

Sono stupefatto. Partenza esplosiva, e come sempre riconfermo che fare tanta strada per assistere a spettacoli tali regala sempre grande soddisfazione.

Siamo solo agli inizi del live, a seguito di “Lou” c’è “Black Hearted”, grandissimo Blues condito con stacchi in tempi dispari e un finale molto spinto. Sarò di parte, ma non riesco a distogliere lo sguardo da Vince Pastano: era da tantissimo che non vedevo dal vivo un chitarrista con una tale padronanza dello strumento, e mi incuriosisce tutto della sua performance.

Il look dice tutto, t-shirt della propria band, barba incolta, berretto in testa, chitarra sistemata all’altezza delle ginocchia, tutti particolari molto grunge che però non distraggono da ciò che proviene dall’amplificatore. Bastano i primi pezzi per farci realizzare una cosa: il volume a cui la band sta suonando rispecchia a pieno il loro nome: Noisebreakers. Difatti ogni brano è un enorme muro di suono, ma non fraintendetemi, nonostante la sua pesantezza il suono esce definito e limpido, facendoci distinguere le note di ogni sezione. Menzione d’onore, quindi, va al fonico e all’acustica del Mood.

Il set va avanti, e veniamo sorpresi dalla prima cover della serata, niente di meno che “Black Dog” dei monumentali Led Zeppelin. Il brano inizia con uno scambio di fraseggi tra la chitarra e la voce, e viene presentato con un riarrangiamento totalmente in chiave Noisebreakers: progressione di accordi fedele ma caratteristica, una voce che non delude, e un modo di picchiare la chitarra degno di nota. L’assolo è ricco di peculiarità, pur restando in tema zeppeliniano, con Vince che si inarca sulla chitarra per raggiungere dei cromatismi che nessun’altro penserebbe di inserire. Successivamente viene presentata “Don’t You Want That”, una delle mie esecuzioni preferite della serata. Un brano che contiene tutta l’essenza del Rock, accordatura Drop D, una sezione ritmica compattissima e, ovviamente, un assolo da inserire nei libri di scuole di chitarra Blues.

Il momento più alto della serata, però, viene raggiunto con un cambio di strumento da parte di Vince: viene posata la Telecaster, che era entrata a sostituzione della Stratocaster per “Black Dog”, e sulle cosce del chitarrista compare una steel guitar, per la riproduzione del pezzo “Harvest Moon”, brano molto lento con tanto di assolo di armonica da parte del cantante.

Mentre coloro che sono nel locale vengono assopiti dalle note morbide dello strumento di Pàstano, mi inizio a rendere conto che il pezzo sta viaggiando verso una direzione ben precisa, una sonorità abbastanza conosciuta, e il gruppo mi dà la conferma spostando il loro brano verso altri due considerabili come pilastri del Rock psichedelico: “Breathe” e “On The Run” dei Pink Floyd.

Sono estasiato, tutti lo siamo. La dolcezza della voce, le armonizzazioni precise del bassista, la batteria che fluttua con l’atmosfera creatasi, e le note in slide della chitarra steel ci offrono uno svolgimento devotissimo ma completamente azzeccato del primo brano sopra citato, per poi sfociare in un cambio repentino di chitarra mentre basso e batteria continuano con la ormai terza cover. Il cantante si fa da parte, e il gruppo si cimenta in una jam strepitosa sulle note di “On The Run”.

Finito il medley, il cantante passa la parola a Vince, che ringrazia il pubblico per essere presente e ci dà qualche informazione sul loro “Nocturnal Tour”. Ringrazia i grafici per la realizzazione della copertina dell’album proiettata sullo sfondo, e ci invita ad avvicinarci sotto il palco. Difatti, fino a questo punto del live il pubblico è rimasto seduto, tenendosi stretta la sedia per non venir spinti via dal sound del gruppo.

La band continua il proprio set con una raffica di brani in Drop D, dei quali menziono la coinvolgente “Little Higher”, caratterizzata da dei suoni corposi e una voce che corre su un vastissimo range, soprattutto nel ritornello. A seguire atmosfere più magiche e magnetiche con pezzi quali “Love Me No More” e “You’re Always There”, dove la batteria si distacca dall’Hard Rock presentato finora e assume un tono più soft, e spicca un grande dualismo tra le sei e le quattro corde.

Viene presentata un’altra cover, “Four Day Creep”, e a conclusione del set c’è una traccia posizionata appositamente in chiusura, così da farci ricordare il motivo per il quale ci siamo presentati, ovvero la rinomata “Mississipi Queen”. Il brano racchiude l’essenza del live a cui abbiamo assistito: spinge i Noisebreakers a darci l’ultima botta anni Settanta, ed esalta ancora una volta Vince con i suoi ultimi lick incredibili.

Il live termina, e i fan accorrono per congratularsi con la band. Ringrazio il bassista per lo spettacolo e gli porgo i miei complimenti, e dopo aver atteso la disponibilità di Vince mi avvicino con la fotografa per parlarci. Il chitarrista ci ricorda una cosa fondamentale, forse la ragione del suo ambito successo. Suonare Blues senza anima non porta a nulla, risponde ad un nostro complimento sulla devozione da lui dimostrata allo strumento. Dopo aver avuto il privilegio di ricevere alcune informazioni sul suo equipaggiamento e vari setup, finisco di complimentarmi e lo ringrazio ancora per averci regalato un concerto ricco di musica che fa bene alle orecchie e al cuore, totalmente nelle mani dei Noisebreakers che hanno saputo rispedirci a casa contenti e, soprattutto, con il sangue un po’ più Blues.

La seconda tranche del tour in autunno, l’aspettiamo con gioia.

Articolo di Luca Colligiani, foto di Francesca Cecconi

Set list Vince Pàstano and Noisebreakers Vicopisano 1 marzo 2025

  1. Lou
  2. Black Hearted
  3. The Witch
  4. Darkest Night
  5. Black Dog (Led Zeppelin cover)
  6. Don’t You Want That
  7. Redpain
  8. Harvest Moon
  9. Breathe / On The Run (Pink Floyd cover)
  10. Pretty Mama
  11. The Sinner
  12. Little Higher
  13. Love Me No More
  14. You’re Always There
  15. Like A Hurricane
  16. Four Day Creep
  17. Mississipi Queen
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