É uscito il 30 luglio l’ultimo album dei Grizfolk, formazione metà svedese e metà Americana; una collezione di brani costruiti attraverso approcci multipli e diversamente creativi, ma coerenti, brillanti e divertenti che ho recensito sulle nostre pagine. I Grizfolk sono di sicuro una delle band più promettenti degli ultimi tempi, un mix fra tradizione e innovazione, riescono a passare per l’Americana e forgiare fantastiche hit folk-rock. Non potevamo perdere l’occasione di una bella intervista con loro, anzi video-intervista, un ponte tra continenti dove la distanza non conta, conta solo l’amore per la musica.
Ci sono momenti positivi nell’auto-isolamento. Ora di positivo davanti a me c’è solo un test rapido per il Covid… ed è il quarto giorno di isolamento. Mangiando di fronte al mio Mac, che è in pratica la mia unica salvezza in questo momento, mi preparo per l’intervista con i Grizfolk. Oddio, è una bugia: ho ascoltato tutta la loro discografia ed ho letto la loro rassegna stampa. La mia preparazione è quella di un trentottenne che vive per la musica e di musica che si appresta a conoscere una band che si divide fra Nashville e Los Angeles. Una band che ha avuto il coraggio di rilasciare un Self-Title, a volte l’album più importante in una carriera, durante la pandemia.
Quello che segue è la mia persona alle prese con il Tiger Balm cercando di non avere una voce estremamente nasale e Adam, Bill, Fredrik e Sebastian che sono lontani ma unitissimi. (Sotto la trascrizione in italiano)
Iniziamo subito … ditemi chi siete e cosa fate?
Bill: Siamo I Grizfolk! E abbiamo il nostro album in uscita proprio ora.
Parliamo di origini, voi siete una band per metà americana e metà svedese, come vi siete conosciuti?
Sebastian: Ci siamo conosciuti a Los Angeles, Adam viveva in Venice … Adam e Bill erano in una band e successivamente ho conosciuto Fredrick perché il mio coinquilino mi disse “Hey, c’è un altro svedese che vive in fondo alla strada” e da lì è nato il tutto. Fredrick mi introdusse a Adam che aveva conosciuto due anni prima e ho conosciuto Bill successivamente in una ludoteca …eravamo tutti parte di una piccolo comunità di musicisti, Grizfolk era un progetto destinato a uscire fuori.
Com’è il mood attorno all’uscita dell’album? Siete emozionati?
Bill: Eccitatissimi, abbiamo iniziato l’album pre-pandemia ed è stato difficile visto che avevamo quattro canzoni fatte nella maniera “canonica”, tutti in studio … e poi il resto abbiamo cercato di organizzarci alla meglio su come finirlo.
Adam: Alcune delle canzoni del nuovo album sono state scritte e prodotte tempo addietro, abbiamo lavorato a quest’album per sette anni!
Interessante vedere che il vostro terzo album è un self-title … come mai?
Sebastian: Di sicuro perché il disco è uno specchio del nostro cammino, visto che ci stiamo lavorando da parecchio. C’è di tutto … ci sono le influenze vecchie quanto delle nuove influenze e tendenze che abbiamo cercato di coniugare nel nostro lavoro. Devo dire che è stato un percorso molto naturale, per niente obbligato!
Adam: Vorrei aggiungere che a volte sembra che il nome di un disco è il nome di un’era, un’entità che ha un ciclo vitale, sembra che quest’album racchiuda invece tutto il nostro percorso e quindi chiude un cerchio, personalmente non credo che il disco avesse bisogno di un nome definito per questa ragione … racchiude tutta la nostra carriera.
Quindi, questo è un disco che parte dall’inizio della vostra carriera … da quanto siete insieme?
Sebastian: Siamo insieme da dieci anni.
Si possono quindi sentire differenze nel sound, vero? Credo che quello sia un processo naturale … Si possono sentire queste evoluzioni nel disco?
Bill: Siamo molto prolifici … se non siamo in studio a incidere proviamo nuove cose, il fatto di includere tracce vecchie all’interno del nuovo disco è perché magari non rispecchiavano completamente quello che facevamo in passato, non avevamo la giusta cornice; penso che ora le nuove canzoni che abbiamo prodotto combacino perfettamente il suono di quelle tracce che prima sembravano fuori luogo.
Sebastian: Mi trovo perfettamente con quello che dice Bill, a volte bisogna aspettare il momento adatto per rilasciare un album che abbia un senso con dei pezzi che abbiano un senso armonico e logico fra di loro.
Bill: Sarebbe interessante prendere delle canzoni da “Waking Up The Giants” (il primo album) e riscriverle con lo stesso mood di ora!
Adam: Credo che quest’album abbia tolto tanti strati delle nostre influenze e ci abbia dato una versione completamente nuova e completa di quello che siamo oggi come band.
Vorrei ringraziarvi per aver rilasciato il vostro disco in un periodo abbastanza particolare, una scelta molto coraggiosa, volevo chiedervi come è stata per voi la pandemia, cosa avete fatto a parte creare musica?
Bill: Ho camminato tantissimo. Ho comprato un paio di scarpe da corsa e ho camminato per miglia durante le giornate.
Sebastian: Guardando il processo di composizione durante la pandemia, abbiamo sempre composto in un modo particolare…pensando al primo album, lo abbiamo registrato in Santa Monica e poi siamo andati in tour, e poi abbiamo scritto tanto durante il tour per poi tornare in studio. Quindi non avendo un modo creativo canonico, il processo è stato molto semplice e divertente.
Fredrik: É stato preoccupante all’inizio perché dovevamo finire sei tracce, ed essere lontani di sicuro non ci ha aiutato. Non sapevamo come fare … ma anche grazie a dei grandi produttori e il fatto di registrare da casa e mandare Il materiale via email o meetings ci siamo fatti forza e siamo riusciti a raggiungere I nostri obiettivi. Abbiamo deciso di rilasciare quest’album anche perché la gente vuole sentire nuova musica, ci siamo sentiti obbligati a fare un qualcosa per I nostri ascoltatori … e poi sì, quando tutto passerà faremo di sicuro un altro album, ma era importante per noi rilasciare questo disco. Prendi i Foo Fighters…hanno rilasciato il Bee Gees cover-album, è fantastica come idea, la gente ha bisogno di nuova musica, in particolare durante questo periodo.
Adam: E davvero vogliamo suonare dal vivo! Uno dei nostri show preferiti è stato peraltro a Milano! Incredibile, abbiamo suonato al Forum … è stata una esperienza magica.
Fredrick: è stato come un sogno, davvero. Un’esperienza unica.
Come mai un’esperienza unica?
Sebastian: Guarda, ricordo svegliarmi nel parcheggio del Forum nel nostro tour bus…sai hanno queste piccole finestre e lo spettacolo di solito è sempre lo stesso: un parcheggio o un altro bus. A Milano mi sveglio e ci sono trenta persone urlanti con una bandiera italiana con sopra scritto Grizfolk … ho subito chiuso la tendina della finestra dallo spavento! Non mi era mai capitato … pensavamo sì di essere sconosciuti in Italia, ma non pensavamo di avere un seguito! Poi non ci aspettavamo un simile trattamento per una band di apertura, invece conoscevano le canzoni, le hanno cantate tutte! Penso che gli italiani facciano una discreta ricerca prima di andare a un concerto, per noi è stata un’esperienza incredibile.
Fredrick: Milano poi è una città fantastica, ci siamo divertiti parecchio. E di sicuro vogliamo ritornare in Italia e vederla tutta!
Quindi siete interessati di entrare nel mercato italiano?
Adam: Certamente, vogliamo assolutamente entrare nel mercato musicale italiano e cercare di fare più date possibili; a dire il vero se la situazione con la pandemia era diversa noi avremmo di sicuro fatto un tour in tutta Italia.
Quindi si può dire che vi vedremo in Italia nel 2022?
Adam: Sicuramente, sarà una nostra priorità venire in Italia, abbiamo avuto un’esperienza fantastica e vogliamo ritornarci al più presto possibile!
Articolo di Alessandro Marano