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Gregory Porter intervista

Cantante jazz, soul, gospel, blues con incursioni anche nella musica pop

Alla Mostra del Cinema di Venezia ormai siamo abituati ad ogni tipo d’incontro. Nel giorno di apertura, in un pomeriggio “bollente”, in attesa del red carpet dell’inaugurazione del Festival è sbarcato all’Hotel Excelsior un grande personaggio, corpulento, sorridente, disponibile, con il consueto copricapo, è Gregory Porter al Lido per presentare il suo prossimo tour in Italia. L’incontro stampa avviene nello stand della Regione Veneto, ad intervistare Porter è Nick the Nightfly, pseudonimo di Malcolm MacDonald conosciutissimo DJ di Radio Montecarlo, che sarà la radio ufficiale dei due concerti italiani di  Milano e Padova.

Nick ha conosciuto Porter quando era uno sconosciuto mentre adesso è una superstar internazionale vincitore di due Grammy Award. L’ultimo album è una doppia raccolta intitolata a “Still raising”, che si ricollega al penultimo intitolato “All Rise”. Un disco doppio, dove un album contiene le canzoni preferite dei suoi ultimi lavori e l’altro è di duetti con nomi di artisti del presente e del passato con i quali duetta grazie alla tecnologia.

Come sarà il futuro di Gregory Porter? A questa domanda la risposta è precisa voglio continuare a raccontare la vita nella mia musica, le mie canzoni sono piene di verità, non sono inventate su altri personaggi ma soprattutto parlano molto del mio vissuto come nel cinema possono inventare tutto quello che vogliono ma raccontano sempre storie di vita di persone.

La carriera di Porter è in continua ascesa, un cantante jazz, soul, gospel, blues con incursioni anche nella musica pop, che è giunto a cantare per i 70 anni del Giubileo della Regina Elisabetta! Semplicemente racconta Porter Non so come mai sono uno dei cantanti preferiti della Regina d’Inghilterra, il suo invito a cantare per il Giubileo mi è giunto dalla famiglia reale e se penso ai mie umili inizi come cantante in piccoli club o ristoranti a New York ed arrivare a cantare per la famiglia reale fa capire quanto la musica vera possa toccare tutti noi. Comunque è anche stato il primo artista invitato dalla NASA a cantare per una missione spaziale, cantando l’inno americano e la canzone intitolata “Personality”.

Porter ha iniziato la sua carriera di cantante a 38 anni, e prima è stato, oltre che uno sportivo, giocatore di baseball, anche attore, ed essendo al Festival del Cinema di Venezia alla domanda che film ti piacerebbe fare e che tipo di personaggio vorresti interpretare, ha le idee chiare Vorrei essere un SUPERMAN, un supereroe per aiutare quelli che hanno bisogno, che hanno meno fortuna. La mia infanzia è stata molto dura, non ho mai avuto qualcosa da mio padre solo dopo la sua scomparsa ho capito che mi aveva dato la voce.

Nel proseguire l’intervista, con anche interventi del pubblico in sala, Porter ci delizia con fraseggi di canto, avviandosi alla conclusione presenta la sua band composta da un sestetto che comprende, oltre a lui, “Chip Crawford”al pianoforte,Ondrej Pivec all’organo Hammond, Tivon Pennicott ai sassofoni tenore e soprano,Jahmal Nichols al contrabbasso e basso elettrico Emmanuel Harroldalla batteria. Il saluto finale è cantato I’m so rich in love but poor  in all other things (sono molto ricco di amore ma cosi povero in tutte le altre cose)

I concerti di Gregory Porter saranno a Milano il 18 novembre a Milano e il 19 a Padova.

Articolo e foto di Andrea Paoletti

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