Dicembre: come da tradizione, mese di festeggiamenti. Ovviamente, i miei, di festeggiamenti, sono differenti, e molto: perché mai rischiare di abbioccarmi su qualche divano quando posso, invece, partecipare a un evento al fulmicotone come quello del 9 dicembre allo Slaughter Club di Paderno Dugnano, in provincia di Milano? Nientemeno che un release party, e decisamente non uno qualunque: parliamo del “The Beginning Release Party” della symphonic death metal Genus Ordinis Dei, una delle più toste e a sangue caldo in circolazione. Sono particolarmente su di giri, sono sicura che sarà una serata da ricordare; in più avrò a disposizione un photo pit, un lusso da festeggiare anche questo.
Entrando nel locale, passo oltre il già nutrito numero di presenti, che in coda in area merch attendono il proprio turno per il meet and greet con gli headliner. Anche lo stand è degno di una festa, con materiale disponibile solo durante questo evento, che non verrà neanche più riproposto: delle vere chicche per i fan, come il primo vinile autografato dalla band, e l’aria che si respira è quella dei grandi avvenimenti, un’ aria densa di aspettative, di attesa impaziente di amici, fan vecchi e nuovi. La sala concerti dello Slaughter Club è in fermento e persino io avverto quella sorta di elettricità, non saprei come altro descriverla, che ti rende viva e vibrante, e tutto questo senza nemmeno aver sentito ancora una nota. Con questa nuova vitalità in circolo, inizio a prendere le misure del palco, essenziale e pratico, con una batteria che verrà condivisa dai tre opener, mentre quella dei Genus Ordinis Dei attende, come un drago addormentato, coperta da un drappo.
Arriva finalmente il momento di iniziare i festeggiamenti: mezza persa nei meandri dello spazioso pit, osservo l’ingresso dei primi artisti della serata, i Loudblood, una giovane e focosa formazione alternative metal dell’hinterland milanese di cui mi sento parlare da alcuni fan poco prima del loro arrivo: sentirai che voce! E che riff! Hanno tutta l’intenzione di volerci scuotere le cervicali questi ragazzi, energia da vendere e tanta, tanta voglia di farsi conoscere, di scrivere musica nuova e fare più live possibili: questi gli assi nella manica della band capitanata dall’ energica Valentina Visintin, esperta e a perfetto agio sul palco nonostante lei stessa ci abbia confidato di non essere in piena forma e quindi con problemi non indifferenti alla voce.
Era importante per loro esserci nonostante questo, e vi dirò che Valentina riesce, assecondata prontamente dai suoi musicisti, a eseguire comunque la scaletta, tra cui il primo singolo “Out Of Control” in uscita il 15 dicembre 2023, un brano intenso che tratta un tema attuale, importante e delicato come i danni irrecuperabili e la distruzione che il genere umano sta arrecando contro il pianeta e i suoi abitanti, sottolineato da suoni potenti, profondi di basso e chitarra insieme a una batteria che sembra poter continuare all’infinito (inevitabile la scapocciata a bordo transenna!) insieme a un video che ci ingolosisce, anticipo del disco in fase di registrazione, frutto di un lungo anno di lavoro, un nuovo capitolo nella storia dei Loudblood. Nel disco la voce l’avrò, ve lo prometto! Ci rassicura questa bionda frontwoman che gestisce, nonostante le difficoltà, la sua voce mezzo soprano alternandola con un growl di tutto rispetto: non a caso il loro motto è We’ll never give up!
E davvero non si arrendono davanti a nulla, non pensate che basti un problema tecnico a fermarli: riescono a fare quello che si erano prefissati di fare, e lo faranno con una maturità da performer esperti, divertendosi e facendo divertire. Anche se questo dovesse lasciare la vocalist quasi afona. Raccolgono calorosi applausi di affetto e ammirazione, sono sicuramente da vedere live per apprezzare a pieno le doti vocali di Valentina e quelle di questa band che ha le carte in regola per crescere e produrre qualcosa di veramente bello. Mentre il palco viene preparato per la band successiva, il mio sguardo coglie una emozionatissima Valentina stretta in un abbraccio, e l’avrei fatto anch’io, per dirle di continuare a crederci, e di non arrendersi mai.
Rapido cambio di palco, e nuovo colpo di accelleratore: la seconda band di questa serata di fuoco sono gli Ordalia, formazione metalcore della provincia brianzola attiva dal 2019 e che vanta numerosi stream sulle principali piattaforme, nonché una forte esperienza live, condividendo palchi con alcuni grandi nomi come i Lacuna Coil, e scusate se è poco. Ordalia, antica parola indicante una pratica giuridica dei tempi passati, secondo la quale un accusato poteva essere giudicato colpevole oppure innocente sottoponendolo a una prova, spesso pericolosa e dolorosa: l’ esito di tale prova avrebbe determinato l’innocenza oppure la colpa dell’ imputato. Un termine che nella moderna lingua inglese viene usata tutt’ora, in senso figurato, per descrivere una prova difficile da superare.
Non è un caso, quindi, che tematiche come il dolore, le battaglie specialmente degli stati emozionali dell’ essere umano, tormentato dai propri stessi sentimenti e sensazioni, siano alla base dei lavori di questi artisti. Così come non è un caso che anche il loro primo, e al momento unico ep rilasciato il 7 gennaio 2022, si intitoli ” A Circle Of Pain” : Un cerchio di dolore. Un dolore esistenziale che si ripresenta in un eterno ritorno, urlato con disperazione dal frontman Enrico Bozzolan, che insieme alla sua band ci porta in un viaggio dai forti richiami metal.
Una band capace di stupire con suoni sempre nuovi e ricercati, istintivi, sanguigni, tanto che circoscriverli in un genere solo sembra a volte un po’ limitato: gli stili e le influenze sono molteplici, da atmosfere melodiche quasi surreali si viene catapultati senza mezzi termini nel regno del growl e dello scream, a rappresentazione di quello che gli Ordalia ci vogliono raccontare. Un mosaico sonoro davvero intrigante.
Ci presentano una scaletta che ha un’ anima, e che se ascoltata con criterio, ci porta nel pieno di un campo di battaglia come in qualche mitologica leggenda, attraverso la riproposizione studiata di quegli ambienti della mente e dell’ anima che sono la base della musica metal; un esempio è il brano “The Shield”, pregno di atmosfere evocative, grande guitar work e stilettate ad alta gradazione metallica.
Affascinante è anche il nuovo singolo fresco di pubblicazione, ” Necropolis ” uscito il 24 novembre 2023: voci tipicamente urlate, emotivamente profonda, pesanti riff di chitarre, batteria e basso intensi che incoraggiano il pogo: visto dall’ alto della balconata, questa volta, lascio che sia il pubblico a suonarsele un po’. Gli Ordalia sono sicuramente una piacevole e promettente scoperta nel panorama italiano.
Altro giro, altra corsa, fuoco alle polveri per l’ingresso della terza band in lista, i piacentini Huranova che vengono accolti da fan numerosi e rumorosi, carichi a mille per questa alternative metal band che parte subito in quinta. Avete voglia di tirar giù i muri del locale? Avete un surplus di energia da sfogare? Eccovi serviti, gli Huranova sono qui per farvi scrocchiare ben bene le ossa.
Fin dalla loro formazione, nel 2017, questo quartetto che vede Lottie Baroni alla guida della sua ciurma è in continua evoluzione, lavorando su nuove sonorità e mescolando con professionalità ed esperienza melodie orecchiabili e passaggi metal di notevole complessità tecnica. Basta vedere il numero di stream e di visualizzazioni sulle piattaforme digitali per rendersi conto che ci troviamo davanti a delle bombe a orologeria che, quando esplodono, fanno tabula rasa di quanto e di chi sia nei paraggi: i fan ne vanno pazzi, letteralmente.
La set list di stasera è un vero inno alla passione che questi artisti mettono nel loro lavoro, quaranta minuti di fuoco e fiamme di una realtà più unica che rara, nel loro territorio. Il loro album di debutto, ” Allowed To Demand Aloud”, esce a fine 2019 e subisce uno stop forzato, insieme alle esibizioni live, a causa del covid, ma ora gli Huranova sono lanciati come un treno in corsa: pugno di ferro in guanto di velluto, cattiveria quanto basta, un ‘orecchiabilità che aggancia facilmente anche chi non segue il genere e li approccia per la prima volta.
Lottie osserva i fan dalla sua pedana, esibendosi in evoluzioni vocali eccellenti alternando facilmente ritornelli clean a scream e growl che mettono sotto torchio i timpani delle prime file. Una Lena Scissorhands italiana in scalpitante forma, che sprona la sala a saltare con la band e riuscendo a convincere praticamente tutti a inginocchiarsi per poi esplodere in un salto: ho visto il pavimento del palco tremare sotto la loro energia e le ritmiche serrate, trapananti di brani come “Shape”, del 2021, dove troviamo ancora contenuti riguardanti l’assuefazione e la rassegnazione davanti a sofferenze fisiche e psicologiche.
Ora che il pubblico è caldo e carico come si deve, dopo i saluti degli Huranova è tempo di preparare il palco per gli headliner, i Genus Ordinis Dei, orgoglio italiano nel panorama symphonic death metal, nati nel 2011 a Crema e composti da insegnanti di musica professionisti, diplomati nelle più rinomate accademie musicali italiane. Stasera sono qua per presentarci il loro ultimo capolavoro, l’ album “The Beginning” uscito il giorno prima, 8 dicembre 2023 via Eclipse Records, il quarto dei loro album in studio.
Album nato come spettacolare prequel di “Glare Of Deliverance”, rilasciato nel 2020, e concepito quindi in periodo di pandemia: la band sfrutta questo periodo di angoscia e negatività a livello mondiale e ne fa un falò primordiale per donarci luce di speranza oltre il buio della notte, un album atteso da tre lunghi anni.
Il palco viene preparato minuziosamente, a lungo, controllato più volte poiché tutto deve essere semplicemente perfetto per quello che si preannuncia essere il live capolavoro di questi Artisti, e mi sento di scriverlo in maiuscolo per la loro abilità ed esperienza musicale, tecnica, originalità, presenza scenica e interpretazione dei brani. Complimenti anche al gran lavoro dei fonici e del personale, che hanno curato il minimo dettaglio, dalla scenografia alla sistemazione delle macchine del fumo e del fuoco, alla cura dei suoni.
Il pubblico alle mie spalle inizia a rumoreggiare un po’, si spinge già, e mentre ringrazio il cielo di essere dietro la transenna e non spalmata sopra come al solito; ecco il segnale d’ inizio: ed è subito spettacolo, arte, sono subito sentimenti allo scoperto. I Genus Ordinis Dei salgono sul palco uno per volta in un’esplosione di applausi, grida, un ‘esplosione che ha atteso tre anni per essere liberata e che ora accoglie la band nella sua potenza.
Il frontman entra per ultimo, mandando in estasi la sala intera: ci guarda, e quel suo sguardo fiero ribadisce tutto senza aver bisogno di pronunciare parola. Questa è la loro sera, il loro palco, è loro il cuore del pubblico, e la loro arte scritta in musica, invece, è per tutti noi. La scaletta è assolutamente inedita, e presenta i nuovi lavori insieme a brani degli album precedenti, ma che non sono mai stati suonati dal vivo. “The Beginning ” è un concept album, dove ogni brano è un episodio con atmosfere e storie da ascoltare, vivere e vedere, live, grazie agli spettacolari effetti di luci, fumo e fuochi che richiamano albe di sangue tra cannibali ed entità maligne, nebbie e paesaggi crudi e severi.
I Genus Ordinis Dei sono maestri nel portarci a vivere gli albori dell’umanità, crudi e sanguinolenti, in un ‘esperienza completa, talmente finemente realizzata da essere preziosa. Se c’è una parola che definisce a pennello questa musica, “epica” è quella che maggiormente racchiude la grandiosità dei Genus Ordinis Dei. Bisogna anche dire, però, che questo è anche un album oscuro, potente, macabro in certi passaggi, perché sotto i loro tratti sinfonici, i Genus Ordinis Dei sono essenzialmente una band death metal, e se cercate dei riff graffianti che vi massacrino forte e una voce che vi faccia sanguinare anima e timpani, qui avete pane per i vostri denti, vi offriranno questo e molto di più.
Si inizia con “Aeternus”, che è anche il primo brano dell’ album, e subito si fa appello all’ immaginazione, stuzzicata dall’ accordo di chitarra e dalla batteria leggera di Nico Pedrali, quasi in sottofondo e che tuttavia richiama grande attenzione su di sé. La band passa facilmente da ritmi tranquilli a impulsi potenti, e i giochi di fiamme fanno esclamare di sorpresa i fan: io, che in quel momento ero al piano superiore, sento il calore arrivare fin lì e scommetto che più di qualcuno si sia domandato se quei fuochi fossero generati dalle macchine o dagli stessi musicisti.
Questo è il potere primordiale che viene sprigionato dal fuoco ed espresso magnificamente in termini di canto: sono le origini dell’ umanità che prendono forma, The beginning, appunto. Credo che siano ben poche le band altrettanto capaci di raccontare storie con tale enfasi, storie di un mondo che non tutti saranno in grado di comprendere, eppure con risvolti attuali come le domande interiori sulla fede e sul significato dell’ uomo. Il growl di Nick è sempre granitico e tribale, così come i pogo e i wall of death che si generano praticamente da soli, una sorta di rituale , una danza notturna alla luce di un falò preistorico di uomini che sono più come bestie selvagge.
Questa band e questo album sono istinti messi a nudo nella loro forma più cruda e violenta, sono liberazione, un grido che squarcia le viscere. Grande l’interazione e la partecipazione dei fan anche durante la presentazione di Valentina e Beatrice, le make up artist che hanno ricreato, nei video legati a questa magnifica opera, ferite e tagli sanguinanti in maniera estremamente realistica, video che sono stati girati in condizioni atmosferiche spesso sfavorevoli e senza possibilità di riprovare, dando al tutto un sapore ancora più vero. Vi consiglio la visione del video della bellissima “Genesis”, dove il vocalist non finge il tremare per il freddo, coperto di fango gelido.
Un concerto epocale quello dei Genus Ordinis Dei, maestosamente sinfonico attraverso intricati ed elaborati lavori di chitarra, una batteria fragorosa, giri di basso che ti porterai nelle vene fino a casa, e una voce lacerante. La sensazione è decisamente quella di carne squarciata, e gli estremi estetici di questo concept album ci parlano di luce e buio, amore e tradimento, cannibalismo e magia, per questo vi dicevo che è una musica senza filtri, diretta, travolgente e bruciante come le fiamme sul palco. Per apprezzarlo al meglio, “The Beginning” va a mio avviso ascoltato dedicandogli il giusto tempo nella sua interezza, in quanto è una narrazione musicale, le sequenze non sono casuali.
Dopo i saluti e la foto di rito, i fan vengono deliziati dal lancio di bacchette e plettri, e sono attesi in area merch per un altro meet and greet. Io non posso fare altro, invece, che augurarmi e augurarvi di rivedere presto i Genus Ordinis Dei live, sanguigni e brutali su qualche palco: nessuno come loro saprà farvi ascoltare il puro Death Metal sinfonico facendolo anche vivere, davanti agli occhi e sulla pelle attraverso le loro note e i loro video, come una narrazione che vi manderà i sensi al settimo cielo, in un modo così personale da non poter distogliere gli occhi dallo schermo, né abbassare il volume dello stereo.
Articolo e foto di Simona Isonni
Set list Genus Ordinis Dei Milano 8 dicembre 2023
- Aeternus
- Torture
- Edict
- Halls Of Human Delight
- Genesis
- You Die In Roma
- The Fall
- Embracing The Earth
- Cadence Of War
- Red Snake
- Ghostwolf
- Changing Star
- Blackstone
- Roots And Idols Of Cement
- Fire / The Fortress Without Gates