Il 21 marzo è uscito “SONIC”, il secondo album dei veneziani Glazyhaze, un piccolo disco di grande valore, un album che già dal primo ascolto lascia respirare un sound internazionale, collocando la band tra le realtà più interessanti del panorama alternative e post-punk contemporaneo. È sorprendente notare come questo disco suoni già molto più maturo di “Just Fade Away” del 2023, soprattutto nella produzione. Registrato da Paolo Canaglia e masterizzato da Maurizio Baggio, “SONIC” è un album pieno di strati sonori, curatissimo nella produzione, ricco di dettagli e per niente banale. È un mix ben riuscito di nostalgia e modernità che funziona alla grande. La voce di Irene Moretuzzo è un vero abbraccio caldo che si fonde perfettamente con la parte strumentale, grazie a un riverbero ed una stratificazione di effetti che la rendono alla stregua di uno strumento.
Come affermato dagli stessi Glazyhaze, l’album esplora le mille sfaccettature dell’amore, un po’ come quel fiammifero sulla copertina, in bilico tra luce e ombra. È proprio su questo dualismo che si basa tutto il disco, sia nei testi che nella musica, che oscillano tra il chiaro e lo scuro, tra il bianco e il nero, con un’energia che ti tira su prima di buttarti a terra. Basti ascoltare “WHAT A FEELING”, brano iniziale dell’album, una intro che fonde Post-Punk e Shoegaze con una batteria incisiva, una chitarra riverberata, un basso pulsante e una voce eterea con i suoi echi grunge. Nonostante la sua brevità, appena 1 minuto e 55 secondi, questa traccia è un vero e proprio tuffo nell’essenza dell’album, che rende impossibile non rimanere incollato alle cuffie.

C’è un’abile alternanza tra momenti più placidi, come “BREATH”, dove l’atmosfera si fa sorprendentemente leggera e positiva. “FORGIVE ME” si rivela un pezzo notevolmente orecchiabile, con un’anima pop che mette in risalto una voce cristallina, avvolta in un’aura sognante ed eterea, sensazione che ritroviamo anche in “NIRVANA”. Con “DWELL” la band sterza nuovamente verso un Rock più incisivo, dove la sezione ritmica acquista un peso maggiore, pur mantenendo un legame con le sonorità dream pop. Il risultato è un brano alternative rock dalla costruzione solida e avvincente.
È dalla seconda parte del disco che si vira verso un mood più introspettivo, con un paesaggio sonoro che si incupisce e si fa più denso rispetto alla prima metà. “STARDUST” emerge come un inno darkwave e alternative rock, dove la luminosità della voce crea un contrasto affascinante con la strumentazione più tetra e malinconica. Il basso è la colonna portante di “SLAP”, che si apre poi con chitarre dissonanti e batteria corposa, in un saliscendi di intensità, mentre “NOT TONIGHT”, intensa e ritmata, svela il lato più aggressivo dell’album.
Rispetto al loro primo lavoro, i Glazyhaze hanno svolto un lavoro di fino che, pur risentendo di numerose influenze del Post-Punk che sta avendo tanto successo negli ultimi anni, non risulta banale. Se il primo album era interessante proprio per quella sua immaturità e quel suo essere grezzo tipico di una band agli inizi e che ben si sposava con un genere come lo shoegaze, in “SONIC” la produzione fa fare alla band un salto di qualità notevole, rendendo l’esperienza d’ascolto completamente diversa ma ugualmente appagante, seppur per motivi diversi. È un album da portare in alto, sia per la sua qualità che per la sua verve internazionale, cosa non scontata per un prodotto italiano.
Articolo di Marta Mazzeo
Tracklist SONIC:
- WHAT A FEELING
- BREATH
- FORGIVE ME
- NIRVANA
- DWELL
- SONIC
- STARDUST
- SLAP
- NOT TONIGHT
- WARMTH
Lineup Glazyhaze: Irene Moretuzzo voce, chitarra / Francesco Giacomin batteria, samplers, percussioni / Lorenzo Dall’Armellina chitarre/ Seva Prokhorov basso, voci / Paolo Canaglia chitarre, basso, tastiere
Glazyhaze online:
Instagram: https://www.instagram.com/glazyhazeband/