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Porcupine Tree live Milano

Esempio importantissimo e fuori dagli schemi, la band rifiuta l’idea di un tour “nostalgico”

Partiamo da un presupposto importante: vedere il Mediolanum Forum di Assago il 14 ottobre pieno per una band come i Porcupine Tree fa sempre piacere a prescindere. Una band inattiva da oltre 12 anni che d’improvviso decide di riunirsi pubblicando un album di inediti prima di imbarcarsi in un tour mondiale è un evento ancor di più importante: let the music do the talkin’ / lascia che sia la musica a parlare dicevano gli Aerosmith un po’ di tempo fa e i Porcupine Tree in questo senso hanno davvero dato un esempio importantissimo e fuori dagli schemi, rifiutando per primi l’idea di un tour “nostalgico”.

Probabilmente Steven Wilson degli Aerosmith non è nemmeno fan, ma poco importa; quello che conta è che insieme a Richard Barbieri e Gavin Harrison abbia trovato di nuovo il desiderio di suonare dal vivo un repertorio che per molti è diventato oggetto di culto e riverenza totale e per i quali la speranza di ascoltare dal vivo “Last Chance To Evacuate Planet Earth Before It Is Recycled” era veramente ridotta ai minimi termini. Il loro è un concerto impegnativo con due set divisi da 20 minuti di pausa per un totale complessivo di tre ore e canzoni che richiedono concentrazione da parte del pubblico per essere apprezzate appieno. Per questo c’è chi gioisce e chi trema quando Steven Wilson dopo un inizio davvero impressionante per impatto sonoro e determinazione di “Blackest Eyes” invita la platea ad alzarsi dalle sedie e accalcarsi alle transenne del palco. In fondo il nostro è un concerto rock spiega con quel suo fare a metà tra l’assistente di un professore universitario e il ricercatore di laboratorio che sembra uscito all’aria aperta solo poche volte l’anno.

Il concerto dei Porcupine Tree è decisamente un concerto rock nel quale i riff possenti e “storti” dominano su tutto così come la ritmica inconfondibile di Gavin Harrison, lasciando ai suoni creati da Barbieri il compito a volte di alleggerire e esaltare i dettagli. Tra i brani nuovi – l’intricata “Harridan”, la suadente “Of The New Day” e l’ipnotica “Chimera’s Wreck”  – e quelli del passato c’è una soluzione di continuità impressionante eppure c’è qualcosa che continua ad assillarmi mentre la prima parte del concerto scivola via più velocemente di quanto mi aspettassi. Quando i Porcupine Tree iniziarono la loro carriera trovando non pochi ostacoli e non raggiungendo mai il successo ma piuttosto una venerazione da band underground di culto per pochi veri intenditori, la loro era davvero musica “nuova” piena sì di riferimenti al passato, ma profondamente legata ai suoni ed tempo in cui quei dischi uscivano. Cosa rappresentano i Porcupine Tree adesso?

Una band che suona davanti a 8000 spettatori non né più una band di culto, ma piuttosto un gruppo che è riuscito anche nel suo periodo di inattività a mantenere vivo l’interesse per la loro musica, questo grazie alla carriera solista di Steven Wilson che ha raggiunto picchi qualitativi impressionanti – confesso che la preferisco alla produzione dei Porcupine Tree – oltre che alle collaborazioni di Gavin Harrison culminate con i King Crimson di Robert Fripp, e le molteplici di Richard Barbieri. La loro musica è ormai “codificata” e se un tempo poteva sembrare nuova e profetica – ha perfettamente ragione Wilson a dire che aveva previsto con largo anticipo la fine di un modo di fruire la musica in “The Sound Of Muzak” – adesso non lo è più.

Improvvisamente l’ostentazione dei 15 minuti di musica di “Anesthetize” salutata da un boato dal pubblico ha perso tutto il suo valore sovversivo e parte del suo fascino – almeno per me – divenendo un incredibile sfoggio di tecnica fine a se stessa. La musica dei Porcupine Tree nel secondo set perde così parte del suo appeal, facendo prevalere il manierismo sonoro malgrado la convinzione e la passione con cui i nostri eseguono le canzoni. Quella naturale evoluzione, che passa molto dalle intuizioni melodiche che ritroviamo nei dischi solisti di Steven Wilson, e che probabilmente non ci sarebbe mai stata senza l’esperienza dei Porcupine Tree, è quello che più mi manca alla fine. Non basta “Collapse The Light Into Earth” che anzi appare, sempre ai miei orecchi non me ne voglia nessuno, davvero goffa e pure un po’ banale se paragonata a “Pariah” o a “Hand Cannot Erase” – per farmi pensare che sì i Porcupine Tree sono stati un gruppo importante, formativo per molti, ma che la musica per fortuna è andata avanti fornendo agli stessi musicisti nuove strade per crescere ed evolversi. I Porcupine Tree sono entrati nella storia, ma non sono più gli innovatori o i duri e puri di un tempo e la loro musica ha ormai un che di nostalgico soprattutto per i fan.

Mentre mi incammino verso la macchina e vedo le molte facce felici e soddisfatte, tengo per me le mie perplessità e decido di godermi il momento e la gioia che la musica ha dato alle persone che mi circondano. Arrivato al parcheggio mi rendo conto che sono accanto al teatro dove vengono fatte le riprese di “X – Factor”: c’è ancora chi prova, mentre degli addetti ai lavori sono fuori a fumarsi una sigaretta: uno di loro si avvicina e mi chiede: ma chi ha suonato stasera al Forum?, gli rispondo: i Porcupine Tree e nella sua faccia vedo il vuoto … Azzardo qualche altra informazione il primo gruppo di Steven Wilson… è loro primo tour dopo 12 anni di inattività… ma l’espressione sulla sua faccia non cambia e mi risponde mi dispiace non li conosco, questi me li sono completamente persi e si allontana.

Che sia questo episodio finale a suggerirmi una morale proprio come nei film dei fratelli Coen? Ci sto ancora riflettendo ed accetto suggerimenti.

Articolo e foto di Jacopo Meille

Setlist Porcupine Tree Milano 24 ottobre 2022

1.Blackest Eyes
2.Harridan
3.Of the New Day
4.Rats Return
5.Even Less
6.Drown With Me
7.Dignity
8.The Sound of Muzak
9.Last Chance to Evacuate Planet Earth Before It Is Recycled
10.Chimera’s Wreck
Set 2:
11.Fear of a Blank Planet
12.Buying New Soul
13.Walk the Plank
14.Sentimental
15.Herd Culling
16.Anesthetize
17.Sleep Together
18.Collapse the Light Into Earth
19.Halo

Line up Porcupine Tree: Steven Wilson voce e chitarra elettrica ed acustica / Gavin Harrison batteria / Richard Barbieri tastiere / Randy McStine / chitarra elettrica e acustica, cori / Nate Navarro basso

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