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Mando Diao “Boblikov’s Magical World”

Lavoro figlio di una integrità sonora che sfida i generi e non stanca all’ascolto

Con questo “Boblikov’s Magical World” fuori per Playground Music Scandinavia il 26 maggio, ci avventuriamo in un lavoro della visionaria e anticonformista band Mando Diao, svedesi di Borlänge unitisi in tenera età e vicini al revival Indie di fine millennio. Un album ricco di spunti e senza paura ruffiano quando si tratta di ritornelli accattivanti o ripetuti, ma figlio di una integrità sonora che sfida i generi come spesso accade con le band nordiche, come commentato durante la nostra intervista con i New Death Cult. Comunque possiamo riconoscere nel suono di questo gruppo l’eredità Indie dalla presenza di chitarre poco distorte, voci filtrate e cambi di tempo.

Prodotto da Charlie Storm, produttore e mago del synth noto anche per il suo lavoro con i Roxette, l’album ruota attorno al mondo alternativo e distopico di Boblikov, illustrato con stile cartoon vintage da Fredrik Segerfalk. Boblikov, entità che governa il suo mondo attraverso agenti mandati a compiere atti discutibili, è metafora della tentazione alla deviazione opportunista e maligna che è parte della personalità di tutti noi. Il lavoro non appare come un concept album, a meno di non voler collegare l’umore e la narrazione delle canzoni con ipotetici stati soggettivi di vittime o collaboratori del subdolo Boblikov. Non sappiamo se voluta, ma probabile, l’assonanza con il temuto generale Bobrikov, figura storica sempre in area nordica, russo governatore della Finlandia protagonista di una “russificazione” forzata della nazione nei primi del ‘900 e finito poi assassinato.

“Wake Up” denota la familiarità con il genere citato, con il suo ipnotico obbligato di chitarra semi-distorta, che si allinea poi in un tempo più ampio con riff di pianoforte e batteria in un canto malinconico e ripetitivo. Veloce uptempo dal basso martellante e riff obbligato di chitarra, l’irresistibile “Frustration” ha un canto con un salto di ottava e una linea melodica che coerentemente con il titolo non rasserena. Da playlist per sportivi. “Stop The Train” procede su un prevedibile shuffle di batteria e battito di mani che ricorda lo sferragliare dei treni a vapore ma ha un riff ascendente a stacchi basato su un piano elettrico (direi) che si fa sentire in coda al brano nelle nervose frasi Honky-Tonk.

Non delude chi cerca i tempi veloci questo album, perché anche “Get It On” oltre ad avere un ritornello contagioso, segno della grande attenzione che la band sembra aver avuto in questo album alla creazione di momenti sonori ingaggianti, procede inesorabile. Sempre lontana l’allegria da questi brani malgrado il metronomo sostenuto.

“More More More” ha strofa apparentemente spensierata per poi evolversi in ritornelli segnati da un cambio di tempo introdotto da vere e proprie martellate sonore, e si conclude in una corsa che si ferma tronca sul tempo contato in svedese che introduce “Primal Call”, altro Rock and Roll basato su cambi di tempi e mood vocali o sonori e su battiti ossessivi. Fiamme sulla pista da ballo per “Fire In The Hall”, dal tempo dance su un suono sempre garage, e non si smette di ballare con “Animal”, che riprende il “fuoco” della canzone precedente in un intermezzo I’m on fire che richiama pericolosamente alle mie orecchie “Rumore” di Raffaella Carrà, mentre il boom boom del testo è sottolineato dal batterista su un povero piatto crash che deve essere stato buttato via alla fine della registrazione.

Attenzione a quello che per me è il brano chiave dell’album, l’unico forse direttamente collegato alla cornice narrativa e anche il più inaspettato, surreale e divertente, dal titolo probabilmente dovuto a qualche delirio onirico così come del resto il nome della band, apparentemente gridato da un uomo apparso improvvisamente in un sogno a Björn Dixgård. Venite a conoscere il Comandante Ching, improbabile e invincibile leggendaria spia russa arruolata nell’esercito americano, celebrato in questo brano che potrebbe essere sigla di apertura di uno spy movie sovietico anni ‘70 se mai ce ne fosse stato uno, con suoni orientaleggianti e cadenza ossessiva irresistibilmente paradossale.

L’orecchiabile “Loner” dal tempo sempre sostenuto ma dalle tonalità quasi Country ci lascia ancora con liriche malinconiche. Un album che si muove fra ritmi e colori diversi e continue invenzioni, con il giusto equilibrio di ruvidezza e orecchiabilità ma che ha una sua unità stilistica e sonora e non stanca all’ascolto.

Articolo di Nicola Rovetta

Track list “Boblikov’s Magical World”
1. Wake Up
2. Frustration
3. Stop The Train
4. Get It On
5. More More More
6. Primal Call
7. Fire In The Hall
8. Animal
9. Rabadam Ching
10. Loner


Lineup “Mando Diao”: Björn Dixgard voce, chitarra / Carl-Johan (CJ) Fogelklou basso, cori, organo / Samuel Giers batteria, cori e percussioni / Mats Björke tastiera / Gustaf Norén voce, chitarra, organo, percussioni


Mando Diao online:
Website: https://mandodiao.com/
Facebook: https://www.facebook.com/mandodiaomusic/
Instagram: https://www.instagram.com/mandodiaomusic/

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