22 febbraio, entro alla Backstage Academy, una bella venue alle porte di Pisa, piccola e accogliente, con un’interessante programmazione curata da persone che evidentemente prediligono la musica di qualità rispetto agli incassi facili. Stasera c’è Edda, ovvero Stefano Rampoldi, uno degli esponenti più originali e fuori dagli schemi del Rock italiano.
Faccio due chiacchiere con l’amico che ne cura il booking, poi lo sguardo mi casca accanto al mixer, dove il sound guy ha la scaletta accanto ai cursori e ai mille pippoli che gli servono per far uscire dall’impianto un suono potente ma pulito e limpido come accade in pochi posti; ebbene, c’è scritto “Esteban e i Mariacci”, e poi la lista delle canzoni.
Ecco Edda è proprio questo, uno che non capisci bene se e quanto si prenda sul serio, se come dicono a Roma ci è o ci fa. Si siede sullo sgabello mentre dai diffusori c’è ancora “Love will tear us apart” dei Joy Division, e sorridendo si mette a doppiare il giro di basso con la sua chitarra, ancora prima di salutare e di ringraziare il pubblico pisano, come al solito piuttosto numeroso.
E poi parte con “Mio capitano”, e quel primo verso che ti entra nel cervello come una lama nel burro: Non so se il sole mi protegge o è il cazzo che ho in mano / È di un glorioso capitano, sei tu o è il tuo volto disumano? e ti ricordi immediatamente perché a Edda vuoi un sacco di bene.
Diretto, politicamente scorretto, surreale, commovente, con enormi doti da comedian soprattutto quando prima di “Vela bianca” dice di indossare un giaccone di suo padre e di immaginare cosa siano quelle macchie bianche sulle maniche, oppure quando fa sua una vecchia canzone degli Afterhours, o quando fa una sua personalissima recensione del Festival di Sanremo, o ancora quando rivela particolari intimi della sua breve relazione con la psicologa della comunità di recupero.
C’è un’alchimia speciale fra lui e i suoi compagni di palco, Luca Bossi alle tastiere, al basso e alle percussioni, e Francesco Capasso alla chitarra, che fa volare il concerto in pochi attimi.
E fra una straordinaria versione di “Picchiami” e una “Zigulì” scatenata, Edda prova a salutare tutti con “L’innamorato”, ma il pubblico quasi lo costringe a un bis strepitoso con “Stellina” e con “Mademoiselle”, con Stefano che si diverte a spiegare come si costruisce una canzone di Edda. Insomma, un altro grande concerto di uno dei più geniali songwriter che abbiamo. E che dobbiamo vedere dal vivo almeno una volta all’anno.
Articolo e foto di Michele Faliani
Set list Edda 22 febbraio 2024 Pisa
- Mio capitano
- Benedicimi
- Gurudeva
- Lia
- Carlo Magno
- Vela bianca
- Edda
- Dentro Marilyn (Afterhours cover)
- Saibene
- Organza
- Picchiami
- Bellissima
- Io e te
- Zigulì
- Signora
- Spaziale
- L’innamorato
- Stellina
- Mademoiselle