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Foxy Shazam

Foxy Shazam “Burn”

Un sano e sregolato Rock di taglio felicemente vintage ma dai suoni attuali, con riff fulminanti e cori

Dopo l’interruzione delle attività dei Foxy Shazam nel 2014, nessuno si aspettava un ritorno della band di Cincinnati, ma ne avevamo bisogno: “Burn” è uscito l’11 dicembre 2020, autoprodotto, per la loro etichetta EEEOOOAH. Ci avevano abituati a inni energizzanti e a un sano e sregolato Rock di taglio felicemente vintage ma dai suoni attuali, con riff fulminanti e cori, senza dimenticare, evitando facili battute, la tromba. Con formazione rinnovata, non riescono a proporre un album classico che rimarrà nella storia, forse complice le registrazioni effettuate forzatamente a distanza, ma musicalmente riescono comunque a ricordarci vibrazioni positive e a far venire voglia di muoverci. Sentir aleggiare dietro ai testi dell’album lo spirito della pandemia può essere una facile lettura o la realtà, ma un album uscito lo scorso ottobre non può non tenere conto dell’ulteriore elemento di alienazione intervenuto a modificare le nostre vite.

I Foxy Shazam sono uno di quei gruppi che, come The Darkness o The Struts, non potrebbero esistere se non fossero esistiti i Queen, ma che non si chiedono quanto evidente sia il tributo a quello stile semplicemente perché è ormai parte del corredo genetico di una certa generazione di rocker. Lo stesso cantante Eric Sean Nally non si pone il problema se somigliare o no a Freddie Mercury, del quale, con il debito rispetto, non invidia l’estensione. È come lui un vero animale da palco, ma capace anche di coreografie degne di James Brown-via-Prince con microfono e senza.

La canzone che dà il titolo all’album, “Burn”, parte con un bel riff potente arricchito dai fiati e non si appiattisce su un unico ritmo, ma appoggia su cambi di tempo la sua tirata lirica post pandemica. “Dreamer”, secondo pezzo forte dell’album, inizia come una ballata che avrebbe potuto scrivere Elton John negli anni ’70 se avesse suonato negli ELO, ma svolta in un tempo veloce stile “Sheer Heart Attack”, per fare un esempio che resta nei dintorni di Mercury e compagni, rendendoci felici di avere di nuovo i Foxy Shazam nelle nostre playlist.

“Doomed” è un inno da cantare a squarciagola con versi rap e raddoppio di tempo, colonna sonora sconclusionata di una generazione che non accetta di restare confinata a questa terra. In “Dreamscape 2020” l’incedere del riff di fiato e chitarra entra dentro un ritornello cantabile, ed è il racconto di una storia d’amore finita, di nebbie e cieli grigi e dell’impossibilità di comunicare. L’elemento destabilizzante a cui i Foxy Shazam ci hanno un po’ abituato è qui il tecnico del suono ubriaco che rovina il finale, forse in accordo con la storia d’amore di cui si racconta nel brano.

Con “Never Ever” ci addentriamo nella parte più oscura dell’album; potrebbe essere uno scarto di “Smile” dei Beach Boys questo brano a cappella con un tappeto di sintetizzatore come base, anche se non c’è niente da sorridere in questo quadretto che esprime odio e inimicizia ed è cantato dal batterista Teddy Aitkins.  “In My Mind” ci risveglia un po’ con il suo tempo funky e ritornelli come sempre cantabili e supportati da pieni musicali, che suonano orchestrali anche con un unico strumento a fiato, e sempre coinvolgenti riff. “S.Y.A.A.F.” è un pezzo trascinato dai fiati che vive di citazioni e deliri, e ruota attorno a un’unica affermazione sibillina, quella del titolo: “It’s hard to know if you are who ya say you are a friend”, che si potrebbe tradurre con “è difficile sapere se sei chi dici di essere un amico”.

“Into The Wild” con una intro rap con autotune sembra un pezzo funky dance anni ’80 a cui non è stata concesso l’onore di un arrangiamento orecchiabile, e che è stato confezionato quindi come esperimento di mantra vocale che non si farà riascoltare molto volentieri…

L’album si chiude con due brani più convincenti. In “Suffering” eccoli finalmente, tromba western su riff di chitarra incalzante e strofa in falsetto, cori cantabili, cambi di tempo; questi sono i Foxy Shazam nella loro tipica veste, anche se questo brano non lascia il segno come altri del passato. L’album chiude con il ritmo sostenuto di “The Rose”, che potrebbe essere stato scritto dagli Sweet alla fine degli anni ’70. Il brano rende giustizia al gruppo e si lascia canticchiare, ma non è abbastanza per far gridare al capolavoro e probabilmente per far innamorare i giovani di questo gruppo che con considerevole talento ha lasciato il suo segno negli anni 10 di questo millennio.

I Foxy Shazam ci regalano nuovi brani da aggiungere alle nostre playlist, ma non riescono a farci fare lo sforzo di aggiungere tutto l’album.

Articolo di Nicola Rovetta

Tracklist “Burn”

  1. Burn
  2. Dreamer
  3. Doomed
  4. Dreamscape 2020
  5. Never Ever
  6. In My Mind
  7. S.Y.A.A.F.
  8. Into The Wild
  9. Suffering
  10. The Rose

Line Up Foxy Shazam

Eric Nally – voce / Sky White – piano / Alex Nauth – tromba / Teddy Aitkins – batteria / Trigger Warning – basso

Foxy Shazam online:

Website: www.foxyshazam.com

Facebook: www.facebook.com/foxyshazam

Twitter: www.twitter.com/foxyshazam

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