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TOdays Festival intervista

Parità di genere, attenzione ai giovani e ai giovanissimi e sostenibilità ambientale i punti di forza di questa edizione

Torna a Torino uno dei festival musicali più innovativi, creativi e sostenibili d’Europa: 121 artisti nazionali e internazionali – 12 band provenienti da 29 diversi Paesi nel mondo – 8 esclusive nazionali – 9 gruppi per la prima volta a Torino – oltre 30 ore di musica, arte, incontri, produzioni esclusive, anteprime, performance, eventi formativi e d’incontro con il meglio della scena musicale contemporanea al TOdays Festival. Ne parliamo con il direttore artistico Gianluca Gozzi, per scoprirne tutte le peculiarità.

I numeri del TOdays sono davvero pazzeschi, sia per visitatori che per artisti. Ogni anno offrite tantissime ore di musica consecutiva, coinvolgendo moltissimi artisti internazionali e realizzando un festival che davvero può essere definito tale. Cosa c’è dietro a tutti questi numeri?

Il TOdays nasce nel 2015 tramite un’iniziativa dell’amministrazione cittadina locale. Piuttosto che realizzare un progetto preconfezionato, si decise di affidare l’organizzazione del progetto alle eccellenze del territorio. All’epoca in Italia esistevano solo i maxi-festival, non esisteva ancora qualcosa con questo concept del boutique festival. Il TOdays è invece un festival a misura d’uomo, un’esperienza durante la quale, per tre giorni consecutivi, ci si immerge totalmente nell’arte e nella musica. In questi tre giorni si possono vivere molte emozioni e ci piace pensare che, più che un progetto di intrattenimento, il TOdays abbia a che fare con la formazione e la cultura.

Fare intrattenimento fine a sé stesso vuol dire avere evento preconfezionato e un consumatore passivo: vai, sai già come si svolge e ne uscirai uguale a prima. Andare invece a un festival di formazione e di cultura come lo intendiamo noi, significa arricchimento, così come andare a teatro o al cinema. Si possono ampliare le nostre conoscenze e se ne esce più completi. Per questo il nostro obiettivo, con il TOdays, è stato quello di realizzare un evento vicino alla formazione e alla cultura.

Vogliamo sempre superare i nostri limiti e i nostri confini, proponendo al pubblico musiche non convenzionali e mainstream, che lo portino a scoprire qualcosa di nuovo. L’idea è far sì che le persone, quando tornano a casa, possano dire wow, è stato come non me lo aspettavo e non wow, è stato come me lo aspettavo. Vogliamoche le persone possano lasciarsi stupire. Questo è sicuramente l’obiettivo principale.

In termini numerici, fortunatamente, il festival ha avuto fin dall’inizio un’accoglienza positiva dalla comunità, proprio perché l’idea era di offrire qualcosa a una richiesta reale del territorio. Viviamo in un paese dove c’è più gente che fa musica di quella che va ai concerti, quindi, volevamo offrire qualcosa a una domanda reale e concreta. Dalle varie edizioni che si sono succedute dal 2015 a oggi, i numeri dei partecipanti sono sempre stati crescenti: mediamente si parla tra le 15 e le 30 mila persone ogni anno.

Per i tre giorni di festival, sono oltre 40 le ore dedicate alla musica e all’arte, con circa 150 artisti internazionali. TOdays vuol dire anche questo, un vero e proprio superamento dei confini, anche geografici. È un festival che cerca di offrire musiche che nel quotidiano non sarebbero facilmente fruibili. Tutto questo richiede ovviamente un lungo lavoro che dura per un intero anno. La fatica è tanta, ma ci teniamo a faticare per realizzare qualcosa per cui ne vale davvero la pena. La passione continuerà sempre ad alimentare questa energia.

Nel 2015, quindi, la Fondazione per la Cultura Torino è stata incaricata dall’Amministrazione Comunale di organizzare questo festival, che nel corso degli anni è cresciuto e si è sempre più ampliato. È un aspetto molto importante e degno di nota, in quello che è il panorama italiano sotto questo punto di vista. Non è sempre facile trovare un’amministrazione comunale che si presti e si impegni così tanto per qualcosa di questo tipo.

Sì, è vero. Dal 2015 ad oggi a Torino si sono succedute amministrazioni comunali diverse tra loro dal punto di vista politico, ma il festival è sempre andato avanti. Vuol dire che il TOdays è riuscito a crearsi una propria identità, riconosciuta e apprezzata dal pubblico, per cui l’amministrazione ha sempre sostenuto questo progetto. Nessun festival può sopravvivere solo di biglietteria, quindi le forme di sostegno da parte di sponsorizzazioni, sia pubbliche che private, sono molto importanti. L’amministrazione di Torino è stata sicuramente da ammirare per questo e per aver ascoltato la volontà del nostro pubblico, senza imporre dall’alto un progetto precostituito.

Moltissimi artisti del festival sono internazionali e cercate di rappresentare ogni paese al meglio, attraverso musica non mainstream e banale. Fate anche una scelta per raggiungere una pari rappresentanza di artisti maschili e femminili. Come riuscite a mettere insieme tutto questo?

Ogni edizione del TOdays conta circa 20 band o poco più, mentre negli Stati Uniti o all’estero, immagina che ci sono festival con oltre 200 band in cartellone! Parliamo senza presunzione quindi, però sì, già così è molto complesso, soprattutto se si vuole seguire una narrazione. Ogni anno ci poniamo delle domande: cosa vogliamo raccontare, cosa vogliamo dire e come vogliamo farlo? Su queste baie, cerchiamo di costruire la miglior line up possibile. Solo al termine però si può vedere il risultato finale e ci sono sempre molti fattori da considerare, per cui alcuni cambiamenti sono inevitabili.

Fondamentalmente, ci sono due risposte che si possono dare alla tua domanda. La prima, quella più romantica, dà priorità alla musica e al panorama contemporaneo (TOdays vuol dire anche questo). In questo modo, creiamo una line up basata su artisti giovani ed emergenti affiancati da artisti più contemporanei e attuali, che fanno e che hanno fatto la storia.

La seconda riposta invece è meno romantica ma è con questa che bisogna fare i conti: alla fine è inevitabile scegliere gli artisti sulla base di chi siamo disposti a pagare e di chi ci dà la disponibilità per le nostre date. C’è da dire che l’Italia non è un paese di festival, e nei tour internazionali è spesso il paese che viene saltato perché manca un pubblico di riferimento consolidato per una certa tipologia di artisti. Per questo è sempre molto faticoso convincere gli artisti a venire da noi, soprattutto se si tratta di un festival. In questo caso deve esserci anche un forte coinvolgimento e una forte identità del progetto in ambito europeo, e non è sempre facile. La bravura sta nel trovare un equilibrio tra questi due aspetti, quello più romantico e quello più realista.

Dal 2015 però, l’idea è sempre stata anche quella di osare, cercando di portare le persone al TOdays non solo per i classici artisti headliner ma anche per il festival in sé, nel suo complesso e nel suo insieme. È stato molto interessante vedere come, ogni anno, le persone che parlavano sui social del TOdays fossero entusiaste della nuova band o del nuovo artista che avevo scoperto. Questo è sempre stato uno dei nostri obiettivi principali in ogni edizione: portare le persone a scoprire nuova musica.

Ponete sempre molta attenzione ai servizi che offrite, mettendo il benessere del vostro pubblico in primo piano. Fornite informazioni su alloggi e trasporti, e la scelta del ticketing non è banale, perché utilizzate una piattaforma che non comporta costi di prevendita aggiuntivi. Anche questa è un’attenzione importante e delicata.

Il nostro pubblico non sceglie solo di andare a un festival, ma di passare l’ultimo weekend di agosto in una città, proprio come fosse una vacanza. Per questo cerchiamo di offrire soluzioni che siano accoglienti e accessibili. Cerchiamo di offrire dei servizi che abbiano un costo contenuto, mettendo a disposizione abbonamenti e convenzioni con le strutture. Edizione dopo edizione, vogliamo curare al meglio ognuno di questi aspetti, prendendo in considerazione anche la sostenibilità del TOdays: dai consumi di cibo e beveraggio fino alla mobilità. L’area del festival, infatti, è totalmente a misura d’uomo, e ci si può muovere in tranquillità anche insieme ai bambini.

L’obiettivo è far vivere un momento di benessere e di inclusività, anche perché il TOdays non si rivolge a una sola categoria di persone, ma vuole mettere insieme un pubblico vasto, sia in termini geografici, di genere che di età. Per questo venire al TOdays è diverso dall’andare semplicemente a una sequenza di concerti prestabiliti. Tutti i limiti che incontriamo nel quotidiano, al TOdays vengono abbattuti. Anche per quanto riguarda i generi musicali: non facciamo distinzione tra jazz, rock, pop ecc, ma solo tra buona e cattiva musica. Ciò che conta è l’essenza, ascoltare buona musica, divertirci e scoprire cose nuove.

Articolo di Francesca Cecconi

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