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Black Flag Live Milano

L’energia, l’aggressività, la ferocia, lo spirito anarchico, regalano un’esperienza live indimenticabile

Diario di guerra del 15 giugno 2023, location: Legend Club, Milano. Una data importante, su questo palco stanno per esibirsi due band che hanno fatto la storia del Punk Hardcore italiano ed estero, ovvero i Rappresaglia e i Black Flag. Ancora ignara di quello che mi avrebbe riservato la serata, quando più che in transenna sembrava di stare in trincea, mi preparo rilassandomi nel verde del parco antistante il locale. Da un pulmino grigio scendono delle persone che, come turisti qualunque, si guardano attorno sorridendo, si sgranchiscono schiena e gambe dopo un lungo viaggio, si rinfrescano alla fontanella. Solo quando vedo il contenuto del bagagliaio mi rendo conto che si tratta degli headliner di turno, i Back Flag, che prontamente portano la loro attrezzatura verso il backstage. Chissà quanta gente ci sarà, chissà se le giovani generazioni conoscono questi signori, penso tra me e me, ricordandomi che i Black Flag nascono nel 1976 e che l’unico membro continuo da allora è il cantante, chitarrista e fondatore Greg Ginn.

Rappresaglia

Mi avvicino all’entrata, mi metto in coda per tempo, ed anche lì vedo qualche fan, anche se continuo ad avere l’impressione che siano piuttosto pochi. Non giudicare il libro dalla copertina, sei tu ad essere sempre un po’ troppo in anticipo, mi redarguisco. Entrata nella sala concerti e presa posizione in trincea – volevo dire transenna, scusate – persevero nel mio pensiero anche nei sessanta minuti di attesa prima che i Rappresaglia inizino la loro esibizione. Eppure basterà una sola nota di chitarra proveniente dal camerino a far spuntare le persone come funghi, una dopo l’altra si riuniscono in gruppetti riempiendo la sala, di ogni età (anche giovanissimi! ), da ogni dove, veri punk con la cresta e le ciocche colorate, bracciali di pelle, magliette dei Rancid E voi da dove spuntate?  Mi domando, ma è così che doveva essere in realtà. Perfetto così.

Rappresaglia

Quando i Rappresaglia salgono sul palco, vengono accolti da un grande applauso carico di affetto e rispetto, si percepisce subito di aver davanti dei signori professionisti, la storia, qualcuno che ha macinato innumerevoli chilometri e innumerevoli stage. Non servono presentazioni, si attacca subito a fare sul serio. I Rappresaglia nascono a Milano nel 1982, in piena esplosione dell’Hardcore Punk e sono una delle band più rappresentative di quella stagione. Hanno una nutrita discografia che comprende singoli, lp, cd e raccolte, il tutto sempre accolto ottimamente da pubblico e critica; il loro ultimo lavoro risale ad aprile 2018, l’album “Neurotik” pubblicato per Rocketman Records.

Rappresaglia

Il loro energico Punk Rock resta particolare attenzione agli arrangiamenti strumentali e vocali garantendo un live set intenso, carico di emozione con testi in italiano e inglese che raccontano situazioni reali di vita vissuta, rabbia e speranza. Perfetto esempio di una generazione che non molla, non l’ha mai fatto e non ha nessuna intenzione di farlo, il chitarrista e vocalist Maurizio Fusano e la sua band mostrano a tutti il significato di nascere con la musica nelle ossa. C’ è una miscela di Sex Pistols e Clash nella sua chitarra, armonia e Rock insieme, che fa bersaglio con il pubblico in delirio mentre si eseguono brani come “Rappresaglia” o la dolce “You & Me”.

Rappresaglia

Delirio, mentre la sala del Legend è divisa tra ragazzi che pogano con energia e il resto del pubblico che cerca una angolo dove non farsi troppo travolgere, ed è così che passerò buona parte del concerto, un occhio al palco e uno alle spalle, mentre anche negli occhi dei Rappresaglia si legge il divertimento. In più di quarant’anni sui palchi d’Europa ne avranno viste di ogni tipo! Dopo un rapido sorso d’acqua e l’ultimo brano in scaletta, il frontman ringrazia e saluta con un vi lasciamo ai Black Flag: e ora sono cavoli vostri! Non era esattamente questo il termine usato, ma giusto per rendere l’idea.

Black Flag

Rabbrividisco a queste parole, nonostante l’aria nel locale si sia sensibilmente riscaldata, ma ho tempo per riprendere fiato e scambiare qualche considerazione con altri colleghi, stropicciatissimi come me, mentre il palco viene preparato per i leggendari Black Flag dalla California, noti per i loro live aggressivi e intensi e che hanno spesso incluso atti di vandalismo e scontri con le autorità. Tutto questo compare all’improvviso davanti ai miei occhi, ecco che al loro ingresso il pubblico non si contiene più; e io, che pensavo di aver visto di tutto nei concerti precedenti, preoccupatissima di portare a casa qualche osso integro e soprattutto l’attrezzatura, saluto i miei colleghi è stato un piacere lavorare con voi.

Black Flag

Una delle caratteristiche distintive dei Black Flag è l’energia grezza che portano sul palco, dei veri colpi di cannone, un senso di caos e anarchia totale che creano. La band è in costante movimento sul palco, non ci sono presentazioni di brani né pause, i sorsi d’ acqua vengono velocemente bevuti al volo mentre si suona con un’intensità feroce. Degno di nota il lavoro di chitarra frenetico e distorto di Greg Ginn, classe 1954,  fondatore della band, unico membro rimasto dell’originale formazione degli anni ‘70, nonché fondatore della Sst Records, l’etichetta che in oltre quarant’anni ha distribuito questa band sin dagli esordi.

Black Flag

Il pensiero politico e sociale della band si distingue anche nella loro esibizione; i testi trattano di alienazione, ribellione, ingiustizia sociale, temi che vengono trasmessi con una forte urgenza, ulteriormente enfatizzati dai loro confronti con le autorità sia dentro che fuori dal palco, nel corso degli anni. Fortunatamente però non stasera. Ora mi spiego il perché di un numero di buttafuori maggiore del solito. Quell’angoscia rimane tutta lì, urlata nel microfono di Mike Vallely, che è anche leggenda americana dello skateboard, gocciola come il sudore dalla sua pelle e dalle sue sopracciglia mentre lancia una dopo l’altra quelle canzoni che hanno fatto la storia.

Black Flag

I loro live sono un must per ogni fan del Punk Rock, l’energia, l’aggressività, la ferocia, lo spirito anarchico di questi elementi sono fatti per regalare un’esperienza indimenticabile. Lo sanno bene i fan presenti, che hanno ricevuto il messaggio forte e chiaro e si sono scatenati in un pogo selvaggio e infinito, senza regole, senza fermarsi, travolgendo chiunque e qualsiasi cosa: assolutamente impossibile cercare di arginarli, moderarli in qualche modo, l’unica soluzione per non farsi calpestare sarebbe stata quella di abbandonare il locale.

Black Flag

Seminudi e inferociti, urlano quanto Vallely, il quale porge a qualcuno il microfono permettendo di cantare alcune parole, mentre in transenna siamo ridotti come le polpette, tanto che per salvare l’attrezzatura fotografica ho necessariamente dovuto riporla velocemente sotto il palco, l’unico luogo non raggiungibile dalla folla e dagli schizzi di sudore. I ragazzi reclutati da Ginn hanno fatto un ottimo lavoro nel mantenere il ritmo dietro l’attacco di Mike Vallely, che da parte sua interpreta lo psicopatico con talento.

Black Flag

Canzoni come “No Values”, ” I’ve Had It” e la possente ” Six Pack” dei primi singoli dei Black Flag sono state sputate contro il pubblico come colpi di mitragliatrice, Mike Vallely urlava i testi e  i fan li urlavano di nuovo, mentre la temperatura saliva tanto da essere appena sopportabile e i corpi rimbalzavano l’uno contro l’altro. Anche Greg Ginn accenna qualche sorriso, dimenticando la sua indole meno solare, mentre il set presenta il Metal di “Slip It In”, “Black Coffee” e “Can’t Decide” e la folla si agita con sempre maggiore frenesia. Quando la band si prepara al finale, Vallely ha finalmente parlato alla folla con un thank you all quasi timido, e ha presentato i musicisti. Si scatena poi in “Revenge” e “Jealous Again “, anche se è la colossale “Rise Above” a saziare davvero la folla, prima che Ginn e i suoi ragazzi rallentassero il ritmo con “Louie Louie”.

Black Flag

Niente bis: un secondo dopo la fine del brano, Greg Ginn, la leggenda, è in mezzo alla folla, finalmente sorridente, a fare foto con tutti e firmare autografi. Il bassista Harley Duggan scende nel pit, sorride, stringe mani, regala plettri fino a svuotarsi le tasche e allora inizia ad autografare tutto quello che gli viene messo sotto la penna. Io mi allontano, è tempo per me del deponete le armi: traballante, frastornata e livida,  ma felice di essere stata presente la notte in cui si è fatta tabula rasa del Legend.
Missione compiuta, Black Flag!

Articolo e foto di Simona Isonni

Set List Black Flag Milano 15 giugno 2023

  1. Can’t Decide
  2. Nervous Breakdown
  3. Fix Me
  4. No Values
  5. I’ve Had It
  6. Annihilate This Week
  7. Gimme Gimme Gimme
  8. Six Pack
  9. Depression
  10. Forever Time
  11. Room 13
  12. Slip It In
  13. I Can See You
  14. Revenge
  15. Black Coffee
  16. Jealous Again
  17. My War
  18. Rise Above
  19. Tv Party
  20. Louie Louie
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