Il 28 aprile è uscito “Energumeni” (Sussidiaria), album di debutto di ENERGUMENI, il nuovo progetto discografico che unisce due figure seminali della scena musicale italiana: Fabrizio Tavernelli (En Manque D’Autre, AFA/Acid Folk Alleanza, Groove Safari, Duozero) e Manitù Rossi (Le Forbici di Manitù).
Tanto rumore per nulla. Si potrebbero riassumere così le recensioni che, ad oggi, si sono occupate di questo lavoro. Noi non ne siamo così convinti, e i poniamo in modo diverso ascoltando questo disco. Di vero c’è che non si tratta di un lavoro innovativo, inedito o mai sentito prima. Tuttavia, è l’approccio che genera questo tipo di lettura che riteniamo non essere corretto. Se così fosse, infatti, dovremmo smettere di recensire tutto quello che è uscito dopo Mozart, Stockhausen, Robert Johnson, i Beatles e Cage. A conti fatti, dai “4’33”” di Cage a “Metal Machine Music” di Reed, tutto è già sentito e fatto. Ripeto, questo approccio non solo è snob, ma sbaglia bersaglio e obiettivo. Sartre sosteneva, con ragione, che ogni pensiero, forma d’arte e sua espressione, vada valutata “in situazione”, ovvero nel suo tempo e nel suo accadere. Se negli anni ’70 questo lavoro sarebbe stato uno dei tanti, ora, nel 2025, in questo preciso momento musicale, è una boccata d’aria fresca, pur se non nuova.
ENERGUMENI non si presenta sulla scena musicale per rivoluzionare. Le dieci tracce di questo lavoro pescano in un vasto mare di esperienze: dall’ambito sperimentale elettronico al rumorismo, dal free jazz all’industrial, dai migliori Einstürzende Neubauten fino alle distorsioni dell’ultimo Waits, dal progetto “Alone” di Gianni Maroccolo alle ricerche dell’ultimo Max Casacci. Si potrebbe procedere così all’infinito, ed è un gioco che ha senso solo per dare un orizzonte entro il quale collocare questa cometa che ha cominciato a circolare nell’aprile del 2025.

Il disco si apre con la title track, che mantiene ancora al centro la dimensione canzone, con tanto di testo significante e pungente, che sottolinea la dimensione di prepotenza che ormai domina nel mondo quotidiano. Di energumeni sono pieni i fossi, le città, i paesi e i social, e c’è da farci i conti. Tuttavia, già dalla seconda traccia è chiaro che Tavernelli e Rossi non hanno alcuna intenzione di darci certezze, punti di riferimento o porti sicuri nei quali approdare.
Come nell’ottimo lavoro di Vittorio Nistri e Filippo Panichi (la nostra recensione), Tavernelli e Rossi decidono di muoversi in terreni dove suoni e rumori non sono convenzionali, ma diventano materiale da equiparate, e sono materiale con il quale provare a comporre sentieri interrotti, rotte non commerciali e strade perdute. “Insurrezione ipodermica (Sommossa sottocutanea)” ne è un esempio meno estremo di “Va didi va anjy”, ma quando avrete modo di sentirla ricordate che se solo si fosse intitolata “Hypodermic Insurrection (Subcutaneous Riot)” e fosse finita in uno degli ultimi lavori di Bowie, staremmo gridando tutti al miracolo.
Le prime tre tracce danno il senso del lavoro che, appunto, si muove su ricerche che mantengono certe linee melodiche, come nel caso di “Via Clavature, via Marsili”, un brano davvero molto bello quanto intenso, dove distorsioni e piatti dettano il ritmo, e pezzi dove il suono del rumore, e la voluta rottura della rassicurante armonia, è dominante. È il caso, per esempio, di “Virulazo”, o di “Astrodrip”, forse una delle creazioni più estreme del disco, che però rimanda anche a esperienze sonore kraut e psichedeliche. “Un assedio”, in chiusura, è fra i pochi brani dove la voce torna protagonista, ma questa volta come strumento, più che come bel canto.
“energumeni” è un disco da contestualizzare, ovvero da ascoltare e leggere in un momento storico dove la sperimentazione, quando c’è, è solo carsica. Dove le novità non sono altro che riproposizioni fedeli di ciò che è stato 30 anni fa, con tour celebrativi e album ripubblicati solo senza la polvere del tempo. Dove chi osa non ottiene nessun plauso, anzi, si sente dire che in fin dei conti tutti i territori sono già stati esplorati. Il lavoro di Rossi e Tavernelli, invece, guarda con passione e interesse non tanto al passato con nostalgia, ma come fonte di ispirazione per una proposta musicale non retrò e tanto meno celebrativa. Il progetto ENERGUMENI prova semplicemente a fare musica come si poteva fare un tempo, e cioè in modo libero e senza nessun obbligo di piacere a qualcuno. Una libertà che in pochi, oggi, sanno ancora prendersi. Un disco che non si limita a essere ascoltato, ma che va vissuto; un’esperienza totale che lascia tracce di unto e gnocco fritto sulle tastiere dei Moog.
L’album è composto da 10 tracce, ma ce ne sono due, l’11 e la 12, che sono bonus track presenti esclusivamente sulla piattaforma Rizostream. Nella versione in vinile e in quella in cd, non sono presenti.
Articolo di Luca Cremonesi
Track list “energumeni”
- Energumeni
- Va didi va anjy
- Insurrezione ipodermica (Sommossa sottocutanea)
- Via Clavature, via Marsili
- Virulazo
- Astrodrip
- The affectionate punch
- Forme nascoste della foresta oscura
- Un assedio
- Aaaa aqaba wava’s
- Ne hai del tufo (bonus track Rizostream)
- Provenienza Km Zero (bonus track Rizostream)
Line up ENERGUMENI: Fabrizio Tavernelli: batteria, chitarra, microcosm, voce, organo, tenori-on, marcas, kalimba, basso wah, groovebox, arpa, microkorg, balafon / Manitù Rossi: basso, chitarra ritmica, voce, stick, clarinetto, sib, armonium, moog theremini, piano elettrico, organo, eventide H9, Poly D, behringer
ENERGUMENI online:
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