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Federico Sirianni live Castiglione Delle Stiviere

Uno spettacolo che non lascia indifferenti per testi, suoni, musica e capacità narrativa

Ci sono album che vanno ascoltati dal vivo. “Maqroll”del cantautore genovese Federico Sirianni è uno di questi. L’occasione c’è stata in un contesto molto particolare, e cioè il Festival Una storia di Umanità in corso di svolgimento nel Museo Internazionale della Croce Rossa di Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantova, vicino al lago di Garda. Prima di lui, a conferma della qualità della manifestazione, il cartellone ha portato Eugenio Finardi, (la nostra intervista). In questo museo, dal 1959, si testimonia il lavoro di chi crede che il soccorso vada dato a tutte le persone, senza alcuna distinzione. Un sogno e un’utopia che, di fatto, sono anche alla base, come elementi portanti, del lavoro che Sirianni sta eseguendo dal vivo da circa un anno, da quando cioè il disco è uscito nei negozi. Pochi giorni fa la notizia che il suo album, fra i favoriti del Premio Tenco, non ha ottenuto la vittoria finale, ma è comunque fra i sei lavori migliori che sono stati prodotti in Italia nel circuito della musica d’autore. Meritava il Premio però, ricordiamolo.

“Maqroll” è un concept album e, di conseguenza, un concept concerto, costruito a partire dai libri di Alvaro Mutis, scrittore colombiano che ha creato il personaggio di Maqroll, gabbiere, e cioè la persona che sta in alto sulle navi e ha il compito di osservare quello che arriva ricorda Sirianni in apertura. Il gabbiere riesce a vedere le cose prima degli altri. Maqroll è un gabbiere e le sue avventure sono narrate da Mutis. Maqroll è l’ispiratore dichiarato di questo viaggio che abbiamo intrapreso insieme e che ha come rumore di fondo il mare e come tema, come filo rosso, a livello di pensiero, l’incollocabilità. Quella sensazione che succede a noi che facciamo questo mestiere di musicisti. Noi giriamo tanto… Ma anche, ad esempio, a chi fa il commesso viaggiatore … Quella sensazione di appartenere a tanti luoghi contemporaneamente ma al tempo stesso non appartenere completamente a nessuno di essi.

Metafora, dunque, dell’artista che si ritrova anche nel brano – fra i vertici di questo concept – “Una sorta di naufragio” dove Sirianni, in buona compagnia di viaggiatori che non hanno temuto il naufragio come Guccini, De Gregori e De André, declina quello che il filosofo Cacciari disse a proposito della filosofia del Rinascimento: Un bel viaggio che è naufragato. Tuttavia, non serve temere di naufragare perché ciò che conta è aver ben navigato.

L’album “Maqroll” – ben lontano dal naufragio, sia chiaro, al di là del Tenco – è un lavoro che consente a Sirianni di proseguire il proprio viaggio poetico, ormai noto e riconosciuto dalla critica, e a noi che ascoltiamo di scoprire libri, ascoltare buona musica e ottime parole. Il Maqroll di Sirianni, che sia ascoltato live o sul cd, è un buon compagno di viaggio dal quale, lo dice anche il Principe, non si dovrebbe lasciare mai.

Non solo un anti eroe del quale abbiamo bisogno in un’epoca segnata dalla eccessiva diffusione del fattore X e del gene dell’egoismo, ma un personaggio che traccia rotte verso gli altri, che sogna e che scrive lettere da nessun dove e che guarda all’acqua come fonte di vita e di storie. E se il personaggio – e va detto un grande grazie a Sirianni che, nel disco omonimo, prende spunto e scrive però di suo pugno ogni singola parola di questo viaggio – è ciò che può servire, oggi, per comprendere questa epoca complessa, allo stesso tempo gli arrangiamenti dell’album e del concerto sono una boccata d’ossigeno. In questi tempi di omologazione sonora, di tormentoni e singoli da consumo, questa musica rincuora e consente, parafrasando Ferretti, che nessuno si rincucci dove può.

Lo spettacolo, a ben vedere, e non è detto in tono negativo, è minimale. Tre postazioni. Tre musicisti. Pochi strumenti. Non solo chitarra, che ovviamente non può mancare, ma anche basso, viola e, soprattutto, basi, campionamenti e suoni elettronici. Una lezione che oggi sta dettando il nuovo ritmo della canzone d’autore italiana ed è questo, almeno per chi scrive, elemento di ulteriore rammarico per non aver visto riconosciuto il Premio Tenco a questo album, a queste sonorità e al suo ideatore e cantore. L’elettronica, se sapientemente usata e dosata, da Battiato a salire fino ai giorni nostri, ha sempre dimostrato di essere al servizio della parola che conta. Non è mai stata, come genere musicale, oggetto di un’estetica volgare dove la parola non è significante. In questo progetto l’elettronica è necessaria perché il viaggio di Maqroll è reale nel presente di oggi tanto quanto proiettato verso il futuro, alla ricerca di nuove esperienze. Come, d’altronde, la musica elettronica di ricerca e sperimentazione.

La bellezza assoluta, ad esempio, di “Una sorta di naufragio”e, soprattutto, di “Lettere da nessun dove”, promossa, nella versione live, a secondo brano della scaletta, è lì a testimoniarlo. Sirianni costruisce un testo di rara bellezza (che deve stare accanto a canzoni come “Puoi uccidermi” di Bubola, “Irata” dei CSI, “Rosso colore” di Bertoli, “Il pescatore” di De André, “Canzone per te” di Endrigo, “La cura” di Battiato e l’elenco sarebbe lungo, fortunatamente) che è sostenuto da una base ritmica che ne valorizza l’intensità delle parole. Recuperatela, sia da cd che live. Non ve ne pentirete.

Il racconto della vicenda di Maqroll a Castiglione è quasi filologica. Sirianni cambia un poco la disposizione delle canzoni in scaletta per andare incontro alle esigenze ritmiche e alla linea sonora dello spettacolo live. Nell’album invece l’ordine è più narrativo, come è giusto che sia. Alcune canzoni hanno maggior potenza dal vivo, come nel caso di “La ballata dell’acqua”. Non che non funzionasse nell’album, anzi. Ma qui, nella versione live, diventa poesia che mostra come dal mare nascano sogni, speranze. La canzone, se letta fra le trame e gli anfratti, ricorda anche che le attraversate del mare, forzando un poco la mano, sono viaggi che nascono per ricreare la vita, non per condannarla. Allo stesso tempo il mare è la vastità del sogno e della nostalgia per quei desideri che si infrangono sugli scogli della realtà. Sirianni cattura tutto questo immaginario con passaggi poetici dove la voce diventa recitato di preghiere e di porzioni dei sogni di Maqroll.

C’è un senso di ubiquità, di sentirsi in tanti luoghi diversi ma al tempo stesso non essere da nessuna parte. Maqroll il gabbiere si muove incessantemente per la sola ragione del viaggio, come direbbe il nostro illustre concittadino Fabrizio De André. Maqroll si muove incessantemente con la sua giacca incrostata di salsedine e una bisaccia in cui si porta dietro poche cose. Un cambio e qualche libro di storia; si muove incessantemente da un porto all’altro, da una locanda all’altra, da un estuario all’altro. Ma soprattutto da un naufragio all’altro. Un concerto che è una vera gemma e che merita di essere visto e ascoltato in questa estate calda dove acqua, naufraghi e naufragi, sono l’ordine del giorno del nostro discutere quotidiano. Uno spettacolo che non lascia indifferenti per testi, suoni, musica e capacità narrativa. Bello. Anzi bellissimo. Davvero.

Articolo di Luca Cremonesi, foto di Roberto Fontana

Set list Federico Sirianni live Castiglione Delle Stiviere

  1. Maqroll, gabbiere
  2. Lettere da nessun dove
  3. Una sorta di naufragio
  4. Pane e passione
  5. Il mio amore sospeso
  6. Per arrivare a te
  7. La ballata dell’acqua
  8. La stiva dell’Alciòn
  9. Ecco qui
  10. Maqroll, alla fine

Line up: Federico Sirianni voce e chitarra / Raffaele Rebaudengo viola e tastiere / Filippo Quaglia basso e programmazione elettronica

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