La decima edizione del festival mantovano “Disanima Piano”, che si è svolta nella capitale dei Gonzaga dal 3 al 5 settembre, si è chiusa lunedì 5, a Corte Gesuita, con il live di Nada. Uno show in una location davvero speciale: una vecchia coorte agricola, oggi riqualificata in struttura ricettiva, con cespugli di lavanda che, mossi dal vento di una fresca sera settembrina, hanno regalato profumo intenso per tutta la durata dello spettacolo.
Nada non si è fatta attendere e, sul modello degli artisti inglesi, è uscita puntuale sul palco alle 21. Con lei quattro musicisti, Andrea Mucciarelli alla chitarra, Francesco Chimenti al basso, Franco Pratesi alle tastiere e Luca Cherubini Celli alla batteria, che hanno garantito qualità sonora, duttilità, e capacità di seguire la cantante nelle sue evoluzioni. Un ottimo quartetto, che ha sostenuto molto bene Nada, che sembra superare i limiti di spazio e tempo, grazie a una voce che non avrà mai cedimenti, per tutta la durata dello spettacolo, e che ha saputo dare sostanza a parole che, in certi momenti, andavano gridate, con rabbia e dolore.
La scaletta è importante, costruita principalmente sull’ultimo album, pubblicato nel 2022, dal titolo “La paura va via da sé se i pensieri brillano”, uno dei dischi più belli e interessanti usciti lo scorso anno solare. Un lavoro nel quale Nada mette in atto tutta la sua potenza poetica che, in questi ultimi lustri, le ha permesso di evolvere ed entrare a pieno titolo in quella tradizione musicale che ha reso grande il cantautorato, impegnato, del nostro Paese.
Non che Nada non fosse mai stata una mosca bianca, ma è chiaro che ora, con gli ultimi lavori in studio, ha decisamente preso una direzione che la rendono uno dei fari della musica d’autore italiana. Situazione che non spiazza completamente il pubblico mantovano, dato che Disanima Piano ha abituato i propri iscritti, e le persone che seguono da un decennio questa proposta musicale, a esperienze sonore uniche, non tradizionali e particolari. Tuttavia, fra il pubblico c’è chi ricorda la Nada degli albori, soprattutto quella degli anni ’70, quella cioè che cantava nel 1969 “Ma che freddo fa”, canzone che verrà comunque eseguita nel finale. A chiudere lo show poi un altro grande classico, “Amore disperato”, canzone uscita nel 1983, che quest’anno compie 40 anni, come “Vita spericolata” di Vasco Rossi.
Vorrei ricordare a tutti che spesso canto di amori difficili, dolore e sofferenza. Io però sto bene. Ve lo garantisco, ricorda Nada al pubblico. Le parole, quando scrivo, escono come flusso, e così posso dare voce al mio lato oscuro, che c’è dentro di me, e con il quale ormai ho imparato a convivere. In realtà più che di dolore e tristezza, Nada canta ed interpreta la realtà che ci circonda: dai migranti alla povertà, dall’ambiente all’amore, che non fa mai rima con cuore. Privilegio di pochi, al giorno d’oggi, dove la musica sembra davvero destinata o a sperimentare o a celebrare se stessa. La cantante livornese non segue nessuna di queste due strade, quanto meno in modo ortodosso. Le mescola con sapienza, e il concerto risulta intenso, per via dei testi proposti, soprattutto nella prima parte dello spettacolo, e molto gustoso per chi cerca e vuole ascoltare non sempre e solo lo stesso giro di note.
Già dalla quinta canzone, e cioè “Chi non ha”, brano preso dell’ultimo lavoro in studio, la parte musicale regala momenti intensi. In questo brano il tema dell’eccessiva ricchezza diventa il motore di un mantra, alla maniera di Lindo Ferretti, dove alla fine si condanna la capacità di non saper guardare ai più deboli. A tutto questo, si è aggiunto poi l’ottimo basso di Chimenti. Sembrava davvero di rivivere, in quel passaggio, la magia sonora dei C.S.I. di T.R.E. Poco prima, in “Un viaggio leggero”, Nada aveva già dimostrato non solo di non avere età, ma di possedere una voce capace di raggiungere alte tonalità, modularle e gettarle addosso al pubblico in quello che, a tutti gli effetti, sembra un grido liberatorio. Un inizio davvero bello, intenso e ricco.
“Disgregata”, brano del 2019 dallo splendido “È un momento difficile, tesoro”, vede Nada completamente rapita dalla musica, tanto che si mette in ginocchio, e sembra quasi pregare, mentre il suono, ripetitivo, rapisce il pubblico. Stessa cosa con “Oscurità”, dove il ritornello “La paura va via da sé se i pensieri brillano”, è davvero, come spiegato nell’introduzione, l’arrivo di un viaggio di pensiero che mi ha portata a dire questo è il titolo del mio nuovo album.
Senza dubbio è questa la parte del concerto più intensa, con i suoni che richiamano le atmosfere dei Radiohead e dei Sigur Ròs (non in tutti i pezzi, ovviamente), e dove Nada dimostra tutta la potenza di una poetica ben lontana ormai dalla semplice canzonetta. Non che i successi degli anni ’70 abbiano presentato un’artista disimpegnata, e poco attenta alla realtà, ma è chiaro che la Nada degli anni 2000 è di livello decisamente superiore per consapevolezza, capacità di sintesi e lettura della società. Il live si chiude con “Chiedimi quello che vuoi”, brano del 2004, che è un anello di passaggio perfetto per terminare la fase direi riflessiva, propositiva e costruttiva, del concerto.
Nei quattro bis, con i due classici dei quali s’è detto sopra, Nada appare davvero più rilassata, come se la forza, la concentrazione e il coinvolgimento che richiedono quelle parole delle prime canzoni, sgorgate da un io sensibile e attento al mondo, si siano finalmente lasciate andare a briglia sciolta.
Nada ha decisamente saputo conquistare un pubblico con palato fino, quello di un festival, “Disanima Piano” appunto, attento e abituato a proposte musicale impegnate. E lo ha fatto con la parola, mai banale e mai volgare, delle sue canzoni, tesoro ricco per cercatori d’oro e di perle, e con una scelta musicale che non è mai apparsa, nel corso di tutto il concerto, semplice orpello, accompagnamento o sottofondo. I quattro musicisti hanno davvero dialogato con la voce della cantante, e il risultato è stato un concerto che ha regalato anche momenti non scontati, al di là dunque della semplice dimensione della canzone d’autore. Non troppa ricerca musicale, ma neppure semplice accompagnamento di una grande voce del passato. Nada ha ancora molto da dire, sia con quanto fatto fino a oggi, sia con quello che continuerà a proporci.
Recuperate, credetemi, “La paura va via da sé se i pensieri brillano”, “È un momento difficile, tesoro” e quel gioiellino che risponde al titolo di “Materiale domestico”.
Articolo di Luca Cremonesi, foto di Roberto Fontana
Set list Nada 5 settembre 2023 a Mantova
- Nada Yoga
- In mezzo al mare
- Un viaggio leggero
- Banana city
- Chi non ha
- Disgregata
- Guardami negli occhi
- Luna piena
- Correre
- Oscurità
- Chiedimi quello che vuoi
- Senza un perché
- Dove sono i tuoi occhi
- Noi resteremo uniti
- Io ci sono
- Tu non mi chiedi mai di me
- Ma che freddo fa
- Amore disperato