Secondo album strumentale in studio, dopo “Cinematic” del 2021 (la nostra recensione), per Federico “Ghigo” Renzulli che, congelati i Litfiba, si è messo di buon buzzo in studio e ha sfornato 15 brani, 11 dei quali inediti, con l’aggiunta di 4 rivisitazioni di brani già pubblicati. Il risultato è “Dizzy”, uscito il 6 dicembre del 2024, disponibile sulle piattaforme digitali e streaming, oltre ai formati cd e vinile, su etichetta Radical Road Records. Lo abbiamo visto presentato dal vivo a Bologna lo scorso 1 febbraio, qui il nostro report.
Un album che profuma di tanto lavoro in studio, dove Ghigo, che ha confessato più e più volte, in interviste e nel suo bel volume monografico “40 anni di Litfiba” (la nostra intervista in occasione dell’uscita), di trovarsi a casa in uno studio di registrazione, è la perfetta prosecuzione dell’album del 2021. Oltre a “Cinematic”, prima fatica in studio, serve citare anche “Alcazaba”, versione live del primo lavoro (la nostra recensione), ma con aggiunte varie. Con lui il progetto No.Vox che, al netto di qualche detrattore, è uno spazio di libertà che Ghigo si è conquistato, pezzo per pezzo. Certo, sono il primo a sostenere che “Insidia” sia uno egli album più belli dei Litfiba, ma è certo che congelare quel progetto, che lo vede legato a Piero Pelù, sia stato comunque giusto. A quel punto Ghigo ha potuto mettere in pratica questa assoluta libertà che lo slega così dal passato, senza però rifiutarlo e rigettarlo in toto.
Ghigo, va detto senza paura: più passa il tempo più migliora, come il buon vino. Lo aveva dimostrato nel secondo tempo dei Litfiba, ma la gabbia dorata di questa esperienza, dove nessuno è limitato, ma di certo subisce sudditanza per via di un suono e di trame che devono comunque tener conto di una storia, era comunque destinata a dettare tempi e ritmi. “Dizzy” profuma di suoni noti, ma questi non sono mai citazioni, se non occasionali. Ghigo si è divertito – e ci fa divertire – a mescolare generi, suoni e atmosfere, tenendo fermo il suo stile, e cioè il marchio di fabbrica che fa riconoscere la sua chitarra, ma cerca, allo stesso tempo, di navigare con altri mondi sonori.
“Dizzy”, insomma, è un lavoro molto piacevole, con alcune perle. “Circus”, già uscita come singolo, brano ispirato alla musica folk e ai suoni del Sud Italia (dalla tammurriata napoletana ai suoni local, passando per melodie gitane e circensi), abbinata a “Hermosa” – nata da un giro di pianoforte che detta il tema alla composizione – sono due pezzi decisamente belli, e lo sono così come sono, e cioè la chitarra basta e avanza a completare due brani che sono semplicemente perfetti. Ogni strumento, dalla semplice chitarra alle tastiere, trova la sua piena valorizzazione in una scansione temporale ben calibrata. Due brani che sarebbero stati bene a commentare le scene e le ambientazioni di Kill Bill vol. 2.
La ricchezza dei suoni di questo “Dizzy”, decisamente più variegata del precedente lavoro, sta nel fatto che Ghigo è accompagnato da 14 musicisti che hanno così contribuito a un sound ricco, ma che rimane però fedele alle sue cifre stilistiche distintive: quel tocco blues-wave che ha segnato per decenni l’identità musicale dei Litfiba. Ghigo, insomma, guarda avanti, senza dimenticare le sue radici. I casi più emblematici, oltre alla title track – composizione che ricorda melodie psichedeliche – sono “Abusey Junction” (rivisitazione di un brano dei Kokoroko), e “Stroboscopico”, una composizione di solido Rock. Ecco, forse in quest’ultimo caso un poco di nostalgia si respira perché di fatto quando il pezzo parte con la sua potente anima rock, con tanto di batteria martellante, vien da se attendersi l’arrivo delle parole.
Personalmente, poi, adoro il Ghigo lento, che tira le note, e che si lascia accompagnare dalla chitarra acustica. “Engelcord Suite”, nata dalla grande passione per i Rammstein e Nino Rota, è il gioiello incastonato in una bella corona. Qui la chitarra di Ghigo ha quella giusta lentezza che ha caratterizzato un album magnifico come “Spirito”.
L’unica nota debole di questo bel lavoro che, come si diceva, prosegue nel solco di quanto Ghigo ha fatto, e speriamo continui a fare, è “Strano fiore”. Il pezzo che, forse, non ti aspetti, soprattutto dopo “Engelcord Suite” e “Stella del sud”, musica che rimanda, per l’abbondanza di tastiere, al mondo del Prog, e brano che Ghigo ha confessato essere il più vecchio dell’intero album. “Strano fiore”, musica intima di lunga gestazione, dunque, sembra più un esercizio di stile che un pezzo pensato. Insomma, si tratta forse dell’unico cedimento in un album che soddisfa in pieno chi ama la chitarra, e il suo suono rimaneggiato e fatto proprio dall’esecutore.
Il lavoro di chiude con alcune rivisitazioni, da “Texana”, già presente in “Alcazaba”, e che rimanda a “Tex”, ma soprattutto al Texas pensato da Ghigo, quanto almeno in alcune rivisitazioni live di alcuni tour, a “Alcazaba”, che in questa versione raggiunga la quadratura del cerchio con un bel tappeto iniziale fatto di molti strumenti in dialogo fra loro. Un bel mix di tinte forti e accenni di flamenco, per una composizione che è già un classico del Ghigo solista. “La grande notte” e “Il canto dei vivi” arrivano dal 2021, e nel primo caso, il brano appare più affinato, come accade per il vino che matura. “Il canto dei vivi”, brano nato dalla visione di “Bravehearth” con Mel Gibson, presenta le caratteristiche già dette, e cioè una chitarra lenta che allunga le note. Il tutto sorretto da una melodia acustica che consente ampi spazi all’immaginazione. La mente vola alla prima edizione, ma anche un poco a “Il canto dei latini” di Eneide, ma solo per qualche piccola affinità. Però va detto: questo sarebbe stato un grande brano dei Litfiba. Chissà, magari in un universo parallelo lo è, o lo sarà.
“Dizzy” è un buon album che consegna al pubblico un Ghigo sereno, che diverte e che libera la sua chitarra, il suo tocco e il suo stile, e li lascia muovere senza alcun obbligo di fedeltà, se non a se stesso.
Articolo di Luca Cremonesi
Track list “Dizzy”
- Dizzy
- Terra Blues
- Stroboscopico
- Engelcord Suite
- Strano fiore
- Stella del sud
- Exotica
- Circus
- Abusey Junction
- Hermosa
- Hermosa – Nocturno
- Texana (Bonus Track 2024 Version)
- Alcazaba (Bonus Track 2024 Version)
- La grande notte (Bonus Track 2024 Version)
- Il canto dei vivi (Bonus Track 2024 Version)
Ghigo Renzulli line up: Ghigo Renzulli, chitarra elettrica e acustica, voce in “Strano fiore” / Fabrizio Simoncioni, tastiere e synths / Mauro Lillo, basso / Richard Nielsen Cocciarelli, batteria e percussioni
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