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Def Leppard live Milano

Un concerto perfetto, puro, dai suoni meravigliosi, come un concerto rock di mostri sacri del genere dovrebbe essere

È il 20 giugno, primo giorno davvero caldo di questa nuova estate. E nella città meneghina è davvero tanto, tanto caldo. Questo non ferma i rocker accorsi da ogni dove all’Ippodromo SNAI San Siro che ospita Il Milano Summer Festival, e stasera è la volta dei Def Leppard, co-headliner in questo tour europeo insieme ai Mötley Crüe. Hanno aperto per questi grandi mostri del Rock le Bambole di Pezza, band punk tutta al femminile, che nella loro mezz’ora di performance hanno dimostrato ancora una volta di che pasta sono fatte. Sei brani, look anni ’80, musica anni ’70 e colori anni ’60 (anche le bacchette della batterista sono fluo), tanta adrenalina. Brave. A breve un nuovissimo album, stay tuned.

La fila è davvero lunga all’ingresso, ci sono migliaia di zainetti da controllare – perché partecipare a questo concerto significa per molti di noi stare lontani da casa per più di 24 ore – e quando i Def Leppard salgono sul palco, qualcuno deve ancora riuscire a entrare.

Complice una nutrita selezione di integratori a colazione, cappello da sole e una bottiglione d’acqua senza tappo, riesco a sopravvivere la fila e arrivare dentro l’Ippodromo in tempo per un buon posto alla transenna a fianco del mixer, da dove posso godermi il concerto con una discreta visuale.

Ti aspetti una folla di metallari old style, e invece il pubblico è decisamente eterogeneo per aspetto ed età, molti capelli corti, e di folta più che la chioma c’è la presenza femminile. Stasera aspetto soprattutto la performance dei Def Leppard, dopo aver recentemente intervistato Joe Elliott (l’articolo), perché mi ha ricordato quanto tenaci, quanto evoluti, quanto veri questi cinque musicisti siano rimasti pur navigando in oltre quarant’anni lo show biz musicale ad alte sfere.

Sono i primi, dicevamo, a calcare il palco, sono solo le 19.30 e il sole non è ancora tramontato, questo non permette di apprezzare appieno il gioco di luci che li avvolge. Sì, perché le luci, insieme ai maxi-schermi con video, saranno l’unico “vezzo” del loro concerto, oltre a una lunga pedana dove è collocata la batteria con a fianco due microfoni. Tutto il resto è musica, soltanto.

I cinque musicisti, in formazione stabile dal 1992 quando la leggenda Vivian Campbell ha rimpiazzato il defunto Steve Clark, sono talmente affiatati, talmente rodati, e soprattutto talmente professionali, da potersi permettere uno spettacolo di Rock duro che però rilassa, genera vibrazioni positive, sana felicità. E sorridenti sono loro, e l’ora e mezzo dello show scorre via veloce, troppo veloce.

Abbiamo cantato e ballato, abbracciato i nostri vicini di prato, e ci siamo goduti una scaletta che, come promesso, ha abbracciato tutta la loro carriera, includendo brani anche dal penultimo album “Diamond Star Halos” (la nostra recensione), mentre ovviamente non sono stati previsti arrangiamenti con orchestra come nell’ultimo, appena uscito, “Drastic Symphonies” (la nostra recensione).

Niente Amarcord dunque, ma una band attuale, in piena forma, che non vive di passato e ha saputo evolversi ed evolvere la propria musica senza mai, proprio mai, tradire le proprie radici, quelle gettate a Sheffield negli anni ’70.

Sono tutti davvero in splendida forma, davvero, sia artistica che fisica. Joe Elliott ha sempre una voce strepitosa, guardate un qualsiasi video della serata su YouTube per verificare; provate ad ascoltarlo in “Love bites”, per esempio. Impressionante, come se gli anni avessero lucidato le sue corde vocali piuttosto che logorarle.

Joe imbraccia a tratti anche la chitarra acustica, è bellissimo quando per “This guitar” vengono tutti e quattro a bordo palco, e anche Rick Savage imbraccia un’acustica. Il brano si fonde con la successiva “When Love and Hate Collide”, dove Joe resta da solo all’acustica, mentre gli altri tornano alle corde elettriche.

Cori da paura, e batteria da paura – e c’è spazio ovviamente per un assolo di Rick Allen, acclamatissimo, durante “Switch 625”; Rick suona come sempre scalzo, e sfoggia uno di quei particolari che ti riporta al look dei Def Leppard anni ’80: un paio di grosse cuffie, invece delle in-ear headphones, decorate con l’Union Jack in paillettes. Rick Savage, Vivian Campell e Phil Collen alternano la loro presenza acconto a Joe con quella accanto a Rick Allen sulla pedana, che ospita appunto ulteriori microfoni per i frequenti cori.

Un concerto perfetto, puro, dai suoni meravigliosi, come un concerto rock di mostri sacri del genere dovrebbe essere. Almeno secondo me.
Until next time, and there will be a next time. Don’t forget us, we won’t forget you, così ci salutano.
Unitil next time, then.

Articolo di Francesca Cecconi, foto di Simona Isonni

Set list Def Leppard Milano 20 giugno 2023

  1. Take What You Want
  2. Let’s Get Rocked
  3. Animal
  4. Foolin’
  5. Armageddon It
  6. Kick
  7. Love Bites
  8. Promises
  9. This Guitar
  10. When Love and Hate Collide
  11. Rocket
  12. Bringin’ On the Heartbreak
  13. Switch 625
  14. Hysteria
  15. (With Extended Outro)
  16. Pour Some Sugar on Me
  17. Rock of Ages
  18. Photograph

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