19/04/2024

Ghostly Kisses, Milano

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Furor Gallico, Bologna

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Giovanni Truppi + Band vs Sibode DJ, Brescia

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Nobraino, Firenze

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Marlene Kuntz, Roncade (TV)

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Trophy Eyes, Milano

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Erlend Øye & La Comitiva, Bologna

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Malvax, Torino

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Lorenzo Polidori, Tommaso Doglia, Fabrizio Bianco, Firenze

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Tre Allegri Ragazzi Morti e Cor Veleno intervista

“MemeK Ultra”: la nascita di un super-gruppo

TARM_CV_phMagliocchetti

Il 25 marzo è uscito “Meme K Ultra”, fuori per l’etichetta La Tempesta Dischi, album che celebra la collaborazione tra due mondi, quello indie/rock de I Tre Allegri Ragazzi Morti e quello rap dei Cor Veleno, due realtà tra le più storiche nelle rispettive scene musicali. Ma troviamo riduttivo incastrare le due band nelle etichette di genere perché la loro quasi trentennale esperienza nei rispettivi ruoli stilistici li ha sempre visti alla ricerca di nuove idee e sonorità, e proprio dal loro incontro ne è uscito un album che mette da parte le rispettive caratteristiche, anzi, le fonde in qualcosa di nuovo, un prodotto con un suono terzo che non cede a compromessi, profondo, appassionato, meraviglioso. Ne abbiamo parlato a telefono con Giorgio Cinini, in arte Grandi Numeri, dei Cor Veleno.

Entrambi non siete certo nuovi allo sviluppo di collaborazioni con altri colleghi, ma questa volta ne esce un intero lavoro e di grande forza, un prodotto terzo con un’identità precisa.  Quale è il filo conduttore che lega le vostre esperienze artistiche e che forma prende in questo disco?

Il filo conduttore è quello che ci ha accompagnato in tutte le nostre rispettive carriere, ossia la voglia di scoprire sempre di più. Ad esempio i Tre Allegri Ragazzi Morti nella loro discografia hanno un album che include sonorità reggae, un altro in stile swing che nasce da un tour in unplugged insieme alla Abbey Town Jazz Orchestra, o pensa al progetto seguito da Davide Toffolo, l’“Istituto Italiano di Cumbia”. E anche noi Cor Veleno abbiamo sempre cercato di espandere la musica su più piani lavorando con musicisti che erano al di là della trincea hip hop, che spesso, nell’epoca in cui abbiamo iniziato, contemplava solo la musica fatta con un computer. Quando ci siamo incontrati, tra me e Toffolo è venuto subito spontaneo prendere una nuova direzione sonora lontana da quella dei rispettivi gruppi, ed è stato bellissimo perché non sapevamo bene cosa sarebbe venuto fuori ma già dai primi provini abbiamo sentito un suono che ci ha catturato, che è quello di “Meme K Ultra”. Così abbiamo iniziato a lavorare sui brani, poi è arrivata la pandemia che ci ha portato ad allungare i tempi che ci eravamo prefissati, ma che ci ha dato ancora più forza e voglia di finire questo progetto, tanto che abbiamo chiamato altri artisti come Mimosa Campironi, Francesco Bearzatti, Metal Carter e Adriano Viterbini dei Bud Spencer Blues Explosion a collaborare con noi, ed è stata davvero una bellissima esperienza.

Proprio in termini di collaborazioni, avete scelto nomi non scontati …

Quella è la bellezza. A volte succede che le collaborazioni prendano quell’aspetto un po’ fastidioso di coinvolgere la persona che porta più numeri. Con Bearzatti e Viterbini avevamo già collaborato in precedenza, con gli altri artisti avevamo idea già da tempo di collaborarci e abbiamo deciso che questo era il disco giusto per farlo.

E la vostra collaborazione è nata da qualche occasione particolare? Chi ha fatto il primo passo?

Io e Davide ci siamo rincontrati dopo moltissimi anni ad una serata di musica Cumbia. In quell’occasione ero andato al Sans Papiers di Roma a sentire il dj set di un amico, Grant C. Dull, fondatore della ZZK Records. Davide mi ha raccontato che era a Roma, così abbiamo iniziato a vederci dentro e fuori dallo studio di registrazione, ed è nata un’amicizia e un’enorme stima da parte mia per la sua figura artistica, perché trovo che Davide sia uno dei cantanti e dei disegnatori più controcorrente e fuori dagli schemi che esistano adesso in Italia e sono orgoglioso di aver avuto la possibilità di lavorare con una figura come la sua.

Questo disco si è sviluppato durante la pandemia e i vari lockdown, quindi si può definire un’esperienza nuova. Come avete lavorato alla creazione dei brani? Ci sono state difficoltà?

Difficoltà no. Direi che lavorare sui brani è stata un’esperienza abbastanza contemporanea. Io ero bloccato in America Latina, poi negli Stati Uniti, poi ci è stato impossibile passare da una regione all’altra per mesi, per fortuna avevamo un mezzo come internet che ci è servito tantissimo per comunicare e testare le varie idee che venivano fuori.  A pensarci poi, credo che il disco sia venuto fuori ancora meglio in una situazione come quella che abbiamo vissuto perché ha vinto le avversità e forse nei nostri testi si riesce a percepirne anche questa parte.

Chi è il vostro pubblico e secondo voi cosa cerca?

Non credo che si possa parlare in termini di nostro pubblico. Diciamo che dopo tanti anni sia noi che i TARM abbiamo il nostro seguito di fans, però in questo caso avendo tre live in uno, quello di “Meme K Ultra”, il nostro, e quello dei Tre Allegri Ragazzi Morti, e aggiungerei al costo di un solo biglietto (ride) ci ritroviamo in una situazione di pubblico che a cose normali non interagirebbe tra se per via dei diversi generi musicali dai quali veniamo, e invece in questo caso abbiamo visto una bella interconnessione, proprio perché le persone decidono da sole se qualcosa è valido o meno. Dopotutto l’idea era proprio quella di triare fuori un suono terzo rispetto ai nostri generi musicali, qualcosa che regalasse gli stessi brividi che abbiamo avuto noi quando abbiamo pensato a cosa poteva essere questo progetto e a quello che poteva innescare nella sua massima espressione, che è quella del live.

In questo mondi di aperitivi, algoritmi, guerre, aria finta e lavoro schiavizzato, che ruolo può avere la gente libera? Esiste la speranza che si impari la libertà?

Penso che la libertà esista attraverso la bellezza delle idee che ognuno di noi porta dentro e che riesce ad esprimere. Ognuno nel suo piccolo fa un lavoro di anticorpo contro l’omologazione, le idee preconfezionate e la musica stabilita a priori. Nel mio caso posso dire che è la poesia, o meglio la magia intrinseca che c’è nel poter fare rime e raccontare storie di questo tipo, che ovviamente sono le mie visioni personali delle cose, a regalarmi questa libertà. Sai, in questo mondo pieno di complotti forse l’unico vero complotto è quello che ci ha portati alla condizione di dubitare gli uni degli altri, e adesso c’è bisogno di andare a creare nuovi ponti, nuovi percorsi di comunicazione, e come rapper, dalla posizione in cui mi trovo sento che è una cosa importante poter dare alle persone un’opportunità di visione alternativa rispetto a quella che esiste adesso.

Articolo di Giulia Breschi

Le prossime date del tour

14/07 FIRENZE – Ultravox – Anfiteatro Delle Cascine Ernesto De Pascale – DATA A INGRESSO GRATUITA
15/07 BERGAMO – NXT Station
16/07 PADOVA – Sherwood Festival *Ingresso 1,00 Euro
17/07 CORRIDONIA (MC) – Abbazia Di S.C. Al Chienti
22/07 BIELLA – Reload Sound Festival
24/07 AZZINANO (TE) – Arena Wood Festival
05/08 IGEA MARINA (RN) – Beky Bay
28/08 S. MARIA DI CASTELLABATE (SA) – Spaziale Festival
02/09 RIOFREDDO (RM) – In Vino Veritas *Ingresso Gratuito
03/09 SCHIO (VI) – Fabbrica Alta
08/09 PONTE NELLE ALPI (BL) – Polpet La Sagra *Ingresso Gratuito 
15/09 TORINO – Hiroshima Sound Garden
17/09 VARESE – Campo Da Football *Ingresso Gratuito 

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