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Nuovo Disordine Mondiale “Daimon”

Una danza, elettronica e popolare, fatta di echi che si rincorrono

Fuori il 28 febbraio “Daimon”, il nuovo album dei romani Nuovo Disordine Mondiale, “NDM” per chi ha fretta, prodotto da Giulio Ragno Favero del Teatro Degli Orrori per la VREC Music Label. “Daimon” è una danza, elettronica e popolare, fatta di echi che si rincorrono come cani in quartiere di notte; mandano giù bidoni, ringhiano, tirano catene, si perdono tra le luci delle macchine, sono la distrazione di chi non riesce o non vuole dormire, hanno una tribù di fango a cui tornare, si perdono agli occhi nell’opacità delle gocce di pioggia sui finestrini. “Daimon” è ventrale, emerge dal catrame man mano che vai avanti. Anzi, diciamola tutta: parti dalla nebbia opaca e arrivi al nero catrame dove però non troverai le risposte che cercavi, ma hai domande da cantare come un randagio alla notte, la notte che tanto ti somiglia.

Che trip eh? Be’, questo è quel che può venire in mente ascoltandolo. Abbiamo un disco che è un tuffo nell’interiorità e nelle domande scomode che non facciamo a noi stessi, una sincerità violenta che urla di uscire dal proprio carcere le cui sbarre sono imposizioni e cultura acquisita, tutto questo battendo il tempo con il piede; ci sono balli qui che sono delle rivolte che stanno bollendo.

La prima traccia “C.E.S.E.” vede come guest Luca Romagnoli (Management) ed è un esperimento interessante, ha una nebbiosità che a volte, se dovessi buttare sul tavolo delle suggestioni visive, svela epoche passate e a volte alcune future. Un brano opaco: cori lontani, lontanissimi, suoni mai secchi neppure nelle drum. La voce richiama molto lo stile di Clementi dei Massimo Volume e quindi la ormai tradizionale scuola del cantato/parlato emiliana romagnola. Sembra un brano disegnato su carta opaca e che debba aprire a un nuovo decennio, ha un che di dialettale e popolare nel suo tocco, quel tipo di slancio. Uno dei più interessanti di tutto il disco.

Ne “La tua volontà” le distorsioni gommose sono affidate ai synth. Questo è un ballo nel ventre di un – che so –  serpente, che va avanti su un rischioso – perché molto citato – giro giro tondo, casca il mondo; rischia però di far cadere proprio la canzone. Un azzardo; purtroppo mi rendo conto che dopo tanta produzione musicale e cose sentite ci sono dei versi che potrebbero ormai diventare un tabù. Tuttavia: chi se ne frega dei tabù testuali già sentiti; è tutto al servizio del tema. Bisogna ascoltar bene le parole, ciò che quella notte racconta. Ma andiamo avanti, perché l’album è fresco, pulsa e va ascoltato.

Ci sono cose di questo disco che ti fanno sospettare, analizzando questa epoca di uscita, che possa essere l’evoluzione dell’indie del decennio scorso e di quello precedente messi assieme, cose come “Genesi”; ragioniamo come se non stessi parlando di una band ma di un movimento di pensiero o perché no di una generazione. Qui ho pensato che c’è la possibilità che quelle band italiane anni 2010, quelle di simpaticoni tutto latte, biscotti e argomenti da fermo biologico si siano ora fatti un pò più arrabbiati, scuri e sexy… Ma questo è solo un sospetto: è un brano che ti fa chiedere ma dove sono finiti tutti quei ragazzotti nostalgici del decennio scorso? e ringrazi che quel periodo post – Calà sia finito e speri che i musicisti italiani di oggi abbiano messo un po’ di latex nell’armadio nel frattempo e meno flanella. Quando senti questo disco capisci che questo album ha degli affluenti tanto diversi, è un’evoluzione di tante cose, una rabbia finora implosa. “Genesi” sonoramente sembra dire addio a quel decennio, essere quasi il collante con l’allora e ora.

Ci sono altri brani poi come “Girasole”, che ti lasciano presagire a qualcosa di abbastanza nuovo, una pesantezza metal su sintetizzatori con un canto quasi hip hop: ci saremmo arrivati prima o poi o ci siamo arrivati proprio con questo album. La danza elettro rock attorno al fuoco continua con “La polvere di stelle” e le atmosfere distopiche con la title track del disco, “Daimon” non scontato negli arrangiamenti, anzi, sa sorprendere con i suoi cambi e i suoi sottovuoto improvvisi. Uno dei brani che potrebbe essere hip hop è proprio questo, così come “Decidere di uccidere” se non fosse per il mantello nu metal che hanno sulle spalle.

Ho sempre pensato che certe canzoni hip hop se fossero state eseguite non con basi ma con una solida band blues se non rock avrebbero spaccato – del resto basta ricordare quel meraviglioso disco metropolitano di “Come find yourself” dei Fun Lovin’ Criminals, seppure con atmosfere più rilassate. In Italia è da un pò che non si sentiva qualche tentativo in più come questo. Ovviamente, parlo di suoni emersi ai più. Questo album è un figlio di diverse etnie sonore che si sono miscelate nella loro singolare storia prima di defluire in un unico corso e fondersi.

Un bella alternanza tra un passo rock e uno dance ce l’hanno “Perché non hai paura” e “Entanglement”; quest’ultima diventa quasi una salsa in chiave rockettara in alcuni momenti. Uno dei brani che farà ballare molto il pubblico nei live. Non odiatemi se penso che in questa miscela ci è finita anche un po’ di chitarra dry alla Måneskin. Lo so, gli stessi musicisti mi staranno odiando ora, ma alla fine quei ragazzotti e i loro produttori sono defluiti su diverse cose, volente o nolente. Bel gioco di bassi, molto tribale il tutto.  

“Mi piace davvero” è il brano quasi cantautorale con suggestioni di sonorità est europee. Ha una nota decadente e malinconica, apre ad orizzonti non esplorati dagli altri brani. “Vostro animale” infine si ricongiunge alla danza creata dal primo brano, torna in quelle atmosfere opache ma con la maturità sviluppata durante lo scorrimento delle tracce, come fosse una vita: il ragazzo è tornato a casa, ma ha un’esperienza che gli ha dato una gravità differente.

Articolo di Mirko Di Francescantonio

Track list “Daimon”:

  1. C.E.S.E.
  2. La tua volontà
  3. Genesi
  4. Girasoli
  5. Polvere di stelle
  6. Daimon
  7. Perché non hai paura
  8. Decidere di uccidere
  9. Entanglement
  10. Mi piace davvero
  11. Vostro animale

Line up NDM: Aldo Nori: voce, chitarra / Giulio Coletti: batteria / Giulio Scipioni: chitarre / Luca Romagnoli voce ospite in “C.E.S.E.”

NDM online:
Instragram: https://www.instagram.com/ndmband/
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Youtube: https://www.youtube.com/@vrecmusiclabel

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