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Il Muro del Canto live Pisa

Ricerca sul suono che guarda alla vera tradizione folk di Roma e la rende ancora vivida

Mi avevano detto che sono la versione in romanesco di Davide Van De Sfroos, dei Modena o della Bandabardò. E invece. Colpa mia che ci ho creduto e che mi sono recato al Lumière di Pisa per l’unica data Toscana del Muro del Canto, sabato 25 marzo, senza documentarmi più di tanto, semplicemente ascoltando qualche video da YouTube (che è una cosa che non faccio mai, per me Spotify e compagnia streammante potrebbero chiudere domattina) e aspettandomi un concerto come un altro.

I sei ragazzi che compongono la band sono saliti sul palco quasi puntuali alle 21:45, un breve sound check e una controllatina alle accordature ed hanno subito attaccato con “Madonna delle lame”, e la voce splendida di Daniele Coccia Paifelman mi ha immediatamente colpito: profonda, espressiva, tonda.

La sensazione è che qui ci si trovi a tanto di più di qualche brano danzareccio in due quarti che faccia ballare le ragazze a piedi scalzi, ma che ci sia una ricerca sul suono che guarda alla vera tradizione folk di Roma e la renda ancora vivida, attuale. Arriva “Non si comanda il cuore”, tratta dall’ultimo lavoro “Maestrale” (la nostra recensione), che con la sua fisarmonica e le sue chitarre grintose inizia a scatenare il pubblico pisano. Che balla, canta a squarciagola e conosce tutte le parole, offre da bere alla band, si abbraccia e si diverte. Il potere magico della musica, che trasforma in un rito collettivo un semplice concerto.

Arriva anche una richiesta dal pubblico, anzi un’imposizione alla band, visto che “Bevi compagno bevi” la cantano a tutta canna e obbligano Daniele e compagni a iniziare a suonarla. Daniele si scusa per non potersi scatenare sul palco a causa di un piede rotto, e capiamo perché sta (quasi) sempre seduto su uno sgabello: Ve prometto che la prossima vorta eviterò de venì co ‘na scarpa e ‘na ciavatta giura facendo ridere il Lumière.

Il concerto prosegue serrato e coinvolgente, con canzoni come “7 vizi Capitale” e il rapporto odio-amore che tutti i romani hanno con la loro città, che mi fa venire a mente “Ma che razza de città” di Gianni Nebbiosi e quanto mi piacerebbe che loro la facessero col loro stile.

Stop alle 23:15 a causa dell’imminente inizio della serata disco e delle centinaia di ragazzi in coda nel Vicolo dei Tidi che aspettano di entrare, e setlist “sforbiciata” del bis di tre canzoni. Ma l’ora e mezzo che Il Muro del Canto ha regalato al pubblico di Pisa è più che sufficiente per capire che il loro Folk d’autore merita di essere approfondito e di essere considerato come vera musica popolare di questi anni 20. Se lo meritano.

Articolo e foto di Michele Faliani

Setlist Muro del Canto Pisa 25 marzo 2023

  1. Intro
  2. Madonna delle lame
  3. Non si comanda il cuore
  4. Stoica
  5. La luce della luna
  6. Lasciame sta
  7. Prima de tutto
  8. Controvento
  9. L’anima de li mejo
  10. Bevi compagno bevi (La canzone che ammazza li preti)
  11. Quando scende la notte
  12. L’omo in nero
  13. L’amore mio non more
  14. Cometa
  15. Figli come noi
  16. Reggime er gioco
  17. Peste e corna
  18. La vita è una
  19. Fiore de niente
  20. 7 vizi capitale
  21. Il canto degli affamati
  22. Ciao core
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