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Auge “Spazi Vettoriali”

Secondo capitolo di una trilogia dove viene indagata la multiforme varietà degli spazi entro i quali l’umano si muove

VREC Music Label pubblica il 7 febbraio il nuovo album degli Auge “Spazi Vettoriali”. La band fiorentina, attiva dal 2019, giunge al suo secondo disco con una performance eclettica che spazia dall’alt Rock alla New Wave rispecchiando l’eredità di una tradizione che proprio nel capoluogo toscano dei primi ‘80 ha spinto tanta buona musica dalle oscure cantine ai piccoli locali, anche se parte di questo ricchissimo retaggio è andato poi disperso.

Per capire quanto la vicenda degli Auge sia legata alla storia musicale della città basti prendere il brano “Firenze”, che palesa una punta di sdegno contro chi ha sabotato la poesia di una musica fatta di suoni minori e imborghesitasi nel tempo alla ricerca di successo più ampio. Tuttavia, c’è chi sempre da quei posti dimessi e fra vicoli del centro, conserva ancora una scintilla di quell’emozione mai completamente sconfitta e che ancora soffia sull’antico fuoco per riportare in città una ventata di ricordi.

L’ensemble originario formato dalla bassista Sara Vettori, il chitarrista Matteo Montuschi e il vocalist e polistrumentista Mauro Purgatorio, ha aggregato il batterista Riccardo Cardazzo, andando a completare il suo particolarissimo sound in un quartetto dalla musicalità coesa che tenta di decifrare la multiforme natura dell’essere umano. Se nel disco precedente, “In Purgatorio”, si narravano le contraddizioni che rendono avvincente tutto ciò che è terreno, nel nuovo concept, che continua idealmente la narrazione del primo, l’attenzione si sposta verso le diverse dimensioni esplorate dalla nostra esistenza percorrendo spazi vettoriali vasti come la storia o piccoli come l’esperienza umana di tutti i giorni; precisi come la fisica o liberi come il mito.

Proprio il leggendario Icaro apre il disco con un brano omonimo forgiato su suoni sintetici e tutta l’energia dell’Alt Rock a incarnare alla perfezione una natura umana indomita rapita dalla sua brama di vita e desiderosa di puntare verso l’alto. La storia ci insegna purtroppo che le velleità sognatrici degli uomini si scontrano sovente con una forza superiore in grado di sopprimere ogni slancio in ossequio alle regole artificiali e alle leggi della natura: sono questi i temi di “Gravità” che pur nella tragicità della condizione moderna suona il suo anelito di fantasia con suoni sperimentali intarsiati su un’intrigante melodia, interpretata magistralmente dalla band.

Altre invenzioni rock si fondono con cadenze post-punk o anche blues, come nella bellissima “Universi” con il suo magnetico finale, o nell’incedere di “Ognissanti”, che si pone domande profondissime sull’essenza divina. “Universi” in particolare è un gioiello dagli arpeggi iniziali dell’acustica seguiti da un finale densissimo con un assolo di chitarra elettrica da brividi. Gli Auge volgono infatti uno sguardo speranzoso in ogni brano come incitamento, nonostante tutto, a quel desiderio inespresso di tirare fuori i sogni dal cassetto tornando a essere protagonisti e a dare il meglio di sé contro le avversità.

“Lei”, per esempio, pur raccontando un disagio femminile impossibile da condividere sprigiona ugualmente una resilienza, una densa trama rock di forte impatto dal ritmo trascinante e decadente al contempo, perfetta simbiosi tra gli stili di cui la band si fa portatrice.

Il gruppo rappresenta senza dubbio un patrimonio da conservare nel nostro panorama rock. Estro e talento emergono da una musica, che, pur con qualche reminiscenza di band storiche degli ’80 per la parte elettronica, sa imporsi con la sua modernità. A tutto questo contribuisce anche l’ottimo lavoro alla produzione di Flavio Ferri. Il pregio di questo lavoro è l’aver saputo amalgamare gli argomenti complessi delle liriche con una musicalità che riesce a esaltare tutta la sua forza libera senza cadere nella magniloquenza ma esprimendosi viceversa con un’immediatezza comunicativa preziosa che riesce a far arrivare il messaggio dritto al punto.

Articolo di Carlo Giorgetti

Track list “Spazi Vettoriali”

  1. Icaro
  2. Ero Lì
  3. Firenze
  4. Lei
  5. Maestrale
  6. Gravità
  7. La Teoria
  8. Ognissanti
  9. Perdersi
  10. Universi

Line up Auge: Matteo Montuschi chitarra, voce, cori / Mauro Purgatorio voce, tastiere, sintetizzatore, programmazione, cori / Sara Vettori basso, cori / Riccardo Cardazzo batteria, percussioni

Auge online:
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