Il 19 settembre Chantal Acda ha presentato il suo nuovo album “The Whale”, otto tracce per 40 minuti di buona musica, prodotto da Chris Eckman (The Walkabouts), uscito per l’etichetta di Starman Records. Un disco introspettivo, quanto meno per una parte di sonorità, che si alternano infatti con brani decisamente più ruvidi, movimentati con un sapore pop. È il caso, per capire questo doppio motore che ispira questo nuovo lavoro, della delicata “Hit the Verge” e della successiva “Togetherness”, uno dei pezzi più interessanti per contaminazioni e per l’uso della voce. Batteria con spatole jazz, pianoforte e sonorità che portano in piccoli e fumosi club, con un finale più rumoroso, che lascia emergere sonorità più indie.
Un dittico, collocato al centro di un disco che, con la title track, è decisamente fuorviante. Al primo ascolto la prima traccia, e cioè “The Whale”, fa capire a chi si muove in mondi lontani dal mainstream che qui non troveremo grandi novità. Anzi. All’ascolto di quel brano sembra di muoversi fra il miglior cantautorato made in Usa, il jazz e le chitarre morbide. La svolta pop sembra essere dominante, con un ammiccamento verso sonorità più orecchiabili. Sensazione che termina già con la più movimentata “Safety”, dove cambia l’ambientazione sonora e riporta Chantal Acda su territori più noti ai suoi ascoltatori, vicini alla miglior Björk e per certi versi agli ultimi Sigur Rós. Tuttavia, questo “The Whale”, disco nato come già detto da una precisa scelta dell’autrice, e cioè di contaminare, sia nei testi, che non sono più solo farina del suo sacco, che nella musica, è un lavoro che spiazza l’ascoltatore in ogni sua traccia.
“Safety”, dunque, si chiude con uno splendido mélange sonoro di molti strumenti, un gramelot ensemble alla maniera dei dischi migliori del jazzista Simone Guiducci. “Heads” porta nel mondo sonoro dei Radiohead dei tempi migliori, con un sound acido a tinte forti, dove la chitarra è martellante con un ritmo ripetitivo e incalzante. La voce di Chantal Acda sconfina nel Rock indipendente di maggior fattura. Anche in questo caso siamo in presenza di una delle tracce più interessanti di questo lavoro. Il suono del flauto, poi, sembra destinato ad omaggiare quella tradizione Prog che oggi sembra tornare in auge grazie anche alla bella riduzione di “The Lies Down On Broadway” dei Genesis.
“The Whale” è un disco che di certo permette un maggior accesso al mondo di Chantal Acda, grazie appunto ai rimandi più pop che sperimentali della sua carriera precedente, costellata di progetti in gruppo e da solista, ma che non spaventa i fan storici che, semmai, possono storcere il naso per un eccesso di zelo della nostra. Il disco non delude affatto neppure chi cerca novità, o quanto meno non la solita minestra riscaldata. Le code di “Heads” (soprattutto) e quella di “Move Ourselves”, diametralmente opposte, sono però la cartina tornasole di un disco nel quale in primis Chantal Acda ha saputo divertirsi nel mescolare mondi sonori. A conti fatti, oggi, quando la novità assoluta pare lontana, non resta che far bene il proprio lavoro e vedere cosa ne esce fuori. Chantal Acda ha dimostrato che con un buon lavoro di studio si può produrre un album che non fa breccia, ma che neppure è destinato a finire nel dimenticatoio in poche settimane. Un buon lavoro che questi tempi meritano, ma solo se si vuol cercare di ascoltare, e si è disposti a dedicare 40 minuti a musica non banale.
Chantal Acda sarà in Italia per alcuni concerti, per ora ecco quelli confermati: il 31 gennaio al Diavolo Rosso di Asti, il 1 febbraio al Circolo Gagarin di Busto Arsizio. Altre date verranno comunicate prossimamente.
Articolo di Luca Cremonesi
Track list “The Whale”
- The Whale
- Safety
- Heads
- Hit the Verge
- Togetherness
- Move Ourselves
- Rivers
- Make It Work
Line up Chantal Acda: voce, saz, chitarra / Alan Gevaert (dEUS): basso / Eric Thielemans: percussioni / Niels van Heertum: eufonio, tastiere / Gaetan Vandewoude: chitarra
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