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Phil Campbell and The Bastard Sons live Bergamo

Un concentrato di adrenalina e di ricordi, e una notte da ricordare per sempre

Ci sono giorni in cui, fin dalla mattina quando apri gli occhi, già sai che succederà qualcosa fuori dall’ordinario. Mi sono sentita così giovedì 28 settembre, mentre preparavo l’attrezzatura per la serata ad alto voltaggio (e che voltaggio, ragazzi) e mi mettevo in strada verso l’iconico Druso di Ranica, in provincia di Bergamo. Le porte si aprono alle ore 20: non c’è photo pit e nemmeno transenna, se non una piccola protezione per cavi e casse che sono a bordo palco. Stasera ci si spalma da eroi è il mio primo pensiero: più tardi avrei capito che ci avevo visto giusto…. La grande mela illuminata, simbolo del Druso e appesa sul muro dietro lo stage, stasera è nascosta da un grande drappo che dice a chiunque, nel caso lo si fosse dimenticato, chi è l’headliner di turno. Una bandiera con un grande drago rosso ne ricorda le origini, invece.

Venus Mountains

Dopo circa mezz’ora dal mio ingresso si dà il via alle danze e i primi a partire sono i venusiani, volevo dire, i bresciani Venus Mountains, freschi freschi di un tour in  America tenuto in agosto durante il quale hanno presentato il loro quarto album, “Mons Veneris”,  autoprodotto e uscito il 12 maggio 2023.

Venus Mountains

Band hard rock attiva dal 2009, le loro origini sono simili a quelle di molte altre band con concerti in locali e festival di zona, fino ad arrivare ai grossi concerti in Russia e Giappone, oltre che in giro per l’Europa e America, e condividendo il palco con nomi di tutto rispetto quali Skid Row e Diamond Head.

Venus Mountains

Caratterizzati da un suono potente che prende spunto dai grandi degli anni ’70 /’ 80, vedi Kiss, Whitesnake o Motley Crue (anche se loro non amano le etichette, sia chiaro ), senza tralasciare un simpaticissimo lato giocoso e conviviale, ci presentano una grintosa scaletta di brani tratti dalla loro discografia; al loro ingresso la sala è semibuia, ma la cosa è appositamente voluta per far risaltare il loro particolare e fluorescente trucco venusiano, che davvero li fa apparire come alieni scatenati tra ombre, luci e fumo, ed è un aspetto del live che nessun album, per quanto ottimo, potrà mai regalare: i Venus Mountains vanno visti saltare e vorticare per il palco, col loro trucco e le chitarre scoppiettanti al buio.

Venus Mountains

Chitarre distorte e forti riff, ritmi enfatici, suoni densi e vigorosi di basso e batteria e voce vigorosa del frontman Stefano Pezzotti: solo alcuni degli ingredienti di questi artisti che iniziano la performance con due brani tratti dal nuovo album, “Our Spacecraft”, dal sapore rock’n’roll un po’ scanzonato che rappresenta l’attitudine giocosa di cui parlavo prima, e “Locomotive”, che invece sa di musicalità degli Ac/Dc; “Venus” è una vigorosa cover delle Bananarama dove tutti i presenti partecipano a cantare con entusiasmo, e si conclude lo show con “Down To The Rainbow”, tratto da uno gli album di punta, “Black Snake ” del 2018 così come la scoppiettante ” Rnr Burning”.

Venus Mountains

La sala, vuoi per l’ora che per molti coincide con quella di cena o dall’uscita dal lavoro, non è gremita, ma chi c’è ci tiene ad accalcarsi a bordo palco per festeggiare questi ragazzi, pardon, questi venusiani che si sono incontrati sul loro pianeta prima di sbarcare sulla Terra. Molti sono amici del circondario, qualcuno li ha visti negli anni passati proprio al Druso, qualcuno invece li conosce per la prima volta e ne è entusiasta, ricoprendoli di complimenti e chiedendo scalette, date e strette di mano. Loro suonano e interagiscono con lo stesso entusiasmo e impegno che avrebbero di fronte ad un pubblico di mille persone, regalano scalette, plettri, bacchette e sorrisi: una passione che va ben oltre i gusti musicali. Bravissimi i nostri venusiani.

Fury

Cambio di set rapido per la band successiva, i britannici Fury, band heavy metal originaria delle West Midlands che praticamente quasi nessuno in sala aveva visto prima, e che hanno tutta l’aria di volerci shakerare ben bene per farsi ricordare.

Fury

Questa band è una macchina da guerra altamente professionale e pienamente coinvolgente, e nulla in loro è automatizzato o programmato: la loro vera essenza è l’infinito divertimento che permea il loro spettacolo, impossibile non essere rapiti dai loro sorrisi mentre cantano, suonano e interagiscono tra loro e col pubblico che nel frattempo è aumentato e si avvicina, curioso, al palco. Una vera forza della natura da non sottovalutare fin dalla loro formazione nel 2010, con il loro quarto album “Born To Sin ” del 2022, i Fury hanno raggiunto alte vette pubblicando probabilmente, ad oggi, il loro miglior materiale.

Fury

Il loro suono bilancia perfettamente la melodia e l’aggressività tipicamente metal e incorpora elementi hard rock nonché power e thrash metal: incisivi da morire, riff metal cattivissimi, sezione ritmica da tirar giù i muri e un batterista che sembra sempre sul punto di decollare, il tutto amalgamato con la voce tonante di Julian Jenkins e la melodiosa  Nyah Ifill, e ecco presentato il nostro quintetto. Qualche cuoricino maschile attorno a me batte per Becky Baldwin, esperta bassista e cuore pulsante del gruppo che non solo fissa il ritmo, ma lo porta avanti a modo suo, forte anche dell’esperienza di un periodo di lavoro con i leggendari King Diamond e Mercyful Fate: tira fuori linee di basso da capogiro, si agita, si diverte e aggiunge cori con estrema facilità.

Fury

Dall’altra parte, Nyah assume la voce solista in “Rock Lives In My Soul ” e il suo canto dà un’altra dimensione alla band, un testo impegnativo del 2021 che si focalizza sul sessismo nell’ ambiente musicale, esperienze quotidiane di donne musicista, promoter o manager che siano. Per il resto, il Druso è riempito di vivacità e sorrisi tra il pubblico come sul palco, stasera i Fury sono in fiamme e non c’è niente che non sia dato al 100%.

Fury

Il set si conclude con una martellante “Road Warrior”, che permette al biondo chitarrista solista Tom Atkinson, che è membro fisso da marzo di quest’anno, di scatenarsi ancora e di aizzare i nuovi, entusiasti fan, e con “Casino Soleil”, che vede alcune persone tra il pubblico, un po’ troppo carburate, tentare (e fallire) di imitare le mosse coreografate di Becky, Nyah e Julian sul palco. La loro uscita è trionfale, tra applausi e complimenti, e si prestano affabilmente a selfie e foto di gruppo vicino all’area merch con tutti.

Phil Campbell and The Bastard Sons

Arriva il momento tanto atteso degli headliner nella loro unica data italiana del “Kings Of The Asylum Tour 2023”: Phil Campbell and The Bastard Sons. Ma chi è questo signore, per il quale si prepara il palco con cura meticolosa e il pubblico comincia ad andare in escandescenza? Nato nel Galles (ecco spiegata la presenza della bandiera col drago rosso) nel 1961, inizia da bambino a suonare la chitarra e nel 1979 forma una band chiamata Persian Risk, prima di unirsi ai Motorhead nel 1984, con i quali pubblica qualcosa come 16 album. Dopo la morte del frontman Lemmy nel 2015, seguito dall’ inevitabile scioglimento del gruppo, Campbell si mette a lavorare su un album solista e, allo stesso tempo, forma una nuova band con i tre figli: Todd alla chitarra, Tyla al basso e Dane alla batteria.

Phil Campbell and The Bastard Sons

L’album di debutto di questo astro nascente chiamato Phil Campbell and The Bastard Sons risale al 2018 e si intitola “The Age Of Absurdity”, con materiale stilisticamente più vario pur seguendo una linea rock old school. Il grande drappo che copre il muro dietro le spalle degli artisti rappresenta la copertina del loro nuovo album “Kings Of The Asylum”, uscito il 1 settembre 2023 per Nuclear Blast, il primo con alla voce il nuovo cantante Joel Peters.

Phil Campbell and The Bastard Sons

Uno dei bauli dell’attrezzatura di Phil, portato sul palco dietro la sua postazione, reca ancora la scritta “Motorhead ” e sicuramente l’avrà seguito nei suoi concerti in giro per il globo. La rastrelliera con le chitarre non è esposta alla vista del pubblico: sempre alle spalle dell’artista, un tecnico se ne occuperà per tutta la durata del concerto, accordandole e verificandole al computer una per una, e passandole a Campbell in base al brano.

Phil Campbell and The Bastard Sons

Mentre il pubblico spunta da ogni angolo, vestito in stile Motorhead, immancabile birra in mano, io inizio a inquietarmi notando il mio zaino che sguazza in una pozza di cocktail rovesciati, mentre i fan si avvicinano il più possibile, chi spingendo, chi arrivando spinto da altri: io passerò il tempo a scattare con persone attaccate ai capelli, alla tracolla delle macchine, chi per scherzo mette mano davanti alle lenti per rendere, se possibile, il tutto ancora più complicato. Qualcuno mi dia la forza di finire le foto senza perdere i pezzi per strada: com’è cambiato il mio mantra dall’ultimo speriamo di uscire vivi di qui.

Phil Campbell and The Bastard Sons

Quindi, sulle note di “We’re The Bastards”, title track del loro secondo album, Phil Campbell e la sua variopinta truppa di famiglia salgono sul palco in un boato di applausi. Il set di stasera è ricco di canzoni vecchie e nuove tratte dalla loro discografia, cover, ed è stato bellissimo e intenso vederli tutti insieme sul palco.

Phil Campbell and The Bastard Sons

Campbell padre starà quasi sempre dalla sua parte del palco, salvo qualche rapida passeggiata per ricevere l’omaggio dei fan dall’ altra parte o per avvicinarsi a qualcuno degli scatenatissimi figli: indossa un berretto la cui visiera gli metterà il viso in ombra tutto il tempo, e sembra quasi passato di lì per caso, ma del resto lui ha scritto la storia, non ha bisogno di presentazioni, né di ricordare a nessuno chi è e cosa ha fatto.

Phil Campbell and The Bastard Sons

Non prenderà mai le luci della ribalta con prepotenza, ma anzi, lascerà più spazio alla sua band mentre lui, masticando chewing gum, l’espressione di chi ne ha viste tante e fatte ancora di più,  a tratti socchiude gli occhi sorridendo impercettibilmente, come a dire, tra sé e sé,  Ecco il pubblico che ricordavo!  Assolutamente disinvolto, suonerà le sue parti senza sforzo alcuno,  con una nonchalance unica, la stessa con cui io potrei andare al supermercato a comprare il pane.Ovviamente non mancherà di distribuire dita medie alzate al vento, cosa che i fan si divertono un mondo a ricambiare e che lo fanno sorridere, stavolta più apertamente.

Phil Campbell and The Bastard Sons

Una delle sue chitarre sfoggia una sfacciata tracolla, “Welsh Wanker” : alla fine del concerto saremo tutti un po’ più sordi, ma ne sarà valsa la pena. Al microfono torreggia l’imponente ed enigmatica figura del nuovo vocalist Joel Peters, che con energia infinita gestisce con facilità il repertorio dei Bastard Sons e dei Motorhead; non solo è un cantante di grande talento e presenza, ma è anche un carismatico frontman e tiene in pugno il pubblico, soprattutto quando inizia a cantare “Rock Out”. Nel frattempo, la sezione ritmica Campbell è in perfetta sintonia, prova inconfutabile di anni trascorsi a suonare insieme come compagni di band e fratelli.

Phil Campbell and The Bastard Sons

Brani dei Motorhead come “Born To Raise Hell” (e sull’inferno che c’era in quel momento vi assicuro che potrei scrivere un colorito paragrafo) e l’immancabile “Ace Of Spades” sono una vera chicca, uno zuccherino specialmente per i fan più accaniti. Stasera avremo anche una cover di “Heroes” di David Bowie, che comunque piace, ed è come buttare benzina sul fuoco.


Todd Campbell è sempre scatenatissimo con la sua chitarra, si muove veloce per il palco ad aizzare vigorosamente il pubblico, cosa che fa anche Tyla al suo quattro corde personalizzato, mentre dietro l’imponente batteria rialzata si vedono le braccia di Dane intento a cercare di distruggere i piatti con una forza assurda.

Phil Campbell and The Bastard Sons

Campbell padre li osserva da sotto la visiera del suo berretto, un padre orgoglioso con i suoi discoli che scorrazzando tengono il palco a loro piacimento,  facendo mangiare polvere ad artisti di più vecchia data.
Il pubblico è sempre più incontenibile,  It totally kicks ass!  e perché non seguire il consiglio di Phil,  Put on your dancing shoes and get ready for “Hammer & Dance”! Questo brano è tratto dal recentissimo ultimo album, e la sua forza trainante è la batteria mostruosa di Dane Campbell combinata con il basso martellante di Tyla che ti spacca dritto in faccia, e un ritornello orecchiabile di quelli che si canticchiano per  giorni.

Phil Campbell and The Bastard Sons

Questa band a conduzione familiare non scherza, e ce ne siamo accorti. Phil Campbell ha avuto l’intelligenza di non seguire i binari già tracciati della sua precedente, superba esperienza, ma si lancia a capofitto verso un Rock più selvaggio come quello della fine degli anni ’80, quello senza tanti fronzoli, quello energico fatto di sudore e adrenalina. Ha anche un ottimo gusto, Phil, a disseminare i suoi assoli qua e là per il concerto, ciliegina sulla torta di canzoni ben assemblate: assoli che, quando partono, pettinano tutti e mettono a zittire qualunque altro strumento, in adorante contemplazione.

Phil Campbell and The Bastard Sons

“Forever”, recita un’altra tracolla di Campbell senior, scritta al contrario come riflessa in uno specchio: Phil e i suoi Bastard Sons possono essere sicuri, stasera, di averci regalato una notte di emozioni, un concentrato di adrenalina e di ricordi, per qualcuno, ma per tutti una notte da ricordare per sempre. Forever.

Articolo e foto di Simona Isonni

Phil Campbell and The Bastard Sons

Set list Phil Campbell And The Bastard Sons Bergamo 28 settembre 2023

  1. We’re The Bastards
  2. Schizophrenia
  3. Going To Brazil
  4. Freak Show
  5. Born To Raise Hell
  6. High Rule
  7. Hammer & Dance
  8. Dark Days
  9. Ace Of Spades
  10. Strike The Match
  11. Heroes ( Bowie cover)
  12. Rock Out
  13. Ringleader
  14. Killed By Death
  15. Maniac
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