Lucky Thief è lo pseudonimo di Ed Jefferson, artista polistrumentista che ha scritto e registrato tutto ciò che udrete nell’album, intitolato a ragione “Fai da Te” (Do It Yourself acronimizzato in DIY). Questo album non è soltanto suonato da lui stesso, ma è stato anche mixato e prodotto interamente da lui, offrendo così un’opportunità senza pari per conoscere da vicino la personalità di questo artista. Frutto di tre anni di lavoro, durante i quali ha vissuto di tutto e di più, “DIY” affronta temi legati alla salute mentale, relazioni, abuso di sostanze e religione, in modo da non tralasciare alcun aspetto della vita. L’album è stato pubblicato il 25 agosto.
Il termine “alternativo” sembra particolarmente appropriato per descrivere questo disco, molto più che in altri casi, poiché Lucky Thief si presenta totalmente privo di riferimenti, generi e similitudini, essendo libero da qualsiasi confronto con altri artisti. Le nove tracce dell’album richiedono una scelta netta: o si accetta ciò che c’è, o no. Piace o non piace. Personalmente, ho apprezzato questa decisione netta e assoluta. “DIY” si attesta su un livello di qualità elevato, superando la media, ma eccelle soprattutto nella percezione della creatività.
Ascoltando l’intero album, si percepisce chiaramente la mente geniale di un uomo che affronta le sfide legate alla sua visione del mondo, sia nei rapporti con sé stesso che con gli altri. Una visione maledetta ma inalienabile, come emerge dalle tracce, che non ammette alternative interpretative. Entrando nei dettagli dell’analisi, sentirete chiari elementi di noise nelle canzoni, anche in quelle più melodiche. Ciò che colpisce di più, tuttavia, sono le tracce più cupe e dense. È come osservare un foglio bianco sul quale è caduto dell’inchiostro nero e assistere a questa visione mentre l’inchiostro si asciuga. Il tutto è accompagnato da una voce che richiama spesso le fasi più melodiche di un Chino Moreno d’annata.
Non sono solito fare una disamina traccia per traccia, ma come ho già menzionato, le mie preferite sono la traccia di chiusura “Menace” e “Equator”. Vi rinnovo l’invito ad ascoltarle con la consapevolezza che questo album è il risultato del lavoro di un singolo individuo, un aspetto che ha modificato in modo significativo la mia percezione dell’intero disco. Mi chiedo come si esibirà dal vivo il talentuoso Ed, alias Lucky Thief. Sarebbe davvero interessante ascoltarlo in concerto. Per ora, proseguo il mio viaggio sulla strada della vita, con un piccolo e irriverente gioiello in più da portare con me, ma che terrò gelosamente in tasca, perché il “Fai da Te” è un’esperienza per pochi.
Articolo di Bruno Giraldo
Tracklist “DIY”
- Landlubber
- Equator
- Silencer
- Nomad
- Spit on the Pavement
- Filthy
- Crocodile Smiles
- Better Now?
- Menace
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