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Ludovico Einaudi, Firenze

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Firenze Metal intervista

Il dietro le quinte del festival di riferimento per il Metal nostrano nel centro-Italia

Firenze Metal prosegue il suo percorso verso la vetta dei miglior festival metal italiano, il 10 febbraio al Viper Theatre, con la “Metal Blood Edition“. Un percorso che si prefigge di crescere di edizione in edizione, attraverso varie strategie ma soprattutto con un approccio che prevede la qualità delle proposte e dell’esperienza al primo posto. Ne parliamo con Jago e Andrea del Collettivo e Associazione culturale che lo hanno creato e lo curano meticolosamente.

Com’è nata l’idea del Festival, e come siete riusciti a realizzarlo, in una città, Firenze, non facile per la musica dal vivo e in particolare per quella non mainstream?

Abbiamo unito la nostra professionalità in campo della comunicazione alla nostra passione per la musica, in particolare per il Metal. Ci stiamo facendo le ossa in questo mondo, iniziando a capire bene le dinamiche dei promoter, dei booking. Il team Firenze Metal è attualmente formato da 10 persone che mettono in campo le proprie diverse competenze; io, Jago, sono il coordinatore, e Andrea è il direttore creativo, abbiamo un’organigramma con ruoli precisi all’interno dell’associazione. Siamo partiti provando, chiedendo alla gestione del Viper Theatre se potevano essere interessati ad aiutarci nell’organizzazione, e chiesto a band amiche se volevano suonare dicendo che non avevamo cachet. C’è stata davvero passione e cuore, e il progetto è partito, la prima serata ha avuto un grande successo, e ci ha dato la forza per proseguire. Pian piano è nato il collettivo, perché per organizzare serate del genere ci vogliono molte persone che ci lavorano, con competenze diverse, anche tecniche. Fin dalle prime edizioni il pubblico ha avuto l’impressione che ci fosse dietro una grande organizzazione perché tutto ha sempre funzionato bene; devo dirti però che al momento non riusciamo ad avere guadagni, non ci andiamo neanche in pari, ma ci crediamo, e stiamo andando avanti, siamo arrivati a 12 edizioni, con vari formati, anche più piccoli in locali più piccoli. Per esempio nel 2023 abbiamo ospitato la finale italiana del Wacken Metal Battle!

Mescolare le varie forme di Metal – che hanno pubblici diversi – in un unico festival è una scelta vincente?

Inizialmente questa nostra scelta aveva suscitato scetticismo, di solito sia le serate che i festival sono strettamente a tema che rispondono a esigenze di nicchia. Ma già il Metal, almeno qui nel centro Italia, è di per sé un genere di nicchia, e quindi abbiamo pensato di sfidarci e prendere la decisione di metter su un bill con band di diversi generi, dal Death al Nu Metal, per ricreare quel senso di comunità che abbiamo vissuto negli anni passati, dove chi ascoltava Metal si riconosceva appunto in una comunità a prescindere dai sottogeneri. In queste comunità che aggregavano le persone certamente si discuteva molto avendo diversi punti di vista sul Metal, tutte le diatribe classiche che tu ben sai. È stato enormemente gratificante constatare che questo mix di genere ha funzionato sia come esperienza musicale sia come esperienza collettiva, e il punto di forza è stato selezionare band underground, perché ce ne sono davvero molte di valore e che meritano di essere conosciute, acconto ai grandi nomi già conosciuti. Il Viper Theatre è prestigioso, è inserito tra i migliori dieci locali per la musica dal vivo in Italia, e dare l’opportunità a band emergenti di esibirsi è davvero importante, perché spesso non riescono neanche a trovare un palco minuscolo in luoghi minuscoli per farlo. Insomma, vogliamo valorizzare e soprattutto supportare le eccellenze metal del nostro paese.

Con quali criteri selezionate le band da portare sul palco?

Per il 2024 abbiamo programmato 4 edizioni “grosse” al Viper, e questa prima del 10 febbraio sarà anche per noi la prima di genere, per capire che potenzialità ci sono nel fare serate dedicate a un particolare filone del Metal, e verificare se risulta essere una vera esperienza per questa parte della penisola, visto che in questo contesto accade quasi tutto a Milano. Vogliamo far crescere il senso di comunità, che è sempre stata una caratteristica dei metallari, dove band note suonano insieme a band emergenti. Gli aspetti sociali dunque ci interessano molto, ci piace chiamare gruppi che condividono, partecipano, si supportano tra loro, si vanno ad ascoltare quando suonano. Noi andiamo a tanti concerti, vediamo chi c’è di musicisti tra il pubblico, quindi chi fa il tifo per la musica degli altri e chi se ne infischia … Nel collettivo siamo tutti musicisti, e abbiamo vissuto in prima persona tutte queste dinamiche, a cominciare da mendicare occasioni per suonare dal vivo. Capiamo benissimo le dinamiche con cui si muovono le band. Niente invidie o sgambetti, torniamo a quello che era lo spirito della comunità metal quando è nata, negli anni ’80. Quindi nella scelta del bill guardiamo alla qualità della proposta musicale, certo, ma anche al comportamento sociale.  L’attitudine è fondamentale, soprattutto in questo momento storico. Prima di pretendere, è necessario dare, partecipare. Noi comunque accogliamo tutte le richieste, le inseriamo in un database facendo una preselezione basata sull’ascolto del materiale. Poi passiamo a valutare questi altri elementi, e anche guardiamo se fanno promozione sui social, se interagiscono.

Abbiamo iniziato con cercare di lavorare con le band metal stoiche italiane, che qui nel centro Italia non ci passavano praticamente mai, per unire la vecchia scena alla nuova, far incontrare queste diverse realtà e offrire qualcosa di diverso al pubblico, e, ripeto, coltivare un senso di comunità che prescinde l’età anagrafica e la passione per un sotto-genere. Il nostro obiettivo a lungo termine è riuscire a portare anche band estere, proprio per dare ancora più visibilità alle nostre band che ci suoneranno insieme.

Mettendo piede al Firenze Metal si intuisce subito il gran lavoro di preparazione e la cura maniacale per ogni dettaglio, inclusa la comunicazione e la promozione …

Non investire sulla comunicazione è un errore enorme, che fanno in molti, inclusi i locali; è un problema culturale italiano, l’idea di spendere in questo sembra una cosa inutile, che si possa fare in casa da soli alla bell’e meglio, che sia facile. Non lo è. Noi due siamo appunti esperti in comunicazione, liberi professionisti che lavorano in quest’ambito.

Le prossime date del Firenze Metal?

Dopo il 10 febbraio, vi aspettiamo al Viper il 27 aprile, il 16 novembre e il 14 dicembre.

Articolo di Francesca Cecconi

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