Massimo Zamboni, chitarrista e fondatore dei CCCP, impegnato nella loro réunion dal 2023, ha pubblicato il 31 gennaio per Le Vele – Egea Records “P.P.P. Profezia è Predire il Presente”, un nuovo album da solista. Un disco che è la testimonianza dell’omonimo reading – concerto, omaggio a Pier Paolo Pasolini, a 50 anni dalla sua uccisione. Un progetto che vede eseguite, e ora messe su cd (presto anche su vinile, e per ora non ci sarà la versione online in streaming, per precisa scelta dell’artista) tredici tracce, formate da canti popolari, un omaggio a Giovanna Marini, brani estratti dal lungo percorso musicale di Zamboni e tre inediti che conducono lungo un percorso sempre più scuro, quasi desolato, per accompagnare il pensiero e la fine del pensare di Pasolini.
Un lavoro fuori dal tempo, o meglio, figlio di un tempo che c’era, e che oggi, nel circuito maggioritario non c’è più. Qui, come in tutta la produzione solista di Zamboni, a partire dal fondativo “Sorella sconfitta” del 2005, la parola e i testi sono padroni assoluti. Sembra strano, è vero. In fin dei conti, se si pensa agli arrangiamenti dell’ultimo tour dei CCCP, oppure al lavoro svolto con i CSI, appare strano che Zamboni punti più a questo aspetto, e meno al lato estetico della musica. Anche perché, al suo fianco, da alcuni anni c’è il musicista e produttore Cristiano Roversi. Eppure Zamboni, con grande maestria, punta, da vero inattuale (alla Nietzsche), sul valore della parola. Da “Sorella sconfitta”, una sorta di vero manifesto poetico ed esistenziale, fino al recente “La mia patria attuale”, album citato in quest’ultimo lavoro, passando per lo splendido romanzo “L’eco di uno sparo” (Einaudi), Zamboni ha messo al centro della sua proposta artistica il valore della storia, personale e singolare. Questa, poi, si mescola con la sconfitta, parabola esistenziale, singolare e generale, che, per diverse vicende, è diventata sorella anche del Nostro.
Da qui, dunque, Zamboni ha cominciato a riflettere sul nostro presente che, edificato sulle macerie del crollo del successo, personale indubbiamente, e di una certa storia con la “S” maiuscola, porta inevitabilmente di nuovo a Berlino, ed ecco prima la rilettura di “Nessuna voce dentro” (Einaudi), passando poi dal romanzo del disincanto “La trionferà”, fino al Pasolini dell’oggi, e cioè il protagonista di questo ultimo lavoro.
Profeta del presente o sibilla del futuro, sono queste le etichette che, da sempre, Pasolini si porta addosso. Il Pasolini di Zamboni, invece, è parte di questo modello esistenziale della sconfitta, sorella di chi, come Zamboni, è diventato più realista del Re. Non è tanto questione di fedeltà, o di ortodossia, per stare in un cosmo che, per molti aspetti, è ecosistema di entrambi. Nel Pasolini di Zamboni, infatti, si guarda alle radici mai con nostalgia, ed ecco il rimando, nella prima traccia, alla poesia in lingua madre, parte meno frequentata, soprattutto oggi, della produzione di P.P.P., per arrivare all’accettazione disincantata, ma non per questo rassegnata, del presente che ci troviamo a vivere.
Le quindici tracce, da “E jo canti”, fino a “Persona non grata”, per l’appunto, sono sì la testimonianza di un intellettuale unico, raro ed irripetibile, come gridò ai suoi funerali un rabbioso e addolorato Alberto Moravia, ma anche lo specchio di un destino, quello di chi si trova posto ai margini non per esclusione, ma per troppa capacità di penetrare la realtà. “L’eco di uno sparo” è un romanzo che l’Italia dei tifosi, della politica da cuoricini e della parola svuotata, non si merita. Allo stesso tempo, con le dovute proporzioni, l’opera di Pasolini, in ogni decennio, è l’arte che l’Italia di quegli anni non si meritava. E la nostra Italia, quella cioè di questi nostri anni, sembra dire Zamboni in sordina, è pronta per tutto prendere coscienza di questo?
Nella track list Zamboni propone canzoni del suo passato, da “Sorella sconfitta” a “Fermamente collettivamente”, da “Persona non grata” (preso da quel piccolo gioiello che è “L’inerme è l’imbattibile”) a “Canto degli sciagurati”, fino alle cover di Giovanna Marini, su tutte “Lamento per la morte di Pasolini”. Completano poi il disco tre inediti, “La rabbia e l’hashish”, “Cantico cristiano” e “Tu muori”, canzoni che confermano la natura di cantautore emiliano – e mi riferisco alla Nobile Scuola Emiliana – di Zamboni. Un artista, il Nostro, capace di mettere in secondo piano quella chitarra prima grattugiata, poi resa acida e tagliente, e infine messa al servizio della parola, arte che il chitarrista di origini reggiane ha saputo far emergere, come potenza minoritaria, a partire dalla sua rinascita solista.
Il mix che ne deriva, modalità che, nel recente passato, lo ha reso fratello del suo alter ego Giovanni Lindo Ferretti (anche lui capace di comporre il passato, prossimo e remoto, in nuovi lavori a tema) è un disco dove l’estetica musicale non vuole essere dominante (pur se il lavoro sonoro è comunque interessante, perché mai banale e ripetitivo), dove la parola è centrale e determinante (pur se figlia di un modo d’essere della canzone che è ormai secondario), e dove l’insieme conduce l’ascoltatore a un risultato che testimonia una storia minoritaria, capace però, proprio per questa sua natura, di riscattare esistenze sconfitte, che non sono mai destinate a essere dei semplici vuoti a perdere. Un disco da ascoltare di sera, con molta attenzione, al posto di un buon libro.
Articolo di Luca Cremonesi
Track list “P.P.P. Profezia è Predire il Presente”
- E jo çanti
- La rabbia e l’hashish
- Canto degli sciagurati
- Ora ancora
- Grandola vila morena
- Vorremmo esserci
- Sorella Sconfitta
- Fermamente collettivamente
- Cantico cristiano
- Lamento per la morte di Pasolini / Beati noi
- Tu Muori
- Lamento per la morte di Pasolini reprise
- Persona non grata
Line up Massimo Zamboni: Massimo Zamboni, voce e chitarra / Erik Montanari, chitarra e backing vocals / Cristiano Roversi, tastiera, stick, basso, editing / Carlotta Del Bianco, voce in E jo çanti:
Massimo Zamboni online:
Web https://www.massimozamboni.it
YouTube https://www.youtube.com/channel/UCMo9aJZNQPV5JtQPKtzCNIA