24/04/2024

Nobraino, Bari

24/04/2024

Daiistar, Bologna

24/04/2024

R.Y.F., Madonna dell’Albero (Ravenna)

24/04/2024

HeyDukeYouSuck, Milano

24/04/2024

40 Fingers, Bologna

24/04/2024

Karma, Erba (CO)

24/04/2024

Alain Johannes, Savona

24/04/2024

Will Hunt, Piangipane (RA)

25/04/2024

Ardecore, Roma

25/04/2024

Alain Johannes, Treviso

25/04/2024

Will HUnt, Roma

25/04/2024

Rekkiabilly, Bologna

Agenda

Scopri tutti

Seravezza Blues Festival 2022 live

Un vero festival dove insieme alla tanta musica ci sono benessere e solidarietà

Seravezza Blues Festival foto_FrancescaCecconi2022

Abbiamo sognato un’avventura in cui un manipolo di eroi, dopo due anni di lavoro silenzioso e con molte incognite dovute all’andamento della vita sulla Terra, ritrova il proprio tesoro nascosto e lo fa tornare alla ribalta per la salvezza di tante, innumerevoli, persone. Quel tesoro era ed è il Blues e gli eroi sono gli organizzatori del Seravezza Blues Festival 2022 e tutti i musicisti che hanno partecipato all’edizione. Il pubblico e chi ama le dodici battute sono le persone salvate.

Chi ha scelto di trovarsi a Seravezza, nel cuore della Versilia, in provincia di Lucca, nei giorni fra il 21 e il 24 luglio 2022, ha avuto la fortuna di essere parte di una famiglia che non ha confini di cognome o dinastia, ma cresce e vive nel calore degli abbracci, dei sorrisi, degli incontri e della condivisione.

Intitolato ad Alexandre Mattei, musicista pietrasantino prematuramente scomparso nel 2015, il Festival è l’evento di punta dell’associazione culturale fondata in suo ricordo. Un’associazione che ci mette anima, cuore, energie, capacità, professionalità nell’organizzarlo, curando ogni piccolo dettaglio per un risultato unico, pienamente godibile, etico, solidale. Abbiamo intervistato il direttore artistico e il responsabile della comunicazione: ascoltateli, vi porteranno dentro un mondo che per fortuna sì, ancora esiste.

E questo è finalmente un vero festival, dove per quattro giorni consecutivi si sente soltanto la musica al quale è dedicato, il Blues. Non una rassegna camuffata da festival, come ormai sta diventando la norma, confondendo le definizioni. Inoltre, se si chiama Blues festival, ecco appunto ci deve stare la musica Blues e dintorni, non proposte dettate da esigenze commerciali. A Seravezza di Blues ce n’è stato davvero tanto tanto tanto, in un’atmosfera rilassatissima, dove passare ore piacevoli grazie anche alla location stupenda, il prato – ancora erboso nonostante l’estate torrida – della Villa Medicea, e al mercatino che proponeva cibo artigianale, birre da intenditori, gli angoli dei liutai e dei dischi rari e da collezione.

L’ingresso è libero e senza limiti, grazie ai numerosi sponsor. Lo scopo di solidarietà sociale è raggiunto con la vendita le magliette del Festival – dove sono riportati i nomi di tutti gli artisti, non soltanto gli headliner – per raccogliere fondi da donare alla Casa delle donne di Viareggio. La solidarietà non si ferma qui: in Versilia le vittime della strage ferroviaria di Viareggio non sono affatto dimenticate, e lo spazio per tenere alta la memoria e soprattutto ribadire la necessità di continuare a perseguire la giustizia non manca. Sono momenti importanti e sentiti in questo Festival, non solo dal pubblico locale, ma anche dai numerosi spettatori arrivati qui da ogni dove – 12mila presenze in quattro giorni.

Dopo le prime due serate dedicate alla presentazione del libro di Gino Castaldo “Beatles e Rolling Stones. Apollinei e Dionisiaci”, il DJ set dello Zio Rock (Daniele Sabatti), eccellente presentatore di tutto l’evento, e alla chiusura del contest di musica dal vivo “Road To Seravezza Blues Festival”, vinto dalla Moscato Blues Band, Seravezza è tornata a brillare di Blues con le due serate ricche di ospiti nazionali e internazionali che hanno impreziosito la voglia, sempre viva e piena, di live music.

Il 23 e il 24 luglio sono stati il ritorno del Blues che fa breccia nel mezzo di colline e montagne versiliesi che diventano una cornice perfetta per le blue note. Tante esibizioni nelle due serate, tutte con tempi ben precisi e rispettati, sia sul palco che nei cambi.

Il sabato sera ha visto in scena la carica e l’energia di una band che ha immediatamente catalizzato il Festival verso una direzione: quella della libidine musicale. I Mandarin Punch; loro, i primi a salire sul palco, hanno intriso l’aria di quel Blues selvaggio che, dopo due anni di mancanza, doveva riscattarsi con grinta. A seguire, è salito Il Duo Briganti, Mauro Briganti e Matteo Sodini, che ha riportato l’atmosfera su preziosi momenti di Country Blues, Folk, ironia e suoni del sud degli Stati Uniti, dove il recinto della fantasia è solo un terreno che bacia il cielo. Proseguendo la serata, abbiamo incontrato i Guess Who che ci hanno presi per mano e trasportati sul loro pianeta musicale fatto di coinvolgimento ed emozione, abbinati a bravura e sonorità.

Poi la luce ha cominciato a calare, il sole, già dietro le colline, ha lasciato definitivamente spazio al crepuscolo, al tramonto e poi a quel buio velato che precede le notti estive, e tutto questo è stato il sottofondo ideale per ospitare il talento di Andrea Biagioni & Band: tanta carica e tanta ecletticità nelle corde, nel cuore e nella mente di questo artista, polistrumentista, che ha eccitato tutti col suo stile, la sua voce e la sua chitarra. Il Blues è velato nella sua prima parte di concerto e solo chi lo apprezza davvero ha saputo riconoscerlo nei suoni e nei testi, ma poi esplode definitivamente quando Biagioni scatena le corde della sua lap steel guitar. Poesia e grinta.

Katie Bradley arriva insieme a Michele Biondi, Enrico Cecconi, Renato Marcianò e Paolo Pee Wee Durante e, con l’eleganza British, un volto bellissimo, un sorriso sincero e una voce che ha una galassia di vibrazioni, ci fa innamorare della sua musica, del suo Blues e dei suoi modi gentili sul palco. Una vera artista d’altri tempi che spazia con sensibilità e cura fra le sue composizioni e versioni di intramontabili canzoni di Black Music. La compattezza e la passione dei musicisti con lei è evidente nel modo di sostenerla e accompagnarla verso i nostri cuori. Avete mai assaggiato il Blues? Ecco, in queste note, trovate una delle ricette ideali.

La conclusione della serata è da “chapeau”, con un sogno stravagante, esuberante, energico, ballerino, schietto e tutto transalpino. I Big Dez, big band con origini francesi, ma, in realtà, figlia del mondo del Blues, hanno fatto scatenare e scuotere tutto il pubblico, sempre più numeroso, del Seravezza Blues Festival 2022. Un’autentica scarica elettrica che ha visto miscelare con carattere e incisività ogni tipo di stile musicale radicato dal Blues: Rock, Funky, Swing, R’n’B e molto altro; un vero calcio a ogni tipo di pensiero negativo sulla vita. Il Blues serviva e serve a questo, a esorcizzare, e i Big Dez ci hanno permesso di esorcizzare con la loro musica ogni forma di temporale sui nostri cuori. Sorriso, genialità ed espressività: tre elementi indissolubili per creare momenti indimenticabili.

Domenica, la kermesse ha trovato altre giovani e consolidate stelle riflesse sul fiume del Blues. Hanno riaperto il palco i Black Days, duo di Paolo Maloni e Pierfranco Bianchi che con chitarra, voce, armonica e groove ci hanno catapultato sulle sponde del Mississippi, dove si respirano terra e fatica, dove la vita continua a non essere semplice e, proprio per questo, è una terra benedetta. I Canned Blues hanno, poi, portato avanti il testimone sulla strada del Festival; loro, vincitori del Road To Seravezza Blues 2019, hanno incantato con vere perle scelte dal repertorio e rese ancora più lucenti da una voce e da una musica che ancora assaporiamo in eco nella valle versiliese.

Sergio Montaleni e The Blues Project con la loro viva e forte esperienza hanno liberato le nostre anime con il gusto dei ritmi Blues. La loro conoscenza e la loro maestria nel domare e dominare le blue note li mostra come dei Caronte che ci traghettano verso il segno di un destino che ci accomuna: essere coinvolti sulla stessa strada che, da Robert Johnson in poi, ha preso una rotta ben marcata e che ci rende indietro il piacere di essere un po’ tutti maledetti, perché ne possiamo assaporare ogni sottigliezza.

A seguire, The Partners In Crime assumono il ruolo del loro nome e ci condannano per sempre a muoverci, a shakerare, a ballare e ad amare ogni attimo della loro musica colorata di anni ’50. Il loro show è un fulmine rapido, acceso, adrenalinico e inarrestabile. Proprio come i ritmi intensi deli anni del secondo dopo guerra provenienti da oltre oceano, diventano un treno complice di un crimine molto intenso: il nostro piacere. Esplosivi e dinamici, illuminano il buio arrivato, nel frattempo, sulla Versilia. Emi Janus (Emiliano Degl’Innocenti) e Laura Piunti con Lars Vegas (Lars Voges) segnano il loro show con raffinatezza e con le giuste rivelazioni che incuriosiscono il pubblico e lo portano sempre a domandarsi cosa arriverà dopo. C’è veramente tanta poesia nel loro stile e nella loro musica ed è una bellissima sensazione quella di ritrovarsi a essere sorpresi attimo dopo attimo, nota dopo nota. Viaggiatori su una strada fatta di Blues.

Ultima star della serata e dell’edizione del Festival: Big Daddy Wilson. Uomo timido, riservato, gentile e sorridente. Autore sensibile, coraggioso e coinvolgente. Cantante con una voce che sembra fatta di pasta Blues; le corde vocali di Wilson sono modellate e curate a immagine e somiglianza di un juke joint che sprigiona odori ancestrali della vita di ognuno che decide di mettere anche solo un piede dentro. Chitarrista dalle idee chiare, nette, precise e puntuali. Elegante come solo chi ha profondo rispetto per il Blues sa essere; questa era la musica della sofferenza, del lavoro nei campi, ma anche la musica della festa e, a festa, ci si veste adeguatamente. La band è un’arteria che pulsa sangue a ogni battito; un vero schianto anche per i cuori più forti e allenati. Big Daddy Wilson è un sogno Blues che si può toccare e, per viverlo, al momento, bisogna continuare a custodire i ricordi del Seravezza Blues Festival 2022, l’edizione della ripartenza e della resilienza Blues.

Reportage di Daniele Gemignani e Francesca Cecconi

Set list Katie Bradley

  1. Little By
  2. I Already Know
  3. Levy Town
  4. Hey Now
  5. I’d Rather Go Blind
  6. C’Est La Vie
  7. I’m Ready
  8. Be Careful With My Baby
  9. I’m Saved
  10. Latfish
  11. Baby What
  12. Take Me Back
  13. Long Way
  14. Sliding On Ice
  15. Baby In The Corner
  16. Jump This Ship

Set list Big Dez

  1. Chicken In A Car
  2. Up And Down The Road
  3. 300 Miles
  4. Oh Baby Doll
  5. Flip The Coin
  6. Set Him Free
  7. Willing And Able
  8. Got To Find My Babe
  9. Bad News
  10. Why She Stays
  11. Back To Little Street
  12. You Can Smile
  13. Last Train
  14. Steamy Windows
  15. Dimples
  16. Tiger Man
  17. Night After Night
  18. Wall To Wall
  19. Texas Barbers Q

Set list Big Daddy Wilson

  1. I Hate (senza Big Daddy Wilson)
  2. I Know
  3. Ain’t Got No Money
  4. Deep In My Soul
  5. Anna Mae
  6. Yazoo City
  7. He Cares For Me
  8. I Can’t Help But Love You
  9. Down In Mexico (senza Big Daddy Wilson)
  10. Hold The Ladder
  11. Crazy World
  12. Miss Dorothy Lee
  13. Love Is The Key
  14. Baby Don’t Like
  15. My Day Will Come
© Riproduzione vietata

Iscriviti alla newsletter

Condividi il post!