27/04/2024

Marlene Kuntz, Senigallia (AN)

27/04/2024

Your Funeral Party, Bologna

27/04/2024

The Kid Laroi, Milano

27/04/2024

Bengala Fire, Montechiari (BS)

27/04/2024

Cassyette, Milano

27/04/2024

Alain Johannes, Ravenna

27/04/2024

Will Hunt, Alatri (FR)

27/04/2024

Massimo Zamboni, Firenze

27/04/2024

Crashdiet, Scandicci (FI)

27/04/2024

Massimo Zamboni, Firenze

27/04/2024

Bobby Joe Long’s Friendship Party, Roma

27/04/2024

Paolo Benvegnù, Baronissi (SA)

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Punkreas intervista

Di ritorno in tour per continuare le celebrazioni dei loro trent’anni e passa

In attesa di vederli in una delle date autunnali nei live club per il “XXX e … qualcosa – Sempre in tour 2022!” per continuare le celebrazioni appunto dei loro trent’anni e passa, abbiamo fatto con Paletta, il loro bassista, una lunga chiacchierata – di cui una parte, mi dispiace, non si può trascrivere. Dieci album in studio all’attivo, tre decadi di infaticabile attività live con migliaia di concerti in tutta Italia, a fine 2019 i Punkreas hanno pubblicato su Universal Music “XXX – 1989-2019: The Best”, che raccoglie 33 tra i loro brani più significativi e 2 brani inediti.

Paletta, di nuovo in tour, siete instancabili!
Eh, questo tour in verità si doveva fare per i trent’anni di carriera insieme al disco dedicato, poi è successo il caos pandemico che ha fermato pure noi, ed è diventato il tour dei trenta e qualcosa, ma la sostanza è la solita: vogliamo andare in giro per l’Italia a festeggiare il nostro percorso, su disco ma soprattutto on the road, portando live i nostri brani che sono iscritti nell’immaginario collettivo del nostro pubblico, quelli irrinunciabili. La scaletta dei concerti è ricca e divisa in due parti: apriamo con un set di brani scritti dal 2000 ad oggi, mentre nel secondo proseguiamo a ritroso nel tempo, con i nostri grandi cavalli di battaglia. Suoneremo brani che sono datati alle nostre origini, che sono stati incisi per la prima volta sulle cassette, te le ricordi le cassette? (ci mancherebbe!), poi sul primo vinile, insomma ripercorreremo tutta la nostra lunga carriera: nel 1990 mandammo un nostro demo tape al Leoncavallo e chiamarono il Cippa per andare a suonare, c’erano 1000 persone; la voce si sparse, siamo tornati il mese dopo e ce n’erano il doppio; di lì è partito tutto. In questo tour suoneremo tutti questi i pezzi uno dietro l’altro, saranno sempre concerti lunghi, sempre oltre le due ore.

Come avete deciso di fare la divisione delle due parti dei concerti?
Il 2000 è l’anno di cambio di marcia nel nostro percorso professionale, ma soprattutto personale; prima suonavamo il sabato e la domenica o con permessi dal lavoro, in quanto eravamo operai, dunque occupati diversamente durante tutta la settimana; poi la svolta, abbiamo iniziato a vivere di musica, a essere davvero musicisti professionisti. Il 2000 e anni limitrofi hanno segnato anche un periodo storico di cambiamento sociale e politico, temi dei quali le nostre canzoni sono sempre state e sempre saranno impregnate. È stato il periodo che ha messo fine alla diffusione dei centri sociali, luoghi che permettevano alla band di girare per tutta Italia, erano autentici luoghi di aggregazione, le persone venivano anche senza sapere chi avrebbe suonato quella sera e cosa. Con la loro chiusura si è perso un immenso patrimonio musicale, tanti gruppi si sono persi perché non hanno più potuto esibirsi e quindi far sentire la propria musica, perché non accettati dai locali commerciali.

Suonare dal vivo è fondamentale per una band, e poterlo fare ininterrottamente ci porta ad avere un pubblico che ha cavalcato i cambi generazionali, e ci troviamo con 3 fasce di fan: i ragazzi giovani, quelli del pogo sottopalco, che conoscono a memoria tutte le canzoni; i trentenni, che ballano per tutto il concerto; i più-che-adulti, fan di vecchia data oppure genitori dei ragazzi in prima fila, a fondo locale. Riuscire a suonare ancora dal vivo per noi rappresenta un punto di forza per appassionare nuove leve di ascoltatori, portando contenuti sociali che possano far incazzare la gente, sensibilizzare a capire il mondo in cui ci fanno vivere. Evviva i locali che permettono di far suonare band originali, e non i soliti tributi o gente che mette solo una serie di parole assonanti in fila! Il problema che hanno i locali lo capiamo, perché devono far tornare i conti e non è affatto semplice; però la gente ha voglia di musica dal vivo sempre di più, e questo ci fa ben sperare. Noi cerchiamo sempre di avere in apertura prima di noi band di talento, anche se a volte nell’orario in cui suonano c’è ancora poca gente purtroppo. Ripeto, suonare dal vivo è fondamentale per una band, provare tanto in cantina e poi non potersi esprimere, mettersi in gioco, davanti a un pubblico è un’immensa frustrazione. Il nostro tour su e giù per la penisola vuole essere anche un messaggio di speranza per le giovani band, perché essere band vuol dire essere uniti, suonare dal vivo, e aggregare un proprio pubblico.

Ai giovani non restano che i talent …
Queste giovani band, giovani artisti, vengono illusi da programmi televisivi nocivi o talent nocivi, che fanno vivere l’emozione della musica in modo nocivo; loro ce la mettono tutta, e questi giurati li stroncano senza criterio, dicono NO a ragazzi che non sono semplicemente ancora nella fase di scoprire i propri talenti. Purtroppo, non avendo spazi per suonare dal vivo e farsi un nome, cadono in questa trappola, e solo 1 su 100 riesce a dimostrare quanto vale e a farcela. Esempio principe il caso Maneskin. Non sentirai una parola negativa dalla mia bocca su di loro. Spaccano, sono un gruppo umile, hanno lavorato sodo, non hanno mai parlato male di nessuno, subiscono le critiche e gli insulti per invidia senza rispondere. Io tifo per loro. Grazie all’apparato messo a disposizione dall’etichetta certo che hanno un successo planetario, ma sotto c’è talento e capacità. Quanti altri lo meritano ma vengono stroncati da quattro stronzi di giudici?

Mettiamo l’accento sull’importanza dei testi con la musica
In Italia abbiamo molti artisti che fanno una musica lontano dai miei gusti, ma hanno ottimi testi, con contenuti importanti, vedi 99 Posse, Assalti Frontali, Caparezza. Si passano concetti culturali, non si parla di figa o di coca, o peggio di cose lontane dalle nostre vite, vuote, insulse. I testi sono fondamentali, senza spessore rendono anche la musica insignificante. Per noi le parole contano quanto le note.

Che musica ascoltate?
Intanto, tanta. Con la musica non si invecchia! Io e il Cippa si resta sempre super-metallari della prima ora, ed è la musica che faccio ascoltare anche a mio figlio, lo porto ai concerti. Quindi, he, non ti stupire, Metallica, Iron Maiden, Ozzy Osbourne. I KISS sono stati uno dei più grandi gruppi della storia, puro Rock’n’Roll, canzoni memorabili. Poi System of a Down, Scorpions, Black Sabbath, tutta la musica hard rock ha lì le basi. Penso poi ai Thin Lizzy, un gruppo pazzesco, ho tutti i loro vinili, a volte mentre li ascolto penso e io che cazzo scrivo, hanno già scritto tutto loro
E sono stato a vedere anche l’ultimo concerto di Iggy Pop, sempre un dio.
Negli anni Novanta abbiamo suonato in festival grandiosi con gente grandiosa e di umiltà meravigliosa, e posso dirti che i veri artisti non se la tirano; quando mostri sacri come James Hetfield ti ascoltano a lato palco e poi ti fanno i complimenti, ti senti davvero bene. I cretini di cui abbondano i palchi ora invece sono tutte star con la bocca piena di vaffanculo.

Dopo il tour?
Abbiamo già scritto molte canzoni nuove, dopo il tour si va in studio! Per aprile dovremmo pubblicare il nuovo disco, e poi via, di nuovo in tour …

Articolo di Francesca Cecconi

Prossime date (more TBA):
18 novembre Livorno, The Cage
19 novembre, Inveruno (MI), Inverart
25 novembre Bergamo, Druso
26 novembre 2022 Taneto di Gattatico (RE), Fuori Orario
2 dicembre 2022 Quartucciu (CA), Cueva 
3 dicembre San Martino Buonalbergo (VR), The Factory
9 dicembre Lugano, Studio Foce

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