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Downtown Boys live Bologna

Sono qui per rovesciare l’egemonia etero-cis bianca e dar voce a chi non ne ha

Quinta data e penultima in Italia per la band Americana, presentata il 23 settembre sul palco del Covo Club a Bologna con più di un’ora di ritardo. I Downtown Boys non rientrano nell’immaginario convenzionale del Punk e fanno di tutto per ribadirlo. La cosa che colpisce di più appena salgono sul palco è il loro stile, ogni componente si veste in modo distinto e particolare. Vestiti glitterati dai colori sgargianti, tacchi, camicie a fiori…

La posizione dei Downtown Boys è stata chiara fin da quando hanno iniziato a fare irruzione negli scantinati e negli spazi fai-da-te, con la loro musica instancabile e con la loro mentalità radicale. Sono qui per rovesciare l’egemonia etero-cis bianca e dar voce a chi non ne ha. La band americana usa la musica come un megafono, amplificando e centrando le voci queer e latine nel mondo fin troppo “imbiancato” del Punk.

Il pubblico è variegato, come la band stessa. Troviamo persone di etnia diversa, di generazioni diverse, di sesso diverso ma con una passione che unisce, l’amore per il Punk. Il genere può piacere o non piacere ma è innegabile la sua importanza a livello sociale, accompagna da sempre la vita di numerosi individui, unendoli tra loro da un legame quasi fraterno.

Ho avuto l’opportunità di parlare con alcune persone prima del concerto, non ascoltano solo il genere ma vivono per esso, lottando per le tematiche portate avanti dai loro gruppi preferiti. Frequentano il Covo ogni weekend, è un modo non solo per ritrovare gli amici di sempre ma soprattutto per conoscere gruppi nuovi e stare al passo con la scena.

La set list viene aperta da “Wave Of History” e “Santa”, ma già alla terza canzone “I’m Enough (I want More)” parte il pogo al centro della platea. Tutti saltano, ridono e cercano di cantare pur non conoscendo il testo delle canzoni. Ogni brano viene aperto con un messaggio politico dalla cantante Victoria, riprendendo le tematiche a cuore del gruppo.

Prima del brano “100% Inheritance Tax”, Victoria critica il sistema di tassazione, alludendo alle tesi dell’estrema sinistra. La simpatia per il Marxismo non è un segreto, avendo un album chiamato “Full Comunism”. Il momento più bello di tutta la serata viene raggiunto con il brano “L’internationale”, una rivisitazione del brano di Pierre De Geyter.

Il brano originale venne scritto nel 1888 come inno del partito operaio francese, adottato poi come inno nazionale sovietico dal 1917 al 1941. Dal pubblico si innalzano pugni chiusi e cori per il ritornello, il canto popolare rimane uno degli inni di lotta più importanti per l’estrema sinistra.

Il concerto viene chiuso da “Dancing in the Dark”, cover di Springsteen. Interessante che la band anti-americana abbia deciso di chiudere il concerto con una cover dell’americano per eccellenza. Infondo americani sono e americani rimarranno, anche rinnegando le politiche del loro paese.

Articolo di Ambra Nardi, foto di Michele Faliani

Set list Downtown Boys 23 settembre Bologna

  1. Wave Of History
  2. Santa
  3. I’m Enough (I want More)
  4. Lips That Bite
  5. Sirena
  6. Promissory Note
  7. 100% Inheritance Tax
  8. Tonta
  9. Almuterol
  10. Because You
  11. Poder Elegir
  12. A Wall
  13. No More Jodas
  14. L’internationale (cover Pierre De Geyter)
  15. Somos Chulas (no somos pendejas)
  16. Monstro
  17. Dancing in the Dark (cover Springsteen)
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