Entrare dentro l’Estragon per la prima volta il 21 settembre per il concerto di Paul Weller dopo la pandemia è stato davvero emozionante: leggere il poster che ricorda che il locale è stato chiuso per 20 mesi, mentre lentamente si riempie è una bella sensazione che in parte allontana il fastidio per il caldo tropicale di questa sera di settembre.
Il pubblico è estremamente eterogeneo con molti che sembrano essere arrivati pronti a rivivere le emozioni di una notte di metà anni ’80, anche se non mancano i mod con tanto di basettone. Chiudo gli occhi e cerco di immaginare l’inizio del concerto. La scaletta di Milano del giorno precedente è già online, ma preferisco non farmi influenzare.
Quando Paul Weller sale sul palco e parte con “Cosmic Fringes” dal suo ultimo disco “Fat Pop Vol.1” (la nostra recensione) l’impressione è che gran parte delle persone non l’abbia mai ascoltata. “My Ever Changing Moods” degli Style Council per contro vede tutti sorridere e ballare senza alcun freno.
L’intero concerto subirà questo tipo mood tra partenze, stop e ripartenze: tra brani che il pubblico conosce e altri che per così dire ha masticato poco. La band per contro sembra perfettamente a suo agio con questo repertorio che copre 40 anni di una carriera sorprendentemente ricca ed eclettica. I sei musicisti che accompagnano Weller sono affiatatissimi e capaci di seguire senza esitazioni i cambi di stile del loro leader che appare in forma perfetta e con una voce che sembra immune dallo scorrere del tempo.
“Shout At The Top”, sempre dal repertorio degli Style Council, è la canzone che forse riceve l’applauso più forte, ma il lungo set regala emozioni forti con “That Pleasure” dal ritmo incalzante, la classica “Stanley Road”, la potente “Peacock Suit” e le 4 canzoni del bis – “On Sunset”, “Broken Stones”, “Wild Wood” e “Rockets” – che da sole valevano il prezzo del biglietto, senza contare il finale di “Town Called Malice”.
E se la nostalgia è sicuramente il sentimento che accomuna una buona parte del pubblico, è bello e rincuorante vedere un’artista come Paul Weller che potrebbe vivere sui meritatissimi allori passati, viversi il presente con così tanta vitalità e convinzione tanto da presentare “Jumble Queen” una nuova canzone inedita in mezzo al concerto. Un presente fatto di canzoni vere, suonate e vissute che non temono confronti con il passato.
Articolo di Jacopo Meille, foto di Michele Faliani
Line up Paul Weller 21 settembre 2023 Bologna
- Cosmic Fringes
- My Ever Changing Moods
- I’m Where I Should Be
- That Pleasure
- Old Father Tyme
- Headstart For Happiness
- Jumble Queen
- Stanley Road
- Glad times
- All The Pictures On The Wall
- Hung Up
- Fat Pop
- Village
- More
- Saturn Pattern
- Shout To TheTop!
- Above The Clouds
- Into Tomorrow
- Start
- Peacock Suit
- On Sunset
- Broken Stories
- Wild Wood
- Rockets
- Town Called Malice