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Enterprise Earth + Shadow Of Intent live Milano

Evento death-core adrenalinico che ha visto alternarsi sul palco ben quattro gruppi

Il 19 gennaio si è tenuto al Legend Club di Milano un grande evento death-core che ha visto alternarsi sul palco ben quattro gruppi: i milanesi Human Deception – unici rappresentanti europei -, gli australiani To The Grave, i canadesi AngelMaker e gli americani Enterprise Earth a completare il pacchetto d’eccezione che precede l’esibizione degli headliner Shadow Of Intent, anch’essi americani al loro debutto europeo, a distanza di ben due anni e mezzo dal suo originale annuncio e due rinvii causa Covid; a Milano la loro unica data italiana. Arrivo nel tardo pomeriggio, in quanto l’inizio è previsto attorno alle 18.45,e già dal parcheggio si sentono forti e chiari i gruppi durante il loro soundcheck: immagino che sarà una serata ad alto livello di adrenalina e scoprirò durante la serata di avere piena ragione, solo che ancora non sapevo quanto sarebbe stato alto, questo livello di adrenalina!

A causa di imprevisti riesco ad entrare nel locale solo a concerto già iniziato; c’è da farsi largo tra il pubblico, numeroso e molto attivo nel mosh pit, dove in tanti stanno pogando, animati dai suoni potenti degli Human Deception che erano già quasi, purtroppo, al termine dell’esibizione.
L’atmosfera è, e sarà sempre per tutta la serata, caratterizzata da luci basse, molto basse in realtà; saranno istinti allo scoperto, saranno suoni prepotenti, persone che pogano, che si spogliano, che fanno crowd surfing e che atterrano letteralmente sul palco durante le varie esibizioni, per poi rituffarsi tra il pubblico, come in una piscina fatta di onde di mani in movimento.

Human Deception

Seguono i To The Grave, irriverenti e in perenne movimento sul palco, il frontman Dane Evans si presenta mascherato, incita il pubblico a pogare e si lancia in mezzo; gli AngelMaker invece presentano alcuni dei loro lavori nati durante l’isolamento della pandemia, viscerali e maturi.

AngelMaker

I cambi di set tra un gruppo e l’altro sono sempre veloci. Si prepara il palco per gli Enterprise Earth: grande boato all’ingresso di Travis Worland, il nuovo vocalist che ha preso il posto di Dan Watson, che degli Enterprise Earth è stato anche membro fondatore. Le capacità vocali di Travis, però, non fanno rimpiangere il precedente vocalist; fa subito centro con la sua potenza devastante, alzando di molto l’asticella della serata, interagendo col pubblico, aizzandolo, chiedendo urla.
Rannicchiata al mio posto nello stretto pit (rannicchiata, sì, per tutto il tempo) sento la transenna dietro la mia schiena sobbalzare, le casse mi fanno vibrare il pavimento sotto i piedi. In molti fanno crowd surfing e Travis, divertito, aiuta un fan a rialzarsi dopo essere atterrato sul palco.

Entreprise Earth

Il loro live è un pugno dritto in faccia, immensi, esplosivi, una carica che non si esaurisce, ma si alimenta nel tempo.”Psalm of Agony”, il primo materiale che vede Travis Worland alla voce dopo l’addio di Dan Watson, è veramente un gran pezzo grazie anche a un grandioso lavoro di chitarra. Le parti in scream molto buone. Viene presentato il nuovo lavoro “Death Magick”, il primo dei due singoli in uscita questo mese, brano death metal di circa sette minuti: pesante, selvaggio, primordiale. Insomma, davvero incommensurabili, non a caso vengono definiti da molti come la miglior formazione death-core, insieme agli Shadow Of Intent che vengono subito dopo di loro, headliner della serata.

Enterprise Earth

Non ce n’è più per nessuno: attesissimi, richiestissimi, urlati ed acclamati fanno il loro ingresso praticamente al buio. Sono dei mostri sacri, il pubblico è arrivato da ogni dove per loro, il locale è al pieno della capienza. Sebbene l’intera band sia composta da artisti di alto calibro, con un suono tra il death-core sinfonico ed il death metal tecnico, è il frontman Ben Duerr, classe 1994, la loro vera arma segreta: la sua capacità vocale spazia da alti devastanti a bassi mostruosi, demoniaci. Passerà da una tonalità all’altra con la stessa facilità con cui si beve un bicchiere di acqua fresca in estate. Un conto è sentirlo negli album, un conto dal vivo: lascia tutti spiazzati, i fan sono ormai in delirio ,il locale è caldo, umido di sudore; la band non fa nemmeno più caso a chi viene trasportato sul palco dalla marea di mani alzate e poi si rituffa tra la folla.

Shadow of Intent

Ben si avvicina spesso al mio obiettivo, talmente vicino che potrei sfiorarlo se solo allungassi la punta di un dito, e posso così beneficiare di tutta la potenza delle sue corde vocali; si bagna spesso i capelli che fa roteare vorticosamente, annaffiando il pubblico ed anche le mie lenti. Ammetto che le gocce d’acqua hanno regalato ad un paio di scatti qualche effetto speciale (grazie, Ben Duerr!)
Mi ritrovo spesso tra due fuochi: alle mie spalle,i fan che saltano e spingono la transenna, e davanti questo poderoso vocalist che non lesina mai, proprio mai, di spremere al massimo le sue doti vocali quasi disumane.

Shadow of Intent

Ho molto apprezzato i brani presentati, specialmente “Of Fury” tratto dall’album “Elegy” del 2022,un disco maturo  e dolorosamente vicino alla realtà, nonostante i suoi temi strazianti. “Of Fury” è abbastanza orchestrale, un bel diversivo da ciò che ti aspetteresti da questa band, sicuramente abbastanza stimolante da attirare praticamente un po’ tutti. Anche “Melancholy”, tratto dall’omonimo album del 2019 che tratta temi molto pesanti come la vita e la morte, il suicidio e la depressione. Il titolo di questo brano la dice tutta.

Shadow of Intent

Verso la fine dell’esibizione Ben ringrazia tutti i presenti per esserci stati e per aver caricato la band col loro supporto e, madido di sudore, passa a raccogliere sorrisi, regala le setlist cartacee del concerto, stringe mani(qualcuno tra il pubblico assicura che non se le laverà mai più).Dopo l’ultima canzone, posano gli strumenti e semplicemente escono nel backstage, silenziosi come fantasmi, mentre le persone reclamano one more song; in effetti non è chiaro se si tratta del noto trucco di uscire per poi regalare un bis, ma ormai è tardi e loro non ce lo concederanno ,lasciandoci negli occhi la loro uscita silenziosa e nelle orecchie la voce tonante di Ben Duerr che, nel mio caso(ma non penso di essere l’unica)mi accompagnerà rimbombando nella testa per tutto il tragitto verso casa.

Articolo e foto di Simona Isonni

Set list Enterprise Earth Milano 19 gennaio 2023
1.Psalm of Agony
2.Scars of the Past
3.Reanimate//Disintegrate
4.Death Magick
5.The World Without Us
6.They Have No Honor
7.You Couldn’t Save Me

Set list Shadow Of Intent Milano 19 gennaio 2023
1.Farewell
2.Saurian
3.Barren
4.Heretic
5.Of Fury
6.Prelude
7.Prophet
8.Fire
9.Blood
10.Reconquest
11.Melancholy
12.Malediction







 



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