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Eugenio Bennato live Torbole

Concerto che merita di essere visto, ascoltato e vissuto con anima e corpo

Come ci sia finito un uomo e un musicista del Sud nel Nord del Nord del Lago di Garda, è davvero un bel mistero. Che però facilmente si può spiegare con la sensibilità di un’amministrazione, quella del comune di Nago-Torbole, sul Lago di Garda Trentino, che ha organizzato anche quest’anno una tre giorni gratuita di musica. Nel recente passato, sempre a Torbole, venne James Senese, e ora è arrivato Eugenio Bennato che, il 29 agosto, ha tenuto un concerto al Parco Pavese. Si può dire, dunque, che ci sia una certa sensibilità e conoscenza musicale nell’amministrazione di questo Comune, dato che, per due volte, oltre ad artisti più pop, appaiano musicisti del miglior Sud, del calibro appunto di Senese (alcuni anni fa) e, ora, di Bennato.

La serata non promette nulla di buono per il meteo, e chi scrive ha letteralmente tormentato chi organizzava, con messaggi via telefono, per sapere se il concerto si sarebbe fatto. La strada, sulla carta, non è poi così tanta, ma la benzina è alle stelle, e giungere nell’enclave tedesca del Lago di Garda, implica comunque un bel viaggetto e i costi non sono proprio poco insignificanti. Il tempo atmosferico, però, è stato clemente sulla punta del Lago di Garda, e il concerto è stato confermato. All’arrivo nello splendido parco, davanti a un edificio che ricorda, vagamente, immobili classici. Qui, davanti all’ingresso, c’era già Bennato schierato con la band, che stava provando. Si è capito subito che una leggera pioggia c’era stata, l’impianto dunque ha subito alcuni danni. Serve rifare i suoni, tarare gli strumenti e proteggerli, soprattutto quelli a corda, dall’acqua e umidità.

In leggero ritardo, poi, lo spettacolo comincia. Si parte con un’introduzione di canti tradizionali del Mediterraneo, musica, suoni e mood che accompagneranno tutta la serata. Mi chiedo, qui nel cuore del Garda Trentino, con molti tedeschi seduti fra il pubblico, che cosa ci stia a fare questa musica lì. Eppure…

Eppure se sei un gigante alla fine sei capace di far smuovere anche la classica montagna, e questa viene da te. Il miracolo non tarda infatti a verificarsi. Presto, e cioè già al terzo brano, un gruppo si mette davanti a tutte le persone sedute, e comincia a ballare.

È l’inizio di una vera festa. Io, da bravo lombardo sovrappeso, mi vergogno, e all’invito di alzarmi e danzare, resto seduto. Molte persone delle prime file accettano, però, l’invito di una ragazza mora, che balla pizzica e taranta come un’indemoniata vera. La ragazza strapperà un applauso anche da Bennato, che è attento a quello che succede sotto al palco, nonostante i fari – confesserà a fine concerto – non mi facevano vedere molto.

Una serata fresca, frutto di 24 ore di pioggia battente, si riscalda subito, e torna l’estate, grazie però alla musica. La band è un portento. Ezio Lambiase alla chitarra è il complice perfetto di Bennato. Con le sue trame sostiene e prolunga i suoni che il musicista napoletano lancia con le sue due chitarre acustiche, e con il mandolino. La batterista Francesca Del Duca è energia pura, non solo nel battere le pelli, ma anche nel canto. Il suo tamburello tarantolato fa impazzire il pubblico.

La seconda voce, che accompagna anche con il ballo, è l’altro perno di questo spettacolo. Si tratta di Sonia Totaro, che canta modulando varie tonalità, e duetta con Del Duca su molti pezzi tradizionali, soprattutto su una ballata calabrese splendida, omaggio a una terra che ci ha visto protagonisti a Caulonia (RC) in un concerto, poche sere fa, spiega Bennato. La band vede poi Stefano Simonetta al basso, e lo splendido Mohamed El Aloui alla voce e archi. Splendido perché voce potente, e che trasforma il canto in una chiamata: sembra infatti l’eco di una preghiera che arriva da lontano.

Il Sud, che Bennato canta e non dimentica di elogiare nelle sue storie, fa breccia nel freddo e austero, quasi austriaco, Nord. Non si può restar fermi, anche se seduti: alla fine si battono le mani, si muovono i piedi, e si è comunque coinvolti. Magia, davvero. Senza troppe parole, minimale come spesso sono i suoi testi, Bennato ricorda alcune storie, quella di “Torre Melissa”, dove un intero paese si è buttato in mare, nella notte, per soccorrere i naufraghi; “Nico Naco”, la storia di un bandito, imprendibile, tradito e, una volta ucciso, fotografato come preda. Il Sud sottomesso, ma anche il Sud che danza, e il Sud che, per anni, ha subito una storia – quella del Brigantaggio – che, grazie a molti studi contemporanei, viene finalmente rivisto, riletto, e che trova un posto d’onore nella storia che fa parlare anche i vinti, e non solo i vincitori.

L’Italia di Bennato, come ricorda in un breve intervento, non è che sia sbagliata, ma di certo l’Unità si sarebbe potuta mettere in piedi in modo più equo. Come dargli torto, alla luce di letture come quelle – leggere – di Pino Abete, o più attente e scientifiche come quelle di Gramsci, Salvemini, Pescosolido, e altri ancora. Un bel condensato di questo pensiero, è nel gruppo di canzoni che si apre con “Sponda Sud”, per proseguire con “Bella la nuova Italia”, e “Si va”, dove la tragedia dei migranti è ribaltata. Qui si racconta dei nostri nonni che partivano, spinti dal sogno e dalla fame – come tutti quelli che partono – per l’America. Tornano in mente le immagini, drammatiche, di “Nuovomondo”, pellicola di Crialese, film da vedere.

Il finale, invece, è pura energia della musica del Sud. Bàla la fata, bàla la stria parafrasando Davide Van De Sfroos, e così la danza ha ormai contagiato tutti e tutte, dai bambini alle bambine, dalle giovani e dai giovani che si sono fatti catturare dal ritmo, fino ad alcuni teutonici che, rigidi come il marmo, si piegano al caldo suono della “Taranta Power”, proposta nel finale, in un’esecuzione ricca di percussioni e voci, dai suoni dei dialetti meridionali ai canti arabi, intonati da El Aloui.

Una grande festa, davvero, che prosegue con “L’acqua e la rosa”, testo intenso, ed esecuzione che ha regalato molte emozioni. Il brano parte come canzone classica, per trasformarsi in taranta, poi esondare in danza, preghiera cantata e nel finale, grazie alla chitarra di Lambiase, toccare anche sonorità blues. Una chiusa ricca, senza essere barocca e tracotante. Un vero finale di serata, eseguito come si comanda.

La ripresa, e il saluto finale, sono con il grande classico di Modugno, cantore del Sud, e di grandi classici, lo ricorda così Bennato. “Malaranza” è la musica che mancava. Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? / Pigghia nu bastoni e tira fora li denti! fa muovere anche i più rigidi. Anche io non posso che alzarmi, agitare un poco la mia massa, e farmi prendere dal ritmo. Da Modugno si passa alla “Tarantella siciliana” dove, liberi tutti, si balla anche sul palco.

Alla fine, insomma, il Sud conquista e vince sul rigido Nord, e saranno solo applausi, tutti in piedi, per la band e per Eugenio Bennato. Il saluto finale è con un mix di pezzi già eseguiti, ma poco importa. La voglia di ballare non è finita, e c’è da credere che se lo spettacolo fosse andato avanti ancora, nessuno da quel posto si sarebbe mosso.

Se c’è un concerto che quest’anno merita di essere visto, ascoltato e vissuto con anima e corpo, direi che è questo di Eugenio Bennato che, su quella sedia, non solo ricorda, nelle pose, De André e Testa, ma li fa rivivere nella sua ricerca, nella sua musica, e nelle sue parole. Meglio ancora, direi che ne porta avanti la tradizione, facendo la sua differenza. Splendido, non ci sono altri termini.

Nel dopo concerto Bennato, con grande gentilezza, si concede un poco ai suoi fan. Sembra non essere stanco, perché la bellezza non solo fa bene a chi l’ascolta, ma anche a chi la produce. Non perdetevi le altre date.

Articolo di Luca Cremonesi, foto di Roberto Fontana

Set list Eugenio Bennato 29 agosto 2023 Torbole (TN)

  1. Introduzione
  2. W chi non conta
  3. Grande minoranza
  4. Sponda Sud
  5. Ritmo di contrabbando
  6. Torre Melissa
  7. Balla la nuova Italia
  8. Questione Meridionale
  9. Nico Naco
  10. Si va
  11. Canzone popolare calabrese
  12. Lucia e la Luna
  13. Mon père et ma mere
  14. Ninna nanna 2002
  15. Che Mediterraneo sia
  16. Taranta Power
  17. L’acqua e la rosa
  18. Malaranza – Tarantella Siciliana
  19. Bis – ripresa di vari pezzi
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