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Bombino live Firenze

Tutto il concerto è un flusso genuino di musica dell’anima

Torna a Firenze per la seconda edizione “H/EARTHbeat, Battiti del cuore e della terra”, il festival di World Music in scena dal 21 ottobre al 10 dicembre 2023. Quindici concerti, film, incontri, laboratori con grandi artisti italiani e internazionali in un nuovo viaggio nella musica del mondo che fa tappa in diversi luoghi della città. Il primo appuntamento è alla Manifattura Tabacchi, sabato 21, e ad aprire questa bellissima kermesse è Bombino, la stella del Desert Blues.

Compositore e chitarrista, negli ultimi anni ha guadagnato seguito in tutto il mondo, la sua musica racchiude lo spirito della resistenza e della ribellione, e trasuda un Blues da groove irresistibile. Il suo ultimo album “Sahel” è appena uscito ed è il suo lavoro più personale, potente e politico. Prende il nome dalla vasta regione africana che si estende da est a ovest dall’Oceano Atlantico al Mar Rosso ed è l’attesissimo seguito del suo album del 2018 “Deran” che ha fatto di Bombino il primo artista nigerino nominato ai Grammy.

La sala della Manifattura comincia a riempirsi un po’ tardi rispetto all’ora di inizio del concerto, complici la pioggia e la totale mancanza di parcheggio di questa zona di Firenze, ma è tutto esaurito, 600 biglietti venduti e qualcosa in più tra ospiti e omaggi. Il palco non è grande, non è alto, ma l’atmosfera è fantastica. Il pubblico è davvero vario, ci sono giovanissimi, famiglie con bambini e persone over 60, quest’ultime tutte nelle prime file, ma non c’è calca, c’è lo spazio per muoversi, e per molti anche per ballare. A fondo sala, dove c’è maggiore spazio, i balli sono turbinosi, le persone sono rilassate, coinvolte, molte ascoltano ad occhi chiusi.

Così come sono chiusi quasi sempre gli occhi di Bombino. Suona concentrato, rapito lui stesso dalla musica, in comunione con la sua chitarra. I suoi musicisti lo guardano continuamente sorridendo, l’interazione con il pubblico sembra quasi inesistente, ma è solo apparenza nella mancanza dei gesti ruffiani che siamo abituati a goderci, che ci aspettiamo. L’interazione è creata dalla musica, raffinata e tribale al tempo stesso, è cruda, non filtrata, non rielaborata, non costruita.

Tutto il concerto è un flusso genuino di musica dell’anima. Bombino è accompagnato, oltre che da un batterista (qualcuno del pubblico sembra deluso dalla mancanza di un percussionista, critica senza senso nel caso di un live di questo stampo), da un bassista e un chitarrista ritmico, che come lui, suonano esclusivamente fingerpicking e con una dotazione effettistica quasi anacronistica: due pedalini singoli old style ciascuno.

Ho appena concluso un tour negli Stati Uniti, è stato molto bello, ma sono felice di essere qui, preferisco essere qui sono tra le poche parole di Bombino, che mostra timidezza al microfono, mentre invece le sue dita sulle sei corde non hanno alcun tentennamento, volano tra le armonie per regalarci una serata di Blues davvero personale, unico. Un concerto senza fretta, lungo ma quanto basta per farci raggiungere uno stato di leggerezza e gioia senza stancarci. Perfetto.

Articolo e foto di Francesca Cecconi

Tutto il cartellone H/EARTHbeat: https://www.facebook.com/hearthbeatfestival/

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